DIU (A. T., 93-94)
Isola e città dell'India, colonia portoghese, situata a 20°43′ N. e 71°2′ E. presso la costa meridionale della penisola di Kathiawar, dalla quale è separata da uno stretto canale paludoso, praticabile solo dalle barche da pesca. Ha una superficie di 52 kmq. e una popolazione di 13.845 ab. (1921), di cui circa 340 cristiani. Il clima è generalmente secco e soffocante, il suolo arido e povero d'acqua, alla quale si provvede con cisterne. La città, che sorge all'estremità orientale dell'isola, ebbe in passato un notevole traffico commerciale con le coste dell'India dell'Arabia, dell'Africa e industrie specialmente tessili, assai apprezzate; oggi si trova in sensibile decadenza, e soltanto rimane attiva l'industria della pesca fra la popolazione impoverita. Una costante corrente emigratoria si mantiene verso le coste del Mozambico. Diu possiede un forte costruito dai Portoghesi, memorabile per gli assedî sostenuti nel sec. XVI; il magnifico collegio eretto dai gesuiti nel 1600 è oggi convertito in cattedrale. Oltre Diu, nell'isola ci sono tre grandi villaggi: Monakbara, Bachawara e Nagwa.
Storia. - Agl'inizî del sec. XVI la città apparteneva al sultano Mahmūd Shāh. Quando nel 1510 Alfonso dì Albuquerque ebbe costruito la fortezza di Gôa e ricevuto l'omaggio dei sovrani di Calicut e d'altri da lui vinti, sembra che le relazioni portoghesi col sultano di Diu s'intorbidassero. Martin Alfonso de Sousa sottomise gran parte della penisola tra i due golfi e ottenne il permesso di costruire a Diu un forte. Gl'Indiani musulmani tentarono due volte (1539 e 1535) di ritogliere ai Portoghesi quel possesso, ma furono respinti.
Gli Olandesi più tardi riuscirono a ottenere il favore delle popolazioni, ma, se i loro sforzi diedero buoni risultati nelle provincie confinanti, a Diu non approdarono ad alcun risultato e la città rimase in possesso dei Portoghesi.
Nel sec. XVII la città fu attaccata e saccheggiata dal sultano di Mascate. Grande ricchezza era per l'isola il commercio dell'oppio, donde grande gelosia degl'Inglesi, che dopo la notissima guerra dei Sikhs (I845-49), poterono attirare a sé il monopolio della droga.
Bibl.: L. D. P., Les colonies portugaises, Lisbona 1908, p. 9 seg.; Ch. De Lannoy e H. Vander Linden, Histoire de l'expansion coloniale. Portugal et Espagne, Bruxelles 1907, p. 177 seg.