PATRIZIO, dittico del
Dittico eburneo nella cattedrale di Novara, che si trova almeno dal XII sec., come prova la lista di vescovi che vi è scritta all'interno. Deve il nome alla rappresentazione di un clamidato, appunto un p., su entrambe le valve. Non sono infatti leggibili i testi di un' iscrizione dipinta che dichiarava probabilmente il nome del personaggio.
Egli è rappresentato stante; in gesto di oratore sulla valva postica e con un rotulo nelle mani nella antica, che in questo caso, è la principale. Vi sono differenze di esecuzione tra le due valve e tracce di colore. Sulla clamide, nella valva antica, si intravede il busto di un imperatore con la mappula, evidentemente ritratto dell'imperatore in carica come console. Stilisticamente il dittico è stato avvicinato alla plastica ravennate. Il busto imperiale potrebbe riferirsi a Onorio, forse ai suoi consolati del 418 e del 422, dato che stilisticamente il dittico sembra non lontano da quello di Costanzo III (417). In tale epoca divennero patrizi Asterio e Castino; uno dei due potrebbe essere il p. del dittico.
Bibl.: Carolus a Basilica Petri (Carlo Bescapè), Novaria, 1612; A. F. Gori, Thesaurus veterum diptychorum, Firenze 1759, II, pp. 183-200; R. Delbrück, Die Consulardiptychen, Berlino 1929, n. 64, pp. 248-50; W. F. Volbach, Elfenbeinarbeiten2, Magonza 1952, n. 64.