Presunto compagno dell'omerico Idomeneo nella guerra di Troia, che ne avrebbe scritto in fenicio la narrazione; questa, ritrovata nel sepolcro di D. nell'età di Nerone, sarebbe stata fatta tradurre in greco dall'imperatore. Due frammenti, ritrovati in un papiro di Egitto del 2º-3º secolo, testimoniano l'esistenza dell'originale greco: abbiamo inoltre la traduzione latina (Ephemeris belli Troiani) che ne fece, forse nel 4º sec. d. C., un L. Settimio, il quale nel prologo narra la favolosa derivazione dell'opera. Il novellatore pretende dare un testo più veridico di quello omerico e razionalizza a modo di Evemero. La Ephemeris di D., come l'analoga storia di Darete Frigio, costituì la fonte principale delle leggende grecotroiane del Medioevo.