• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

DITIRAMBO

di Angelo Taccone - Enciclopedia Italiana (1932)
  • Condividi

DITIRAMBO (διϑύραμβος, dithyrambus)

Angelo Taccone

È una delle principali forme della poesia corale greca. La non ben chiara etimologia della parola ebbe da parte degli antichi spiegazioni abbastanza curiose alludenti al doppio parto di Dioniso, il parto immaturo della madre Semele e il maturo di Zeus; poiché in origine il dirambo fu il canto corale dionisiaco per eccellenza. Tra le spiegazioni moderne la più probabile è quella proposta dal Wilamowitz, secondo cui la parola significa "un divino canto trionfale".

La patria del ditirambo è tutt'altro che sicura. Nell'età classica lo vediamo fiorire a Corinto, a Sicione, a Tebe, a Nasso, ad Atene: in quasi tutti pertanto i principali centri ove si svolse la poesia greca. Le prime fra le località nominate si disputavano la gloria di averlo veduto nascere, e uno degli scolî pindarici racconta che il grande poeta tebano avrebbe a volta a volta, secondo la città della quale era ospite, sostenuto i diritti di tutte. Ma, qualunque sia stato il paese della Grecia che per primo abbia fatto eseguire ditirambi, sembra che la vera origine di quel canto corale sia da ricercare fuori della Grecia, o nella Tracia, che tanto contribuì alla diffuione del culto di Dioniso, o nella Frigia, a cui richiama l'indole appassionata del ditirambo e più di un particolare nell'esecuzione di esso, come l'uso del flauto e dei toni frigio e ipofrigio.

La prima menzione del ditirambo è in Archiloco: la tradizione ne attribuiva l'invenzione ad Arione, il quale gli avrà semplicemente dato, posto ch'egli non sia una figura del tutto mitica, politura letteraria. La materia del ditirambo venne da principio fornita, come dicevamo, dalle drammatiche vicende della vita di Dioniso. Ma ben presto vi introdussero altri soggetti a Dioniso del tutto estranei: Simonide compose un ditirambo dal titolo Europa e un altro dal titolo Memnone; con Simonide dunque l'alterazione è già avvenuta. E all'epoca in cui la tragedia nasce dal ditirambo (col distaccarsi del corifeo dalla massa e col dialogizzare di lui col coro: cfr. il Teseo di Bacchilide) i conservatori possono dire con ragione che in esso non v'è più nulla che si riferisca a Dioniso.

I ditirambi si eseguirono con solennità press'a poco pari a quella delle rappresentazioni drammatiche. Nell'Attica sí eseguivano alle Grandi Dionisie, alle Dionisie rurali, alle Panatenee, alle Targelie, alle Lenee. In antico al vincitore si donava un bue, al secondo un'anfora, al terzo un capro; dal sec. V in poi il premio fu abitualmente un tripode. Come per le tragedie così pel ditirambo fu in uso il sistema delle coregie (v.): il corego oltre a sostenere le spese della rappresentazione, doveva raccogliere il coro e farlo istruire. Il coro fu dapprima composto di cittadini, ma col tempo la parte musicale venne a prevalere sulla poetica, e perciò si richiese nei coristi un'abilità tecnica assai maggiore, e allora (sec. IV) si ricorse a professionisti, cantanti, sonatori di flauto, danzatori; tanto che il nome del flautista fu, in questa epoca, posto innanzi a quello del poeta. Il coro del ditirambo si disponeva in forma circolare, non rettangolare come il drammatico, onde ebbe l'appellativo di ciclico. Poteva essere composto di uomini o di fanciulli. Talora lo troviamo denominato anche tragico, il che è da intendere con riferimento ai satiri (coreuti coperti di pelli di capro) che in origine composero il coro ditirambico, il quale si modificò in seguito, quando gli argomenti del ditirambo divennero estranei al culto di Dioniso, secondo l'opportunità. Il numero dei coreuti fu da principio di cinquanta e probabilmente durò inalterato sino al 300 a. C. circa; in seguito venne considerevolmente ridotto.

La danza ditirambica, di carattere tumultuoso, ebbe il nome di tirbasia: l'accompagnamento musicale, fatto prima con la cetra, fu ben presto eseguito dal flauto, e quando poi la istrumentazione raggiunse maggiore complessità, dal flauto e dalla cetra riuniti. I metri usati furono da principio anche il tetrametro trocaico e forse l'esametro, ma, specialmente in seguito, quelli più adatti a esprimere violenta commozione, e quindi in particolar modo i dattilo-epitriti e i metri cretici e bacchiaci. Le soluzioni furono nel ditirambo più abbondanti che in ogni altra specie di carmi. Il ditirambo amò per eccellenza parole composte assai arditamente e talora addirittura in modo stravagante. La disposizione dei versi sembra essere stata sino a Melanippide di preferenza quella in triadi: Melanippide abbandonò ogni sorta di raggruppamento. Un'altra modificazione nel ditirambo fu dovuta a Filosseno di Citera (435-380 a. C.), che v'introdusse degli a solo. I modi preferiti dalla poesia ditirambica furono il frigio e l'ipofrigio.

Bibl.: A. Taccone, Melica Greca, Torino 1904, pp. 13-17; id., Bacchilide, Torino 1907, p. 174 segg.; G. Fraccaroli, I lirici greci (Poesia melica), Torino 1913, p. 34 segg. con trad. it. dei frammenti ditirambici conservati; O. Crusius, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, col. 1203 segg.; F. Castets, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des antiquités grecques et romaines. II, p. 286 segg.

Vedi anche
Arióne Musico e poeta greco di Metimna nell'isola di Lesbo (7º-6º sec. a. C.), vissuto alla corte di Periandro tiranno di Corinto. Secondo una nota leggenda A., in un viaggio da Taranto a Corinto, minacciato di morte dai marinai, si gettò, dopo aver cantato un suo nomo, in mare, dove un delfino accorso al suo ... danza Insieme ritmico di movimenti successivi, di una parte o di tutto il corpo, eseguiti secondo uno schema individuale o un’azione concertata nel complesso; in genere è associata a un testo musicale ma talvolta è priva di accompagnamento musicale e appoggiata a un ritmo che è quello della d. stessa. La ... Lenee Feste religiose dell’Attica antica, che si celebravano in onore di Dioniso Leneo («dio del torchio», gr. ληνός, o «dio delle menadi», gr. λῆναι), nel mese di gamelione (gennaio-febbraio), nel Leneo, area sacra, di non chiara ubicazione. Consistevano in una grande processione e in concorsi drammatici; ... poesia pastorale Genere di poesia caratterizzata da un’idealizzazione della vita dei pastori e in genere della vita campestre. Quali che siano le origini della poesia p. (con termine greco bucolica), folcloristiche o connesse al culto religioso, essa si presenta nella letteratura greca in forme già artisticamente evolute ...
Tag
  • FILOSSENO DI CITERA
  • GRANDI DIONISIE
  • BACCHILIDE
  • ARCHILOCO
  • PANATENEE
Altri risultati per DITIRAMBO
  • ditirambo
    Enciclopedia on line
    Antica forma di poesia lirica corale greca. Il nome è di etimologia incerta, forse pregreco. Il d., legato ai suoi inizi con il culto di Dioniso, fiorì in età classica a Corinto, Sicione, Tebe, Nasso; ne fu detto inventore Arione, ma forse deriva dalla Tracia o dalla Frigia. Trattò prima le vicende ...
Vocabolario
ditirambo
ditirambo s. m. [dal lat. dithyrambus, gr. διϑύραμβος, voce di etimo incerto]. – 1. a. Nella letteratura classica greca, genere di poesia lirica corale, che celebrava originariamente Dioniso e il culto dionisiaco (e trattò poi anche altri...
ditiràmbico
ditirambico ditiràmbico agg. [dal lat. dithyrambĭcus, gr. διϑυραμβικός] (pl. m. -ci). – Di ditirambo, di ditirambi: componimento d.; genere d.; poeta ditirambico. Anche (con riferimento all’uso fig. di ditirambo), celebrativo, di esaltazione:...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali