distruggitore (distruggitrice)
Ricorre, al maschile, in If XXII 51 distruggitor di sé e di sue cose, dove il vocabolo è impiegato per qualificare un suicida (ma il Del Lungo non ritiene indispensabile questa versione estrema: " si ridusse a non essere più nulla ") e insieme uno scialacquatore dei propri beni, secondo un'accezione del termine ben nota al tempo di D.: " Distruggitore è quello che giuoca a' dadi, e spende in vivande e dà a' giucolari. Il distruggitore dispende ciò ch'egli ha, che non ne rimane memoria " (Il tesoro di B. Latini volgarizzato, Venezia 1839-41, II 187). In senso figurato, in Vn XXXI 1 lei [Beatrice] per cui tanto dolore era fatto distruggitore de l'anima mia, dove il termine si ricollega a un'accezione del verbo ‛ distruggere ' (v.).
La forma femminile ricorre solo in Vn X 2 quella gentilissima, la quale fue distruggitrice di tutti li vizi e regina de le virtudi, ancora con valore figurato, per cui v. DISTRUGGERE.