• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

distretto industriale

Dizionario di Economia e Finanza (2012)
  • Condividi

distretto industriale


Sistema produttivo costituito da un insieme di imprese, prevalentemente di piccole e medie dimensioni, caratterizzate da una tendenza all’integrazione orizzontale e verticale e alla specializzazione produttiva, in genere concentrate in un determinato territorio e legate da una comune esperienza storica, sociale, economica e culturale.

Cenni storici

Il primo autore a studiare questa specifica forma di organizzazione della produzione è stato A. Marshall, che in Principles of economics (1890) ne delinea le principali caratteristiche. Uno degli elementi fondamentali è il concetto di ‘atmosfera industriale’: quando in un territorio circoscritto lavora un numero molto elevato di soggetti che svolgono mestieri simili, «i misteri dell’industria non sono più tali. È come se stessero nell’aria, e i fanciulli ne apprendono molti inconsapevolmente». È come se l’esperienza necessaria per svolgere un determinato lavoro (non necessariamente solo manuale) si sviluppasse in maniera innata, quasi «respirandola nell’aria». Secondo G. Becattini (Il mercato e le forze locali: il distretto industriale, 1987), uno dei maggiori studiosi italiani di d. i., ciò che unisce fortemente tra loro le imprese che vi appartengono «è una rete complessa e inestricabile di economie e diseconomie esterne, di congiunzioni e connessioni di costo, di retaggi storico-culturali che avvolge sia le relazioni interaziendali che quelle più squisitamente personali». I rapporti professionali si intrecciano con relazioni sociali di carattere informale, che facilitano la diffusione della conoscenza tra gli attori.

Capacità tecnologiche, opportunità e vantaggi

Le imprese del d. i., pur essendo nella maggior parte dei casi di dimensioni limitate, mostrano spesso una capacità tecnologica e innovativa medio-alta, soprattutto grazie all’elevato livello di specializzazione, che consente a ognuno di concentrarsi su un numero ristretto di fasi produttive e di adottare sistemi produttivi avanzati, che permettono una diminuzione dei costi di transazione rispetto a quelli di coordinamento. La realtà distrettuale è contraddistinta da una elevata densità imprenditoriale. Anche se la numerosità dei soggetti può favorire un aumento del livello di competitività (➔) tra le imprese e il verificarsi di comportamenti opportunistici, nel caso dei d. i. ciò non si verifica, o meglio, si verifica secondo modalità ‘non distruttive’. I rapporti fra soggetti sono il risultato della combinazione di concorrenza sui mercati di riferimento e di contemporanea consuetudine alla cooperazione reciproca. È il corretto bilanciamento tra le due opposte tensioni verso la collaborazione e la competizione che crea lo stimolo a un continuo rinnovamento e permette lo sviluppo di nuove opportunità. Si incentiva l’investimento in macchinari innovativi, grazie alla parziale copertura del rischio garantita dalla rete di rapporti interpersonali; la specializzazione permette al singolo di limitare il numero di macchinari necessario; è favorita l’iniziativa imprenditoriale e così via (G. Dei Ottati, Distretto industriale, problemi delle transazioni e mercato comunitario: prime considerazioni, «Economia e Politica Industriale», 51, 1986). Un ruolo fondamentale nel successo dei d. i. marshalliani è giocato dalle economie esterne (➔ esternalità), ossia vantaggi non interni alla singola impresa e come tali esclusivi per quest’ultima, bensì esterni a essa e propri del d. i. nel suo complesso, quindi fruibili indistintamente da tutti i soggetti che ne fanno parte. Ne sono esempio la presenza di un ampio e stabile bacino di manodopera qualificata, bassi costi di accesso a servizi alla produzione, possibilità di utilizzare in maniera immediata e agevole macchinari sofisticati e metodi organizzativi comuni e, in generale, citando ancora Marshall, tutte le economie che sono «dipendenti dallo sviluppo generale dell’industria».

I distretti industriali in Italia

La realtà distrettuale in Italia si caratterizza per un forte radicamento territoriale in una specifica area socioeconomica, per una elevata specializzazione produttiva e per una notevole densità di piccole e medie imprese specializzate in fasi diverse del ciclo produttivo. Esempi noti di d. i. sono quelli della ceramica (Sassuolo e Faenza), calzaturieri (Barletta, Fermo, Montebelluna), tessili (Prato, Oleggio e Carpi), degli elettrodomestici (Fabriano), dell’ottica (Belluno) e quello del settore biomedicale (Mirandola). In Italia il d. i. è stato proposto come strumento di politica industriale distinto rispetto alle singole imprese e ai settori di produzione, nell’ambito della l. 317/1991, sugli interventi per l’innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese. Gli indirizzi e i parametri per l’individuazione delle relative aree sono stati stabiliti successivamente con d.m. 1993 (che ha affidato alle Regioni il compito di individuare i d. i. sulla base di stringenti criteri metodologico-statistici, successivamente ridefiniti in senso meno restrittivo dalla l. 140/1999), sulla base del quale le Regioni hanno definito le aggregazioni territoriali idonee. A tal fine, con delibera CIPE (➔) 3 maggio 2001, sono stati presi a riferimento i ‘sistemi locali del lavoro’, individuati dall’ISTAT su scala nazionale nel 1981 in base ai movimenti giornalieri di popolazione per motivi di lavoro.

distrettoindustriale

Vedi anche
industria In senso generico, l’attività umana diretta alla produzione di beni e servizi, anche nelle sue forme più semplici e non organizzate. In senso specifico, ogni attività produttiva del settore secondario (diversa quindi dalla produzione agricola o settore primario, e dalle attività commerciali e di servizi, ... mercato In senso concreto, il luogo dove avvengono le contrattazioni per la vendita e l’acquisto di determinati prodotti e dove normalmente si incontrano, tutti i giorni, o in giornate stabilite, compratori, venditori e intermediari per effettuare transazioni commerciali relative a merci varie o anche a una ... lavoro In senso lato, qualsiasi esplicazione di energia volta a un fine determinato. In senso più ristretto, attività umana rivolta alla produzione di un bene, di una ricchezza, o comunque a ottenere un prodotto di utilità individuale o generale. Diritto Il l. dell’uomo è preso in considerazione dall’ordinamento ... Emilia-Romagna tabRegione dell’Italia settentrionale (22.453 km2 con 4.464.119 ab. nel 2020, densità 199 ab./km2, ripartiti fra 328 comuni), comprendente le due regioni storiche dell’Emilia e della Romagna (➔). Capoluogo di regione è Bologna (v. .). Caratteristiche fisiche Caratteristiche fisiche Il territorio è ...
Tag
  • ITALIA
  • ISTAT
  • D. I
  • CIPE
Altri risultati per distretto industriale
  • Distretti industriali
    Il Libro dell'Anno 2007
    Industrial atmosphere Il suono di cento campanili di Andrea Balestri ed Emma Marcegaglia 4 MAGGIO Viene approvato a Roma lo statuto della Federazione Distretti Italiani, associazione che si propone di tutelare e sostenere a livello regionale, nazionale ed europeo un pilastro centrale dell’economia ...
Vocabolario
distrétto²
distretto2 distrétto2 s. m. [dal lat. mediev. districtus -us, der. di distringĕre «costringere», prob. perché, nella sostituzione del vescovo come signore feudale al conte laico, fu riconosciuto al vescovo il potere di coercizione (ius...
distrétto¹
distretto1 distrétto1 agg. e s. m. [part. pass. di distringere], ant. – 1. agg. a. Trattenuto: Ch’avete tu e ’l tuo padre sofferto, Per cupidigia di costà distretti, ... (Dante). b. Angustiato: O caro bene, o solo mio riposo, Che ’l mio...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali