dispregio
Nel senso di " azione spregevole ", in Pd XIX 114 quel volume... / nel qual si scrivon tutti suoi dispregi, " male azioni (non pregi), che sono anche spregio di Dio " (Chimenz); cfr. Apoc. 20, 12 " et libri aperti sunt... et iudicati sunt mortui ex his, quae scripta erant in libris ". Significa quindi " memoria di cose orribili e meritamente da dispregiare " (Boccaccio; cfr. infatti, al v. 47, bontà non è che sua [di Filippo Argenti] memoria fregi) in If VIII 51 Quanti si tegnon or là sù gran regi / che qui staranno come porci in brago, / di sé lasciando orribili dispregi!
La locuzione ‛ avere in d. ' (If XXIII 93) vale " disdegnare ".
In Fiore CXI 3, contrapposto a pregio (cui il Petronio dà il valore di " premio "), dovrebbe significare " disprezzo ", espresso in forme concrete di umiliazione; ma tutto il passo è in senso figurato, trattandosi di azione che si immagina svolta in Paradiso: Chi di cota' limosine è 'ngrassato / in paradiso non de' attender pregio, / anzi vi de' attender gran dispregio.