disonnare
Per il Parodi (Lingua 266) si tratta forse di una forma dell'uso che però non è documentata, piuttosto che di un verbo di conio dantesco. Non sembra costrutto intransitivo pronominale, ma intransitivo usato impersonalmente con il valore di " uscir di sonno ", " svegliarsi ", " destarsi ", in Pd XXVI 70 a lume acuto si disonna / per lo spirto visivo che ricorre / a lo splendor che va di gonna in gonna, dove D. ripropone con maggior precisione un'immagine già usata in Pg XVII 40 si frange il sonno ove di butto / nova luce percuote il viso chiuso. Non si notano differenze sostanziali nell'interpretazione che i commentatori antichi dettero della forma si disonna: " privantur a somno " (Lana), " evigilatur ab aliquo " (Benvenuto), " l'uomo si sveglia " (Buti).
Si veda Il suo contrario assonnare, con costrutto Intransitivo, In Pd VII 15 e Pg XXXII 64.