DISMIMIA (dal gr. δυς- "male" e μιμία "imitazione")
S'indicano con questo nome i disturbi della mimica, quantitativi e qualitativi. Quantitativi, poiché vi può essere una diminuzione (ipomimia) o un aumento (ipermimia) unilaterale o bilaterale dell'espressione mimica. Ipomimia si ha nelle lesioni unilaterali o bilaterali del nervo facciale. Nella paralisi pseudobulbare, nella paralisi progressiva, nel morbo di Parkinson, nell'encefalite cronica, in molti tumori del lobo frontale vi può essere una vera amimia. Anche nei malati mentali sono frequenti i disturbi della mimica. Nelle demenze, negli stati stuporosi e depressivi v'è ipomimia, mentre negli stati allucinatorî, negli stati d'agitazione psicomotoria si nota ipermimia o polimimia. Frequenti e numerosi sono i disturbi qualitativi della mimica o paramimie. Fra questi disturbi sono da ricordare i manierismi espressivi in cui la mimica è affettata e artificiosa (si notano nella demenza precoce, nell'isteria, nell'idiozia); le ecomimie, che consistono nell'imitazione delle espressioni mimiche degli altri; le stereomimie, che sono caratterizzate dalla tendenza alla ripetizione di smorfie, di gesti, che presentano alcuni dementi precoci e gli idioti. Spesso poi s'hanno dissociazioni mimiche, poiché i muscoli mimici non reagiscono coordinatamente allo stato d'animo che l'ammalato vuole esprimere; questo disturbo provoca spesso la comparsa di contrasti mimici e si notano susseguirsi rapidamente sul viso espressioni mimiche antagoniste.