disintermediazione
s. f. Riduzione o eliminazione dell’attività di intermediazione.
• In questo scenario, anticorpi e corrosivi si contendono il terreno. Internet, sogno del giornalista: «raccontare ora quel che accade ora perché venga letto ora», ma anche «iperbole dell’autodidattismo», abolizione del pulpito ma anche illusoria disintermediazione. I giornali? Ancora non hanno perso la partita. (Michele Smargiassi, Repubblica, 17 giugno 2015, p. 13) • Quanto al «filo culturale» di questa riforma ‒ dice ancora [Alfredo] Mantovano ‒ sta tutto in un termine che [Matteo] Renzi ha usato più volte, ovvero disintermediazione. Fare a meno di intermediari insomma, come quando si acquista qualcosa su internet. Ma attenzione: non è un quadro tutto rose e fiori perché eliminare tutti gli intermediari sul terreno della politica provoca dei guai. (Cristina Di Giorgi, Giornale d’Italia, 23 settembre 2016, p. 3, Primo piano) • Non so se [Bruno] Manghi anche questa volta avrà ragione ma c’è un legame stretto tra la battaglia contro la disintermediazione e le scelte da fare. Ed è questo nesso che il sindacato fatica ad afferrare, non riesce a prendere il toro per le corna e dire apertamente che il reddito di cittadinanza è una misura impossibile per gli enormi costi che si porta dietro. Non riesce neanche a replicare che la soluzione della riduzione d’orario in un Paese solo ‒ l’Italia ‒ avrebbe l’effetto di mettere fuori gioco persino le nostre imprese migliori e le spingerebbe a delocalizzare di nuovo. (Dario Di Vico, Corriere della sera, 30 aprile 2017, p. 1, Prima pagina).
- Nuovo significato del s. f. disintermediazione.
- Già attestato nella Repubblica del 1° settembre 2000, p. 1, Prima pagina (Ezio Mauro).