diserto
Con valore verbale il termine ricorre, nel senso di " abbandonato ", in If XXVI 102 quella compagna / picciola da la qual non fui diserto, e Pd XV 120 nulla [donna] / era per Francia nel letto diserta. Nel senso di " devastato ", e quindi reso come un deserto, in Pg VI 105 avete... sofferto / ... che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto, e Pd XIX 117 per che 'l regno di Praga fia diserto.
Per estensione, " solitario ", " disabitato ", e anche " spoglio ": Cv IV XXVII 18 fu partitore a nuovo popolo e distributore de la terra diserta sua (da Ovid. Met. VII 653 " partior et vacuos priscis cultoribus agros ", a proposito della reintegrazione degli abitanti in Atene, dopo la pestilenza); If I 29 ripresi via per la piaggia diserta (per le cui interpretazioni v. F. Mazzoni, Saggio di un nuovo commento alla D.C., Firenze 1967, 87-91), II 62; Pg I 130 Venimmo poi in sul lito diserto; III 49 la più diserta / ... ruina, per indicare un luogo estremamente malagevole e perciò, più che disabitato, neppure frequentato da persona; If XIV 99 Una montagna... / diserta come cosa vieta, cioè " spoglia ", non più lieta / d'acqua e di fronde. Così anche in Pg XVI 58 Lo mondo è... tutto diserto / d'ogne virtute, " l'umanità si è completamente spogliata di ogni virtù ".