discussionismo
s. m. (spreg. iron.) Tendenza alla discussione fine a sé stessa.
• «Nessun tema è stato più discusso della riforma costituzionale: bipolarismo perfetto, poteri delle Regioni, iter delle leggi. Ci sono tomi e tomi, convegni e seminari. Sono trent’anni che facciamo dibattiti culturali, ora è venuto il momento di decidere: facciamo politica, noi, non accademia. E in politica alla fine si decide. L’Italia non si può più permettere di coltivare il culto del “discussionismo” fine a se stesso. Si può essere d’accordo o meno, ma non si può sostenere che non sia stata sufficiente la preparazione» (Matteo Renzi intervistato da Claudio Tito, Repubblica, 4 agosto 2014, p. 2) • I maggiori costituzionalisti hanno dato, inascoltati, un giudizio severamente negativo al progetto: ora sono ridotti all’osso i giornali che ospitano le loro opinioni. «Basta col culto del “discussionismo”», ha detto [Matteo] Renzi. (Corrado Stajano, Corriere della sera, 7 agosto 2014, p. 6, Primo Piano) • Gentili cita poi la stigmatizzazione del «decisionismo», l’inclinazione «a prendere decisioni senza discutere, ma nessuno parla del “discussionismo”, il discutere senza decidere». (L[uca] Liv[erani], Avvenire, 25 maggio 2016, p. 9, Attualità).
- Derivato dal s. f. discussione con l’aggiunta del suffisso -ismo.