discorso
Vale " movimento " ovvero " percorso ", in Cv III IX 8 E ne l'acqua ch'è ne la pupilla de l'occhio, questo discorso, che fa la forma visibile per lo mezzo, sì si compie, dove significa l'origine della percezione sensibile, ovvero il movimento che la forma visibile - essere rappresentativo obiettivo - fa dalle cose visibili alla pupilla.
In Pg XXIX 49 la virtù ch'a ragion discorso ammanna, / si com'elli eran candelabri apprese, la virtù corrisponde alla cogitativa o estimativa (cfr. Averroè An. III, t.c. 6), un senso interno che corregge la fallace impressione dei sensi, ristabilendo la vera percezione. Tale facoltà, corrispondente in sostanza alla ‛ fantasia ', fornisce all'intelletto o ragione il materiale per intendere, per raziocinare (discorso; " sine imaginativa et cogitativa nihil intelligit intellectus " afferma Averroè (An. III, t.c. 20). Di qui le interpretazioni che spiegano d. come " ragionamento " (Porena), o " la materia del discorrere ", cioè del dedurre e del giudicare (Tommaseo, seguito da altri).