DISCORDO (fr. prov. descort)
Varietà della canzone, che si trova primamente nella poesia francese e provenzale e ha esempî anche nella portoghese e nella spagnola. Caratteristica essenziale ne è la discordanza metrica e melodica e l'indivisibilità delle strofe di contro alla normale uguaglianza e divisibilità nel tipo classico della canzone (v.). Tale discordanza (cui non è necessario corrisponda quella intima dei sentimenti del poeta) si estende in qualche caso al linguaggio che è diverso in ogni strofa, come nei discordi di Rambaldo de Vaqueiras e Bonifacio Calvo, l'uno in cinque e l'altro in tre lingue, e in quello pur trilingue attribuito a Dante. Per l'argomento prevale l'amore, ma si hanno anche discordi politici, p. es., quello del suddetto Calvo, o satirici, come alcuni portoghesi. I pochissimi discordi italiani si trovano fra le poesie di Giacomo da Lentini, Giacomino Pugliese e di qualche altro rimatore del sec. XIII. Poi passò in disuso.
Bibl.: A. Jeanroy, L. Brandin et P. Aubry, Les lais et descorts français du XIIIe siècle: Textes et musique, Parigi 1901; A. Restori, in Rivista musicale italiana, VIII, fasc. 4; K. Appel, Vom Descort, in Zeitschrift für rom. Philologie, XI, p. 210; N. Zingarelli, Intorno a due trovatori in Italia, Firenze 1899, p. 55, n. 3; H. R. Lang, The Descort in old Spanish and Portuguese Poetry, in Beiträge zur rom. Philologie, Festgabe für G. Gröber, Halle 1899, pp. 484-506. Per il discordo di R. de Vaqueiras, v. V. Crescini, in Nuovi studi medievali, I, pp. 73-106; per quello del Calvo, v. M. Pelaez, in Giornale Ligustico, XVIII (1891). L'elenco dei discordi italiani in L. Biadene, Indice delle canzoni italiane del sec. XIII, Asolo 1896, p. 34; il discordo attribuito a Dante nel volume delle Opere, ediz. critica della Società Dantesca italiana, Firenze 1921, p. 127.