disciogliere
Nel senso proprio, concreto, di " slegare ", ricorre in Pg XXXII 158, detto del feroce drudo che disciolse il mostro, il carro simbolico della Chiesa, che il grifone aveva legato all'albero (v. 51); e così, al participio, in If XXXI 101 vedrai Anteo / ... che parla ed è disciolto, cioè non è avvinto / dal collo in giù da una catena, come Fialte (vv. 88-89). In Vn XXIII 23 46 è riferito alle donne che vanno per via disciolte, cioè " con i capelli sciolti ", come risulta anche dal commento (visi di donne scapigliate, § 4). Ma prevale il senso figurato: in Pg XXVIII 21 il verbo è usato a proposito di Eolo che all'appressarsi della primavera scilocco fuor discioglie.
Con riferimento a legami di carattere spirituale: io discioglierò 'l forte legame / in che ti stringon li pensier sottili (Pd XXXII 50); e cfr. ancora Rime C 34 e tutti li animali che son gai / di lor natura, son d'amor disciolti, al participio con valore predicativo, come in altri casi (v. oltre); Pd III 117, detto della gran Costanza che, anche quando al mondo fu rivolta / contra suo grado... / non fu dal vel del cor già mai disciolta. In Pg XIX 16 si tratta della femmina balba, cui lo sguardo di D. rendeva scorta / la lingua... e lo smarrito volto... colorava. / Poi ch'ell'avea 'l parlar così disciolto [cioè, dopo che " si era liberata " dall'impaccio che le impediva di parlare], cominciava a cantar. Infine, in Pg XXVIII 106 in questa altezza ch'è tutta disciolta / ne l'aere vivo, tal moto percuote, d. vale " libera ": tale valore si rafforza nello stretto rapporto con il complemento ne l'aere vivo, poiché l'altezza è libera dalle esalazioni terrestri (vv. 97-102) e spazia nell'aria pura che liberamente si volge con la prima volta (v. 104).