discigliare
Nella canzone Lo doloroso amor (Rime LXVIII), al v. 44, per correzione della forma distilli del codice Ricc. 1091, il Barbi ha ristabilito congetturalmente la lezione Morte, che fai piacere a questa donna, / per pietà innanzi che tu mi dis[c]igli, / va da lei. Come documentò ampiamente il Biadene, il verbo ‛ (de)sciliare ' compare frequentemente in testi dell'area centro-meridionale con il significato di " rovinare ", " distruggere ", " straziare "; oltre che in Iacopone (Donna de paradiso 42 " che ne la croce è tratto, / stace su descilïato "), esso è attestato anche nelle Storie de Troia e de Roma (" Cesar... fugìo in Ematia con tutta l'oste soa sciliata "), e in più luoghi della Vita di Cola.
Una forma di ‛ scigliare ' con il medesimo significato fu ristabilita congetturalmente dal Parodi anche in Detto 178 (La sua fronte e le ciglia / bieltà d'ogne altre sciglia), a correzione del ciglia recato dal manoscritto. Il significato attribuibile al verbo giustifica il suo accostamento, proposto dal Parodi, all'antico francese essillier, eissillier (e al provenzale issilhar ricordato dal Contini nel commento alle Rime, ad l.); lascia invece perplessi il richiamo del Biadene a ‛ discigliare ', ben documentato nel linguaggio tecnico della falconeria con il significato di " scucire le ciglia al falcone ".
Bibl. - L. Biadene, Contrasto della Rosa e della Viola, in " Studi di Filologia Romanza " VII (1899) 99 ss.; Segre-Marti, Prosa 415.