discendere
Verbo di uso molto largo, ma limitato in pratica al Convivio e alla Commedia (tre soli esempi nelle Rime, nessuno nelle altre opere). Quasi esclusivo il costrutto intransitivo. Nella grande maggioranza dei casi il verbo è nel senso proprio di " procedere verso il basso ", " scendere "; ma la molteplicità e l'eterogeneità dei soggetti, anche astratti, porta a diverse sfumature e differenziazioni semantiche, rendendone quanto mai vario l'uso.
Nell'Inferno d. è riferito spesso a D. e a Virgilio che procedono di cerchio in cerchio - Così discesi del cerchio primaio / giù nel secondo, V 1 - verso il centro del baratro (nel cieco mondo [IV 13] o, metaforicamente, a maggior pieta [VII 97; e cfr. ancora XIX 41, XXIX 52 e 94; a ‛ discesa ' nell'Inferno si allude anche in If IX 17, XII 35, Pd XVII 21; nel Limbo, in Pg XXII 13]), o di vello in vello (If XXXIV 74) lungo il corpo di Lucifero, per giungere alla natural burella che li porterà nell'altro emisfero. In If XIX 126 si tratta di risalire dal fondo di una bolgia per accedere alla successiva: Virgilio mi prese / ... rimontò per la via onde discese / ... men portò sovra 'l colmo de l'arco / che... al quinto argine è tragetto.
Più genericamente, per " recarsi in un luogo più in basso ": ancora nell'Inferno, i demoni, prima nascosti sotto il ponte della bolgia, assai prestamente / di qua, di là discesero a la posta (XXII 148) che, " giù in basso nella bolgia, non può essere che una specie di banchina che fiancheggia... il fosso di pece " (Porena; il Tommaseo, riprendendo il generico " luogo a ciascuno assegnato " dell'Andreoli, pensa a un termine specifico della caccia, e cita un passo del Firenzuola: " Il capocaccia partì i cacciatori alle poste; sciolsero i bracchi "); Virgilio ‛ discende ' ne la barca di Flegiàs (VIII 25), mentre da quella di Caronte le anime dei dannati " sbarcano " di là (III 119), sull'altra sponda dell'Acheronte. Ancora in questo senso, con precisa indicazione geografica: Pg IV 25 Vassi in Sanleo e discendesi in Noli [che " est terra... in riperia Ianuae supra mare, subiecta monti altissimo scabroso, ad quam est difficillimus descensus ", Benvenuto], / montasi su in Bismantova...; la popolazione di Firenze discese di Fiesole ab antico (If XV 62; così anche in Pd XVI 122).
Ancora in senso proprio, nelle uniche tre occorrenze con costrutto transitivo: già... discende l'erta il messo celeste, che permetterà l'accesso alla città di Dite (If VIII 128); Noi discendemmo il ponte (XXIV 79); e nel Purgatorio è ricordato Gedeone che inver' Madïan discese i colli (XXIV 126).
Altrove si tratta di esseri alati: del falcone (If XVII 130), dell'aquila (parea che... / terribil come folgor discendesse, Pg IX 29), o della fera Gerione, che lentamente rota e discende (If XVII 116) verso Malebolge; oppure di corsi d'acqua, che talvolta, nella nostalgica rievocazione dei dannati, suggeriscono immagini di dolce serenità - la marina dove 'l Po discende / per aver pace co' seguaci sui, If V 98; Li ruscelletti che d'i verdi colli / del Casentin discendon giuso in Arno, XXX 65 -, talvolta riportano alla cupa atmosfera infernale, come il tristo ruscel che forma la palude Stigia quand'è disceso / al piè de le maligne piagge grige (VII 107; e cfr. ancora XXXIV 130, Pg XIV 52 [l'Arno], XXVIII 127 [il Lete], Pd XI 43 [il Chiascio]). La nave che per torrente giù discende (Pd XVII 42) si avvia verso la foce; detto della riva (If XX 72), d. vale più propriamente " declinare ", " essere in pendio " (e cfr. l'una costa surge e l'altra scende, XXIV 40).
Altrove si tratta di spiriti beati, come s. Pier Damiano, che ‛ discende ' per li gradi de la scala santa (Pd XXI 65; cfr. anche, al v. 31, Vidi... per li gradi scender giuso / tanti splendor); di nuovo nel senso più generico di " avviarsi verso il basso ", è detto della milizia santa che, come schiera d'ape, nel gran fior [la candida rosa] discendeva (XXXI 10). Due volte nel Convivio (IV V 3 e 7) si allude alla discesa in terra di Cristo (per cui cfr. anche Pd VII 30 al Verbo di Dio discender piacque nel grembo di Maria [nella '21 si legge qui di scender]), una a quella dell'angelo di Dio che discese di cielo, e vegnendo volse la pietra del sepolcro ormai vuoto (Cv IV XXII 15, esplicita traduzione da Matt. 28, 2). Ancora un angelo, e precisamente Gabriele, è quello amor che primo lì discese, / cantando ‛ Ave, Maria... ' (Pd XXXII 94). Anche in Pd I 6 e X 87 D. allude a discese dal cielo, con riferimento, sia pure indiretto, alla propria straordinaria esperienza, mentre in Pg XXXI 107 si fa riferimento alla nascita di Beatrice: pria che Beatrice discendesse al mondo.
In alcuni passi del Convivio soggetto del verbo sono gli elementi naturali, le corpora simplici che hanno amore naturato in sé a lo luogo proprio, e però la terra sempre discende al centro (Cv III III 2) " per gravitatem " (cfr. Tomm. Sum. theol. II 26 1); o il fuoco che, secondo l'opinione di Pitagora, quando parea salire, secondo lo vero al mezzo discendea (Cv III V 5). Con allusione al moto del sole, in Cv III V 16 (due volte), e in Pd XX 2, con più preciso riferimento al tramonto; cfr. anche Cv III XIV 3 vedemo lo sole che, discendendo lo raggio suo qua giù, reduce le cose a sua similitudine di lume; IV XX 8 spelunche sotterranee, dove la luce del sole mai non discende. I venti, visibili o no, che talvolta ‛ discendono ' da fredda nube (Pd VIII 22), sono, rispettivamente, i fulmini (cioè i vapori accesi di Pg V 37: " Secondo la fisica aristotelica, i venti nascono dall'urto di vapori caldi... con le fredde nubi ", Chimenz) o i venti veri e propri.
In alcuni passi, soprattutto del Convivio, l'uso di un soggetto astratto accentua il valore figurato del verbo, che tuttavia è adoperato sempre nella consueta accezione di " procedere verso il basso ": In lei [la donna] discende la virtù divina (Cv III Amor che ne la mente 37, ripreso o illustrato in V 2, VII 2 [due volte] e 7 [due volte], XIV 2 [tre volte] e 9); altrove, a commento di Cv IV Le dolci rime 116, si ragiona del subietto dove questo divino dono [la gentilezza: cfr. v. 101] discende: ch'è bene divino dono, secondo la parola de l'Apostolo: " Ogni... dono perfetto di suso viene, discendendo dal Padre de' lumi " (IV XX 6; analogamente al § 10); e cfr. ancora II VI 9, III II 4, detto della forma sustanziale che discende nella materia; IV XX 2 (seconda occorrenza), della vertude; XXI 1, della umana bontade, 7 (la vertude intellettuale), 9 (celestiale anima discese in noi, traduzione da Cic. Senect. XXI 77) e 10 tanto discenderebbe in quella [l'anima] de la deitade, che...; Pd XIII 61 la viva luce [la potenza creatrice di Dio] ... il suo raggiare aduna / ... in nove sussistenze / ... Quindi discende a l'ultime potenze. Si può accostare a questi passi quello di Pd XXXI 78 süa effige [di Beatrice] / non discendëa a me per mezzo mista. In Rime CIII 52 si tratta invece del colpo di Amore; in Rime dubbie III 5 7 della saetta che discende dai belli occhi ond'io son vago.
Con più deciso valore figurato, due volte, contrapposto a ‛ salire ', il verbo indica l'alternarsi di due condizioni opposte: qui parla l'una de le parti, e là parla l'altra; le quali diversamente litigano... Onde non è maraviglia se là dice ‛ sì ', e qui dice ‛ no ', se bene si guarda chi discende e chi sale (Cv II XV 9; analogamente in III VII 6); contrapposto a ‛ montare ', si riferisce allo svolgersi della vita umana, che procede a imagine di... arco, montando e discendendo (IV XXIII 6; la metafora è ripresa in XXIV 4 sì come l'adolescenzia... precede, montando, a la gioventute, così lo discendere, cioè la senettute... succede a la gioventute [l'infinito è sostantivato], e in Pg XIII 114 discendendo l'arco d'i miei anni, dove è da notare il costrutto tipo ablativo assoluto).
Il verbo è adoperato anche per indicare la ‛ discendenza ' per nascita: Cv IV VII 5 colui è vile, cioè non gentile, che disceso di buoni è malvagio (cfr. Le dolci rime 62 Né voglion che vil uom gentil divegna, / né di vil padre scenda / nazion che...); Pg VIII 119 non son l'antico, ma di lui discesi; e così ancora Cv IV VI 12, VII 9 (in un'integrazione accolta anche dalla Simonelli, ma non nella '21), XV 2, XXIX 1 e 7, Pd VIII 83, XVI 97. Analogamente in Cv IV XV 5 conviene l'umana generazione da diversi principii essere discesa, cioè da uno nobile e da uno vile. In questo senso ricorre il participio presente sostantivato: appresso la sua morte [di Federico II] e de li suoi discendenti, IV III 6; cfr. anche XXIX 5.
Di una diversa discendenza - cioè nel senso etimologico - si tratta in Cv IV VI 3 Questo vocabulo... può discendere da due principii (la metafora si continua ai §§ 4 e 5, dove ancora il verbo ricorre); in un altro caso si allude alla derivazione di un colore dall'altro: lo perso dal nero discende (XX 2).
Il significato di " procedere verso il basso " è ancora presente, sia pure molto attenuato e sempre in senso metaforico, in Pd XV 44 l'arco de l'ardente affetto / fu sì .sfogato, che 'l parlar discese / inver' lo segno del nostro intelletto, cui si può accostare Rime CVI 54 discenderò del tutto / in parte ed in costrutto / più lieve, " dall'universale al caso particolare " (Contini) e a un tipo di espressione più comprensibile (e cfr. ancora Cv IV XIII 7, dove si parla di desiderii... a certo termine discendenti, cioè che possono essere soddisfatti, in quanto sono ‛ misurati ' secondo la possibilitade de la cosa desiderante [III XV 8]) ma tale significato finisce con lo scomparire là dove il verbo è usato a indicare il passaggio da uno ad altro argomento: ne la seconda [parte] discendo a laude speziale de l'anima (Cv III V 1; e così XIII 3, XIV 1 [due volte], XV 11).
Vedi anche SCENDERE.