discacciare
Ricorre sempre in poesia (con la sola eccezione di un passo del Convivio), e sempre nella forma del participio passato, talvolta con valore di aggettivo. Dal senso proprio di " scacciare ", " allontanare con mal garbo ", documentato in Fiore CXIII 9 Ha 'ncor di gentil gente discacciata, / che non son costumati a lavorare, e CXIX 9, si passa, per estensione, al significato di " esiliare ": Rime CIV 10 Ciascuna par dolente e sbigottita, / come persona discacciata e stanca; Cv II XII 2 misimi a leggere quello non conosciuto da molti libro di Boezio, nel quale, cattivo e discacciato, consolato s'avea; Fiore CXIX 5.
Ancora nel senso di " allontanare ", ma nell'uso figurato, in Vn XIV 8 Allora io, riposato alquanto, e resurressiti li morti spiriti miei, e li discacciati rivenuti a le loro possessioni, dissi; XXXIX 2 discacciato questo cotale malvagio desiderio.
D. usa anche ‛ scacciare ' (v.), sia in poesia che in prosa. Anzi, a discacciati [spiriti] della prosa di Vn XIV 8 corrisponde nel sonetto (XIV 12 14) scacciati.