disastro ambientale
locuz. sost. m. – Evento di vasta portata con effetti negativi sull’ambiente in termini di danno grave negli equilibri naturali e nel funzionamento dei sistemi socio-economici e politico-istituzionali delle comunità interessate. Benché sulla definizione non tutte le interpretazioni concordino, in genere, relativamente alle cause che possono determinare un d. a., si distinguono quelle di origine naturale e quelle di origine antropica (altrimenti dette cause tecnologiche). Le prime si riferiscono a eventi di natura idro-meteorologica (inondazioni, tempeste, cicloni, ondate di freddo o caldo intenso, ecc.), geofisica (terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami, smottamenti, frane) e biologica (epidemie, contaminazioni); le seconde fanno riferimento a un ampio ventaglio di eventi derivanti da errore o disattenzione umana, ma anche sottovalutazione di rischi, nella gestione di attività più o meno pericolose soprattutto in ambito industriale ed energetico. In base ad alcune interpretazioni, solo i disastri causati da eventi di origine antropica/tecnologica rientrerebbero nella categoria dei d. a., mentre i disastri determinati da eventi naturali si definirebbero 'naturali'. Secondo tale interpretazione, un disastro naturale può a sua volta essere all’origine di un d. a. come, per esempio, nel caso del terremoto e dello tsunami del marzo 2011 in Giappone (regione di Tōhoku) a seguito dei quali le centrali nucleari di Fukushima I e II hanno subito gravi danni con conseguente fuoriuscita di radiazioni (v. Fukushima, catastrofe di). Riguardo agli effetti dei d. a., le varie interpretazioni sono più o meno concordi nel ritenere che essi dipendano o derivino: dall’entità dell’evento in termini di numero di persone colpite, estensione spaziale interessata, numero e qualità delle risorse naturali compromesse e degli elementi e risorse antropici colpiti; dalla vulnerabilità del territorio determinata dalle scelte collettive e individuali che nel corso del tempo definiscono una maggiore o minore esposizione a rischi e pericoli; dalla capacità simbolica, materiale e organizzativa della comunità di resistere e di reagire all’evento a livello politico-istituzionale, economico e sociale. Nel dibattito più recente, emerge la tendenza a ridimensionare l’enfasi posta sugli aspetti naturali dei d. a., sia in termini di cause che di effetti, ritenendola fuorviante soprattutto sul piano delle scelte politico-istituzionali di gestione del territorio in funzione della prevenzione dei rischi. La 'naturalità' dei disastri, in effetti, implicherebbe una presunta imprevedibilità e ineluttabilità (v. ).