DISARMO (XIII, p.1; App. I, p. 518)
Mentre gli anni che corrono verso la seconda Guerra mondiale sono caratterizzati da vasti programmi di riarmo, decisi da tutti gli stati, già nel corso della guerra si riprese a discutere della necessità del disarmo e dei mezzi più opportuni per garantirne una generale attuazione, accettata da tutti gli stati. Cominciò a farvi riferimento la Carta Atlantica (v. in questa App.) che al punto ottavo ritiene "essenziale" il disarmo delle nazioni che minacciano o possono minacciare la pace, in attesa di un "un ampio e generale sistema di sicurezza". Veniva così per la prima volta affermato il principio affatto nuovo del disarmo differenziato, che portava direttamente a riconoscere l'esistenza di un gruppo di potenze egemoniche, garanti dell'ordine mondiale.
La Carta delle Nazioni Unite (v. in questa App.), da parte sua, affida contemporaneamente all'assemblea generale (art. 11) e al Consiglio di sicurezza (art. 26) il compito di "formulare piani da sottoporre ai membri delle Nazioni Unite per lo stabilimento di un sistema per la riduzione degli armamenti" e per "assicurare che tale regolamentazione e riduzione degli armamenti e delle forze armate venga universalmente osservata da tutti i partecipanti e non unilateralmente da taluni di essi". In particolare, dichiarava "obiettivo urgente" la "proibizione e l'eliminazione dagli armamenti nazionali delle armi atomiche e di tutte le altre maggiormente adattabili, adesso e in avvenire, alla distruzione di massa", si raccomandava l'istituzione di un controllo internazionale dell'energia atomica e di altre scoperte scientifiche in modo da assicurare il loro uso solo per compiti pacifici. Una commissione per l'energia atomica venne infatti stabilita il 24 gennaio 1946. Un anno più tardi, il 13 febbraio 1947, il Consiglio di sicurezza istituì una commissione per gli accordi sugli armamenti col compito di formulare proposte: a) per un regolamento generale e la riduzione degli armamenti e delle forze armate; b) per stabilire le garanzie opportune allo scopo di rendere effettive queste misure.
Il problema del controllo dell'energia atomica e quello della riduzione degli armamenti furono sempre strettamente uniti nelle discussioni dinanzi al Consiglio di sicurezza (31 dicembre 1946-13 febbraio 1947). Mentre da parte sovietica ci si espresse nel senso di ritenere urgente la formulazione di proposte per una riduzione generale degli armamenti e delle forze armate, da parte degli Stati Uniti si sostenne come più immediata la necessità di stabilire un controllo sull'energia atomica come "chiave di volta" di tutto il problema. Ci si accordò, alla fine, nel senso di far procedere di pari passo la trattazione dei due problemi.
Dopo due anni di lavoro e di discussioni intense, spesso bizantine e polarizzate su questioni di procedura, sia il controllo dell'energia atomica (v. bomba atomica, in questa App.), sia gli sforzi per raggiungere un disarmo mondiale, sono giunti a un completo insuccesso. La commissione per il disarmo il 27 agosto 1948 sospese la sua attività approvando con 9 voti favorevoli e 2 contrarî (Russia e Ucraina) una mozione presentata dal delegato britannico, sir Alexander Cadogan, in cui si dichiarava che "un sistema per la regolamentazione e la riduzione degli armamenti e delle forze armate può essere realizzato solo in una atmosfera di fiducia internazionale", mentre si riconoscevano le seguenti condizioni come pregiudiziali per l'attuazione di un disarmo internazionale: a) controllo internazionale dell'energia atomica; b) trattati di pace con la Germania e col Giappone; c) un adeguato sistema di controllo e di salvaguardia contro le possibili violazioni.
Bibl.: U.N. Bulletin, gennaio 1948; M. Salvin, Soviet Policy toward disarmament, in International Conciliation, febbraio 1947.