COORNHERT, Dirck Volckertszoon
Uomo di stato e umanista olandese, nato ad Amsterdam nel 1522, morto a Gouda il 29 ottobre 1590. Prima notaio, poi segretario e pensionario (cioè avvocato consigliere) della città di Haarlem, venne in contatto con lo statolder Guglielmo I d'Orange, che lo apprezzò molto, e, divenuto suo partigiano convinto, favorì la rivolta contro il regime spagnolo. Era pure amicissimo del conte Enrico van Brederode, capo degl'insorti, e per queste relazioni sospette, nel 1567, fu incarcerato a L'Aia. Rimesso in libertà, fu spiccato un nuovo ordine d'arresto; il C. allora fuggì col fratello oltre il confine e fu condannato in contumacia all'esilio permanente e alla confisca dei beni (1568). Tornato in patria nel 1572, dopo la cacciata degli Spagnoli, fu nominato segretario degli stati d'Olanda, ma, per l'imparzialità con cui perseguitò i delitti commessi da alcuni capi fanatici degl'insorti, fu costretto ad abbandonare il suo impiego e a recarsi nuovamente all'estero. Soltanto dopo la pacificazione di Gand, nel 1576, tornò e si stabilì come notaio prima a Haarlem, poi a Gouda.
I numerosi scritti del C., ispirati da sentimenti di tolleranza, gli valsero l'odio dei calvinisti. Da umanista e da buon cristiano il C. era contrario agli eccessi di persecuzione, da qualunque parte venissero, e difendeva la libertà di coscienza. Ma il suo spirito illuminato fu compreso da pochissimi contemporanei. Nel 1582 il suo Saggio per un catechismo cristiano non fu neanche accettato dagli Stati d'Olanda. Con traduzioni da Cicerone (De Officiis) e da Boezio (De consolatione philosophiae), cercò di contribuire all'erudizione spirituale dei suoi compatrioti. Tradusse anche cinquanta novelle del Boccaccio (1562-64); la sua opera principale è tuttavia una Ethica, edita solamente nel 1630, nella quale cercò di armonizzare lo stoicismo col cristianesimo.
Bibl.: G. Dilthey, L'anima dell'uomo e l'intuizione della natura dal Rinascimento al sec. XVIII, trad. di G. Sanna, Venezia 1927, voll. 2.