DIPSOMANIA (dal gr. δίψα "sete" e μανία "mania")
Attrazione accessuale, violenta, improvvisa per gli alcoolici. Negli intervalli, talvolta lunghissimi, fra gli accessi, i dipsomani si riducono senza sforzo all'astinenza; qualche volta provano addirittura ripugnanza per le bevande alcooliche. Gli accessi si manifestano con malessere somatico e psichico, un senso di malcontento e d'inquietudine, che cerca invano sollievo nell'azione dell'alcool. Il dipsomane beve avidamente, senza gustare ciò che beve; non esita ad affrontare sacrifizî, umiliazioni, a compiere atti ai suoi stessi occhi riprovevoli o delittuosi, quando siano necessarî per procacciarsi l'alcool. Spesso i dipsomani tollerano dosi fortissime d'alcoolici senza dar segno d'ubbriachezza; oppure l'ubbriachezza si manifesta in forma anormale, con stordimento grave, confusione, angoscia e delirî rudimentali. Durante la crisi v'è inappetenza e insonnia. Dopo alcuni giorni subentra uno stato di malessere con ripugnanza agli alcoolici, nausea, stordimento, talvolta persino amnesia dell'accesso. I più tipici casi di dipsomania si presentano in epilettici conclamati. Se la crisi è isolata, può indurre al sospetto d'un'epilessia larvata, sospetto che spesso è confermato dagli antecedenti patologici e dalle note somatiche di tipo epilettico. Può anche sopraggiungere in seguito a traumi cerebrali o come sintoma d'una epilessia tardiva. Anche le distimie cicliche o periodiche possono manifestarsi con crisi di dipsomania. D'altra parte, in tutti gli stati d' eccitamento o che appartengano come crisi maniache alle psicosi affettive, o che siano un sintoma di paralisi progressiva, di demenza senile o d'altre psicosi, si osservano spesso impulsi coi caratteri della dipsomania.