DIPENO (Δίποινος, Dipoenus)
Scultore ricordato insieme al fratello Scilli. Nati in Creta verso il 580 a. C., vennero a Sicione, ove ottennero dallo stato la commissione di quattro simulacri, di Apollo, Artemide, Eracle, Atena. Per un torto subito fuggirono in Etolia, lasciando imperfetto il lavoro, ma l'oracolo di Delfi impose ai Sicionî di richiamare i maestri. Tale il racconto che Plinio (Nat. Hist., XXXVI, 9) ha tratto da una fonte greca: egli li ritiene fondatori della scuola sicionia e aggiunge (ivi, 14) che lavoravano soltanto marmo di Paro, e che delle opere loro molte erano state ad Ambracia, Argo e Cleone. Pausania ricorda un'Atena a Cleone (II, 15,1), i Dioscuri e altre figure ad Argo (v. avorio); dice che gli artisti erano scolari e, secondo alcuni, figli di Dedalo, nati da una donna di Gortina. Clemente Alessandrino menziona altre due statue: di Eracle a Tirinto e di Artemide Munichia a Sicione. Meno attendibili sembrano altre notizie presso Mosè di Chorene e Giorgio Cedreno. Pausania attribuisce ai maestri parecchi allievi e, tra questi, Clearco da Reggio (v.) che, egli dice, si riteneva pure scolaro di Dedalo. Quest'ultimo accenno dimostra il carattere leggendario della tradizione: certi sono soltanto i nomi, e se pure v'erano delle firme sulle sculture, non è credibile che fossero accompagnate dall'indicazione della patria, perché in tal caso Pausania nominerebbe una determinata città. Qualche studioso moderno ha preso i testi qui citati come punto di partenza per attribuire origini cretesi alla scultura arcaica del Peloponneso.
Bibl.: W. Amelung, in Thieme-Becker, Künstl.-Lex., IX, 1913, p. 323.