DIOTISALVI (Dietisalvi) di Speme
L'attività artistica di questo pittore, documentato a Siena dal 1250 al 1291, è nota solo da quattro tavolette che servivano come copertura dei registri nei quali venivano annotate le entrate e le uscite del Comune di Siena e che, dalla denominazione dell'ufficio, presero il nome di "Biccherne".
L'uso di dipingere le tavolette lignee di legatura a tali codici, che inizialmente erano quattro per ogni anno (due recanti sulla copertina gli stemmi dei quattro provveditori e due il ritratto del camarlingo: erano insieme a capo dell'ufficio della Biccherna) e che poi, agli inizi del sec. XIV, si ridussero a due (con la rappresentazione sia del ritratto del camarlingo, sia degli stemmi dei provveditori), è esclusivamente senese e inizia nel 1258.
Come risulta dai pagamenti annotati in questi stessi registri, D. ebbe una serie ininterrotta di commissioni dal 1259 al 1272 e, successivamente, in maniera saltuaria, fino al 1288, per un totale di ventinove Biccherne: rimangono solo quelle, relative agli anni 1264, 1267, 1270, 1282.
La prima, relativa al periodo luglio-dicembre 1264, si trova nell'Archivio di Stato di Siena e rappresenta, come ricorda l'iscrizione a fianco, il camarlingo Ildebrandino Pagliaresi, entro un'architettura che allude evidentemente all'ufficio della Biccherna; è in piedi, dietro un tavolo sul quale sono collocati un libro aperto, una borsa contenente del denaro e dei soldi sparsi; accanto è lo stemma della famiglia Pagliaresi.
Nell'Archivio di Stato di Siena si trovano anche la Biccherna del 1267, che reca solo gli stemmi dei quattro provveditori, e quella relativa al semestre gennaio-giugno 1270, raffigurante il camarlingo Ranieri Pagliaresi di profilo.
A Budapest (Szépmüvészeti Muzéum) si trova dal 1872, donata da A. Ipolyi e proveniente dalla vendita della collezione Ramboux, la tavoletta relativa al 1282, raffigurante il camarlingo don Ghiffolino Nazi, abate di S. Donato, ritratto a mezzo busto, mentre mette denaro in una borsa.
Deve essere, invece, tolta dall'elenco delle opere di D. la Biccherna del 1278, con il camarlingo don Bartolomeo de Alexis, monaco di S. Galgano, a lui tradizionalmente riferita, già appartenente alla collezione Ramboux e dispersa nella vendita del 1867, in quanto, come ha dimostrato A.M. Giusti (Una biccherna..., in Commentari, XXV [1974], p. 275), che ne ha anche individuato l'attuale ubicazione (Berlino, Staatliche Museen), si tratta di un'opera del pittore Rinaldo.
Dall'esame delle tavolette superstiti emerge in maniera chiara che D. era estraneo alla corrente stilistica bizantineggiante, allora imperante a Siena, e si collegava, invece, a una tradizione precedente di impronta romanica.
Abitante, secondo il Romagnoli, che ricorda il pittore anche come decoratore di cassoni e gonfaloni (c. 1835, I, pp. 162, 167), in contrada S. Egidio de' Malavolti e, secondo il Lisini (1898, pp. 39-41), in quella di S.Donato. a Siena, ed erroneamente citato in alcune fonti come appartenente alla famiglia Petroni, D. è documentato non dal 1256, come viene generalmente riferito, ma dal 1250: è in una Biccherna di quell'anno, oggi perduta, che veniva citato "Dietisalvi Pictori Pro acconciatura et signatura Porte di Camporegis", come leggiamo in una trascrizione del documento, fatta intorno alla metà del sec. XVIII da Giovan Girolamo Carli (Siena, Bibl. comun., ms. C.VII.20 c. 131).
Fonti e Bibl.: G. Della Valle, Lettere sanesi... sopra le belle arti, I, Venezia 1782, p. 273; L. De Angelis, Ragguaglio del nuovo Istituto delle belle arti, Siena 1816, pp. 17 s.; E. Romagnoli, Biografia cronologica de' bellartisti senesi (c. 1835), ed. anast., Firenze 1976, I, pp. 155-169; G. Milanesi, Catal. della Galleria dell'Acc. di belle arti di Siena, Siena 1852, p. 8; Siena, Amministr. provinciale - F. Brogi, Inventario generale degli oggetti d'arte della provincia di Siena (1862-65), III, n. 80 (copia dattiloscritta nella biblioteca della Soprint. per i beni artistici e storici di Siena); Catalog der nachgelassenen Kunst-Sammlungen des Herrn J. A. Ramboux. Versteigerung zu Cöln am 23 Mai 1867 durch J. M. Haberle, Köln 1867, nn. 7, 349; G. Milanesi, Sulla storia dell'arte toscana, Siena 1873, pp. 43, 95; A. Lisini, Notizie di Duccio pittore, in Bull. senese di storia patria, V (1898), pp. 39-41; Id., Le tavolette dipinte di Biccherna, e di Gabella del R. Archivio di Stato di Siena, Siena 1901, tavv. III-V, IX; W. Heywood, A pictorial chronicle, Siena 1902, pp. 23, 32 s., 106; J.A. Crowe-G. B. Cavalcaselle, A history of Painting in Italy, London 1903, pp. 159 s.; P. Bacci, La R. Pinacoteca di Siena, in Bull. senese di storia patria, n. s., IV (1933), p. 3; E. B. Garrison, Italian Romanesque panel painting, Firenze 1949, pp. 17, 225 s.; E. Carli, Le tavolette di Biccherna e di altri uffici dello Stato di Siena, Firenze 1950, pp. 24 s., 27 s.; U. Morandi, Le Biccherne senesi, Siena 1964, pp. 36, 38, 40; A. Pigler, Katalog der GaIMe alter Meister-Budapest, Budapest 1967, p. 190; A.M. Giusti, in Il gotico a Siena (catal.), Firenze 1982, pp. 37 s.; Le Biccherne, Roma 1984, pp. 22, 46, 50, 52, 62; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 321; Diz. encicl. Bolaffi, IV, p. 147.