diossina
Composto organico eterociclico contenente un anello esatomico con 2 doppi legami e 2 atomi di ossigeno. Il termine è però utilizzato com. per i derivati dibenzo clorurati, che contengono due anelli benzenici legati da due atomi di ossigeno e un numero variabile di atomi di cloro presenti (da 1 a 8) in diverse posizioni sugli anelli benzenici. Il più noto di questi è la 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD).
La d. non è biodegradabile ed è molto stabile (resiste a temperature anche molto alte); si infiltra nel terreno per poi ritrovarsi anche a distanze rilevanti. Si può formare nei processi chimici che utilizzano composti clorurati (produzione di erbicidi, fungicidi, ecc.) e in altre produzioni di tipo industriale. Un’altra fonte importante è costituita dai processi termici (combustione, incenerimento, pirolisi), eseguiti su rifiuti (urbani, industriali, ospedalieri).
Anche in dosi molto ridotte la d. risulta tossica: nell’uomo produce diversi tipi di lesioni (cutanee, oculari, epatiche, emorragiche) ed è anche responsabile di aborti, teratogenesi, alterazioni cromosomiche. Si può formare sia attraverso diverse sintesi, sia come impurezza nella fase di idrolisi alcalina del tetraclorobenzene durante la preparazione del triclorofenolo, composto intermedio nella produzione di erbicidi triclorofenossiacetici (per es., il 2,4,5-T). Mediamente il 90% dell’esposizione umana alla d., eccettuate situazioni di esposizione a fonti puntuali (impianti industriali, inceneritori, ecc.), avviene attraverso gli alimenti (in partic. tramite il grasso di animali a loro volta esposti a d.) e non direttamente per via aerea. Di conseguenza, la d. risale la catena alimentare umana passando dai vegetali agli animali erbivori, ai carnivori fino all’uomo. L’emivita della TCDD nell’uomo va da circa 6 a 11 anni. In molti paesi si tende a vietare l’impiego di erbicidi che possono contenere diossina.
L’uso che hanno fatto gli USA del 2,4,5-T durante la guerra del Vietnam ha creato gravi problemi di inquinamento dell’ambiente a causa della presenza di TCDD; analoghi problemi sono stati provocati da fughe di d. verificatesi durante il processo di preparazione del triclorofenolo, come quella, notevole, avvenuta a Seveso il 10 luglio 1976 nella fabbrica dell’Icmesa. La d. si forma anche, in particolari condizioni, nell’incenerimento di composti clorurati organici.