DIOPOS (Δίοπος, Diŏpus)
Nome di uno dei tre fictores, con Eucheiros, Eugrammos che, secondo Plinio (Nat. hist., xxxv, 152), accompagnarono Demarato, il padre di Tarquinio, quando venne in Etruria profugo da Corinto alla metà del VI sec. a. C. In questi tre nomi sono evidentemente adombrate tre arti: Eucheiros infatti significa buona mano e si pensa possa rappresentare la scultura; D., tubo per traguardare, potrebbe simboleggiare l'architettura o, piuttosto, l'arte del fare i fori di aereazione così necessarî per la cottura delle statue in argilla quanto per la fusione in bronzo. Eugrammos, buona linea, significherebbe l'arte del disegno e quindi anche la pittura. Comunque, restando il fondo leggendario di questo racconto, è interessante constatare come i Romani, e forse gli stessi Etruschi, avessero la coscienza della derivazione dell'arte loro dalla Grecia. Plinio infatti aggiunge che per mezzo di questi tre artisti fu introdotta in Italia l'arte del modellare (plasticen).
Bibl.: B. Sauer, in Thieme-Becker, IX, 1913, p. 319.