Solomòs, Dionisio
Poeta greco (Zante 1798 - Corfù 1857). Travagliato dal proposito di esprimere nel greco volgare sentimenti nazionali (le " Sostanze ") sublimandoli in forme ardite, stampò ben poco durante la vita e lasciò alla posterità numerosi frammenti e progetti, per la prima volta raccolti in volume nel 1859. Educato in Italia in un momento di particolari fermenti, frequentando persone di orientamento assai diverso tra di loro (Monti da una parte, G. Montani e altri romantici dall'altra), in un primo tempo compose versi in italiano seguendo la maniera allora prevalente ed era fatale che nella passività ricettiva dell'adolescenza anch'egli echeggiasse di versi danteschi (Rime improvvisate, Corfù 1822).
Nelle poesie in greco invece D. è presente più per certe soluzioni metriche (endecasillabo dantesco introdotto nel Lambros) che nell'adozione di espressioni e immagini. Col maturare, S. trattiene dell'insegnamento dantesco gli aspetti più profondi, soprattutto riguardo all'arte. Nell'elogio funebre del Foscolo, per esempio, scritto in italiano, porrà in rilievo i modi rapidi di restringere " in poco spazio molte figure... come fa Dante ".
Era inevitabile che D. fosse invocato dal S. nell'argomentazione a favore della causa volgarista. Nel vibrante dialogo sulla lingua (1824), ricco in citazioni dalla Commedia, S. non solo ha sollevato con chiarezza e vigore nuovi nella sua patria la questione della lingua, ma ha segnato l'inizio della fortuna di D. come esempio vivo da seguirsi anche in Grecia. Da allora diventa sempre più frequente la presenza di D. nelle trattazioni e la Commedia sarà un banco di prova per i traduttori in volgare (v. GRECIA). Nello stesso tempo gli ammiratori del S. si convincono che egli sia il D. della lingua neoellenica. Primo ad affermare tale identità fu probabilmente il politico S. Trikupis che dopo la morte del vate evocava un loro incontro del 1832, durante il quale egli lo avrebbe richiamato al suo dovere di poeta nazionale dicendogli: " Il Parnaso greco non ha ancora il suo Dante ".
Bibl. - Si possono scorrere, oltre alle opere del S. (Ἅπαντα, a c. di L. Politis, 1, 2a, 2b, Atene 1848-1960), anche i due quaderni giovanili con citazioni e osservazioni dantologiche ora riprodotti fotograficamente in D.S., Αὐτόγραφα ἔργα , a c. dello stesso L. Politis, Salonicco 1964. Inoltre: M. Vitti, Riflessi della question e della lingua italiana sul poeta greco D.S., in " Annali Ist. Univ. Orientale di Napoli " sez. linguistica, I (1959) 79-94; F.M. Pontani, in D. nel mondo, Firenze 1965, 256-261.