Strocchi, Dionigi
Letterato romagnolo (Faenza 1762 - Ravenna 1850), ecclesiastico. Recatosi a Roma, ebbe impiego nel Sacro Collegio, poi passò ai repubblicani, e si recò a Milano dove ritrovò il condiscepolo Monti; fu amico del Paradisi, del Lamberti, e fece parte del Corpo legislativo. Tornato a Faenza, v'insegnò, e vi ottenne poi la vice prefettura. Nel 1815 in favore del Murat tenne un discorso alla Guardia Civica, sì che poi dovette rifugiarsi a San Marino; catturato dagli Austriaci, fu prigioniero per tre mesi. Da allora lasciò la politica.
Purista e accademico, scrittore in latino e in volgare, fu imitatore del Monti, e credette di esserlo anche di Dante. L'ammirazione per l'Alighieri, " primo istorico, padre di erudizione, fondatore di umanità ", fu la base della sua poetica, consistente, però, soprattutto nell'arricchire le idee principali con cumulo di accessorie, e fiorire lo stile di ricami: un D., dunque, sentito tramite Monti. Dedicò la propria attenzione anche all'interpretazione della Commedia.
Imitò Catullo, volgarizzò gl'Inni di Callimaco, le Georgiche in versi sciolti, le Bucoliche in terzine, ecc., spesso derivando da D. atteggiamenti o espressioni. Infine si avvicinò al Romanticismo, verseggiò le liriche di Luigi di Baviera dalla versione in brutta prosa italiana del re stesso. Pio IX lo nominò senatore.
Opere dello S.: De vita Alexandri Albani cardinalis, Roma 1790; Versi, Bologna 1820; Parecchie osservazioni sopra alcuni luoghi della D.C., e specialmente sulle rispettive lezioni e chiose del P. Lombardi, Roma 1822; Spiegazione di alcuni passi della D.C. (in G.B. Fanelli, La ‛ D.C. ' opera patria, Pistoia 1837); La Bucolica di Virgilio voltata in italiano, Messina 1836; Discorsi accademici, Ravenna 1836; Poesie greche e latine volgarizzate, Faenza 1843; Lettere edite e inedite, a c. di G. Ghinassi, Faenza 1868.
Bibl. - G. Ghinassi, Della vita e delle opere del cav. D.S., Faenza 1853; P. Beltrani, D.S. e la scuola classica romagnola, Menaggio 1898.