DIONIGI (Διονύσιος, Dionysius) d'Alessandria, detto il Grande, santo
Fu vescovo di quella città dal 247-8 al 264-5; era nato verso il 190, o anche prima, da famiglia pagana, ma ancor giovane divenne cristiano. Studiò sotto Origene, e come lui fu a capo della scuola catechetica d'Alessandria. Sfuggito alla persecuzione di Decio (250), fu esiliato durante quella di Valeriano (257); tornò in Alessandria dopo l'editto di tolleranza di Gallieno (260).
Fu uomo d'azione più che di speculazione. S'occupò della questione dei lapsi; fu in corrispondenza con Novaziano, di cui disapprovò lo scisma, e con papa S. Dionigi (v.); combatté il millenarismo, e in tale occasione espresse l'opinione - largamente utilizzata dalla critica moderna - che l'Apocalisse sia opera di un Giovanni, ma non dell'apostolo di tal nome. Dei suoi scritti rimangono solo frammenti conservatici da Eusebio, Hist. Eccl., VI-VII; Praep. Evang., XIV; e da Atanasio, De sententia Dionysii (Patrol. graeca, X, 1233 segg.; 1575 segg.).
Bibl.: G. Mercati, Note di letterat. bibl. e crist. ant. Due supposte lettere di Dion. Aless., Roma 1901; O. Bardenhewer, Geschichte der altkirchl. Lit., II, Friburgo in B. 1903, con bibliografia.