DIONE (Διώνη)
Divinità femminile greca, già menzionata da Omero nell'Iliade (v, 370, 381) quale madre di Afrodite, mentre Zeus (v, 3 12) ne viene considerato il padre. Anche Esiodo nella Teogonia cita D. in stretta connessione con Afrodite (v. 17). Nel periodo classico Euripide (Hel., 1098) e Platone (Symp., 18o D) chiamano Afrodite figlia di Dione. Nella medesima interpretazione, essa ricorre ancora nell'ellenismo e cioè nell'opera di Teocrito (xv, 106; xvii, 36) e per quanto riguarda l'arte figurativa, nel grande fregio dell'altare di Zeus, a Pergamo. Anche in questo rilievo si può osservare come D., indicata da una iscrizione, sia immediatamente vicina ad Afrodite. Il concetto di Omero è dunque ancora valido e vive anche nella letteratura posteriore. Ma quella di Pergamo è l'unica rappresentazione antica sicura, che noi possediamo di Dione. Poiché assai poco si conosce di D. dalla letteratura antica, è molto discutibile se D. possa essere identificata, come spesso è stato supposto, in una delle figure femminili del fregio orientale del Partenone. Se Zeus e D. furono venerati insieme a Dodona, potrebbe trattarsi della stessa D. che era considerata madre di Afrodite. A Dodona esisteva l'unico tempio che noi sappiamo essere consacrato a D. completamente o almeno in parte. D. è stata anche venerata sull'acropoli di Atene (C. I. A., i, 324, 37, 65; iii, 333) e, unitamente a Zeus, a Termesso nella Pisidia (C. I. G., 4366 m); ed anche a Creta.
Quando, invece, Esiodo nella Teogonia (v. 353) enumera una D. fra le Oceanidi, si può difficilmente pensare alla madre di Afrodite; e ancora meno per la D. moglie di Tantalo (Hygin., Fab., 83) o per la titanide D. (Proklos, Tim., 713; Apollod., i, 1, 2). Anche nel ciclo dionisiaco ricorre il nome di D.: Ferecide (fr. 46) la indica quale una delle nutrici di Dioniso. Su raffigurazioni vascolari greche il nome di D. ricorre a proposito di menadi. Nella letteratura romana D. ha un ruolo minimo ed è spesso identificata con Afrodite.
Bibl.: Sybel, in Roscher, s. v.; Escher, in Pauly-Wissowa, V, 1905, cc. 878-80, s. v.; E. Saglio, in Diction. Ant., s. v.; U. v. Wilamowitz, Glaube d. Hell., I, Berlino 1931, pp. 228, 321, nota 1; M. Nilsson, Gesch. gr. Rel., I, Monaco 1941, p. 398.