DIOCLETIANOPOLIS (v. vol. IV, p. 42, s.v. Hissar-Banja)
Gli scavi condotti nell'ultimo trentennio nell'area dell'antica D. (la cui identificazione con l'odierna Hissar ha definitivamente trovato conferma) hanno permesso di allargare notevolmente il quadro dell'architettura di questa città romana. Sono stati scoperti: l'anfiteatro, le terme, un ninfeo, un horreum, caserme e abitazioni private. L'anfiteatro, che occupa proprio il centro della piazza principale dell'odierna città di Hissar, è a pianta ellissoidale con una superficie di 765 m2, in forte dislivello a O; i muri sono in opus mixtum. Sotto la tribuna principale, sul lato meridionale, era un ampio ingresso. Sul lato settentrionale sono visibili tre strette porte con lastre di pietra mobili; di qui si facevano entrare gli animali. L'edificio si data al III secolo.
Le terme, che sfruttavano acque minerali, e un ninfeo (oggi la fonte termale si chiama «Toplica») si trovavano 50 m a Ν dell'anfiteatro. Si datano al II-inizi del III sec. d.C. Da qui provengono piccole lastre di marmo con rappresentazioni delle Tre Ninfe e dediche in lingua greca (II sec.). Con le terme va forse messo in relazione l'edificio a due piani situato subito a Ν del complesso. Un altro edificio termale è stato messo in luce nell'area dell'odierna «Momina banja», quindi fuori del muro di cinta settentrionale romano, datato da un'iscrizione in latino al periodo della Tetrarchia (308).
Cinque grandi caserme possono ora localizzarsi all'interno del muro di cinta meridionale, ai lati della c.d. Porta dei Cammelli (porta S). Le caserme sono costituite da 62 ambienti, disposti in due file parallele, usati come abitazioni e depositi, e hanno sul lato Ν un colonnato di mattoni. Altri 16 ambienti simili a quelli che fiancheggiano la Porta dei Cammelli si snodano lungo il muro di cinta orientale, a S della porta E. Le caserme si datano agli anni di Teodosio I (379-395), periodo di intensa attività edilizia.
L’orreum, riportato alla luce nel 1983, si trova lungo il muro di cinta meridionale; presentava sul suo lato O un portico con colonne di legno.
Le abitazioni private di recente scoperta sono due: una, di notevoli dimensioni (superficie di 2.000 m2) e databile al III sec., si trova nel centro dall'antica D. e comprende 22 ambienti, che si sviluppano intorno a un peristilio con colonne di mattoni; l'altra, nei pressi del muro di cinta meridionale di D., misura m 58 x 31 e si articola intorno a un atrio interno porticato. Gli ambienti sui lati Ν e O sono adibiti a camere, cucine e depositi; si trova qui anche il triclinio. Sul lato E dell'edificio sono situate 6 botteghe a pianta rettangolare che si affacciano su un decumanus. L'abitazione, distrutta verso la metà del V sec. e parzialmente ricostruita più tardi, si data alla prima metà del IV secolo.
Ricerche archeologiche sono state effettuate nell'area della città e fuori delle mura anche all'interno delle 10 basiliche paleocristiane localizzate. La necropoli romana e paleobizantina, fuori delle mura, presenta alcune tombe a camera, di cui una con affreschi e mosaico pavimentale policromo.
Bibl.: V. Beševliev, Wo lag der Bischofssitz Diokletianopolis in Thrakien, Balkansko ezikoznanie (Linguistique balcanique, IX, I), Sofia 1964, pp. 49-56; K. Madžarov, Arkheologičeski proučvanija na antičnija grad pri Hissar prez poslednite dvadeset godini («Ricerche archeologiche sull'antica città presso Hissar durante gli ultimi venti anni»), in ArkheologijaSof, VII, 1965, 3, pp. 21-31 (con riass. in francese); id., Novi razkopki i proučvanija na hisarskata krepost («Nuovi scavi e ricerche sulla fortezza di Hissar»), in Bulletin de l'Institut Archéologique Bulgare, XXX, 1967, pp. 113-142; T. Ivanov, Au sujet de la date de l'inscription de construction en briques de «Momina banja» à Diocletianopolis (in bulgaro con riass. in francese), in ArkheologijaSof, XXX, 1988, 3, pp.. 27-29.