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BORGIOLI, Dino

di ** - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971)
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BORGIOLI, Dino

**

Nacque a Firenze il 15 febbr. 1891 da Antonio e da Elvira Rigatti. Si diplomò in ragioneria e nello stesso tempo studiò canto con E. Giachetti. Nel 1917 esordì al Teatro Dal Verme di Milano come tenore nella Favorita di Donizetti. Ascoltato da Toscanini, fu da questo scritturato per il Teatro alla Scala di Milano, dove il 28 sett. 1919 interpretò un'altra opera di Donizetti, il Don Pasquale. Nei mesi precedenti di febbraio e di marzo aveva dato eccellenti prove anche nei Puritani di Bellini - sostenendo le "estreme e quasi innaturali difficoltà" (Gualerzi) della parte di Arturo, cantata in chiave originale, con uno stile che ricordava quello di G. Rubini, il primo Arturo scelto da Bellini - e nella ripresa della Favorita al Teatro S. Carlo di Napoli. Nell'ottobre 1918 fu al Teatro della Pergola di Firenze e al Comunale di Bologna, riscuotendo grandi successi anche con La sonnambula di Bellini. La fama raggiunta con l'interpretazione della Favorita permise al B. di cantare senza tema quest'opera, nel 1920, al Teatro Réal di Madrid, poi a Barcellona e a Pamplona, patria di J. Gayarre, che ne era stato "favoloso" interprete.

Dopo aver trionfato sui principali teatri italiani, il B. fu scritturato nel 1925 per la prima volta al Covent Garden di Londra, dove nel giugno presentò, insieme con la Toti Dal Monte, la Lucia di Lammermoor e Ilbarbiere di Siviglia, e accanto a Eidé Norena il Rigoletto. Nel 1928 ritornò allo stesso teatro londinese con opere di Puccini (La bohème,Madama Butterfly)e il Boris Godunov, di M. P. Musorgskij, accolto sempre con grande favore; nello stesso anno iniziò la prima delle sue tournées di concerti in America e apparve alla Chicago Civic Opera. Interpretazioni memorabili, negli anni seguenti, furono quelle, al Teatro Reale dell'Opera di Roma nel 1929, della Traviata, a fianco di C. Muzio e di R. Stracciari, e dell'AmicoFritz di Mascagni, diretto dall'autore (per il quale divenne il cantante preferito nel ruolo di Fritz), al Teatro Regio di Torino nel 1930 della ripresa del rossiniano, Conte Ory e, infine, al Teatro alla Scala nel 1931, del Don Giovanni di Mozart.

Dal 1932l'attività del B. si svolse quasi completamente all'estero: cantò, infatti, dapprima in America, in una nuova serie di concerti e alla War Memorial Opera House di San Francisco, poi all'Opéra Comique di Parigi (con repertorio italiano e francese), nel 1934al festival di Salisburgo, presentandovisi per la prima volta nel Don Giovanni mozartiano, e al Covent Garden, nel 1935al Metropolitan di New York, all'Opéra di Parigi, e al festival di Salisburgo, dove interpretò, oltre al Don Giovanni, anche il Falstaff, sotto la direzione di Toscanini, opere che ripeté allo stesso festival negli anni 1936 e 1937. Tornato a Londra nel 1937, dopo aver eseguito un recital, al Queen's Hall, che riscosse i più calorosi consensi della critica, fece la sua ultima apparizione al Covent Garden con la Tosca e il Don Pasquale, mentre partecipò per la prima volta al festival di Glyndebourne, offrendo, dei suoi consueti ruoli di Ottavio nel Don Giovanni e di Ernesto nel Don Pasquale, interpretazioni magistrali per lo stile di canto e per l'azione scenica. A Glyndebourne cantò ancora come Ottavio nel 1938 e nel 1939.

In seguito all'intervento italiano nella seconda guerra mondiale (1940) il B., in attesa a Londra dei documenti per assumere la nazionalità inglese, fu internato, ma, dopo poche settimane, rilasciato per il suo notorio antifascismo e grazie all'interessamento di sir Thomas Beecham. Durante la guerra insegnò al Queen's Gate e continuò a cantare nei concerti alla National Gallery e ai Promenade Concerts, in esecuzioni del Messia di Haendel e di numerosi recitals, diffondendo, dal 1941 al 1946, arie antiche e moderni canti italiani. Nel 1946 fu nominato direttore artistico della New London Opera Company al Cambridge Theatre e nel 1949 tenne il suo ultimo concerto a Nottingham. Ritiratosi dalle scene, si dedicò all'insegnamento, aprendo nel 1949, una scuola di canto a Londra (fra i suoi migliori allievi si ricorda Erik Aitken). Nella primavera 1960 si recò a Firenze, in convalescenza da una grave malattia; era atteso per l'autunno di nuovo a Londra; morì, invece, a Firenze il 13 sett. 1960.

La bellezza della voce, dal timbro brillante e dolce, facile nell'emissione, anche se spesso con inflessioni aperte, la bravura tecnica, la sensibilità raffinata e l'istintiva musicalità fecero del B. un cantante di valore, in cui sembrava rivivere la tradizione del "bel canto" italiano. Affermatosi nel repertorio lirico-leggero in generale, per il suo fraseggio disinvolto e aggraziato e per le delicate, patetiche modulazioni, fu interprete eccezionale del Barbiere di Siviglia, della Cenerentola, del Conte Ory, della Favorita, del Don Pasquale e dell'Elisird'amore, masi cimentò anche in opere di più spinta tessitura, come Madama Butterfly,Tosca,Adriana Lecouvreur e Cavalleria rusticana, e prese parte alle prime esecuzioni, al Teatro Reale dell'Opera di Roma, del Gobbo del califfo di F. Casavola (4 maggio 1929)e della Vigna di G. Guerrini (7 marzo 1935).Considerato "l'ultimo romantico... con venature arcadiche e al tempo stesso con anticipazioni di gusto moderno" (Gualerzi), il B. fu pure notevole tenore mozartiano. Contemporaneo degli altri quattro grandi tenori italiani, B. Gigli, T. Schipa, G. Lauri Volpi e A. Pertile, resse degnamente il confronto e anche se il Lauri Volpi finì per oscurarne la fama proprio nell'interpretazione dei Puritani, resta in sede storica il suo contributo, tecnico e stilistico, alla sopravvivenza in repertorio dei melodrammi belliniani (Gualerzi). Il B. incise numerosi dischi che, però, secondo il Celletti, "accentuano il suono artefatto dato al timbro dall'emissione aperta e alquanto nasale" e ciò spiega come "abbiano avuto, nei paesi anglosassoni, una diffusione assai più larga che in Italia".

Fonti e Bibl.: Necr., in Corriere della Sera, 14 sett. 1960; D. B.,1891 to 1960, in Opera, London, novembre 1960, pp. 747-750;G. Gualerzi, Romantico D. B., in La Scala. Rivista dell'Opera, aprile 1961, n. 137, pp. 26-31; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 816; Enc. dello Spett., II, coll. 839 s.; Enc. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 297; Le grandi voci. Diz. critico-biogr. dei cantanti con discografia operistica, a cura di R. Celletti, R. Vegeto e J. B. Richards, Roma 1964, pp. 90 s.

Vedi anche
Bologna Comune dell’Emilia (140,7 km2 con 373.026 ab. nel 2007), capoluogo dell’omonima provincia e della regione Emilia-Romagna. È posta sulla Via Emilia, a 54 m s.l.m., allo sbocco della valle del Reno.  ● La pianta della città mostra l’originario nucleo romano a insulae rettangolari (6 cardini e 7 decumani, ... Firenze Comune della Toscana (102,4 km2 con 364.710 ab. nel 2008), capoluogo di provincia e della regione, situato a un’altezza media di 50 m s.l.m., all’estremità sud-orientale di un bacino intermontano, percorso dall’Arno, nel quale sorgono altre due importanti città: Prato e Pistoia. Il fiume, che divide ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ... Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza.
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dino-¹
dino-1 dino-1 [dal gr. δεινός «terribile»]. – Primo elemento di nomi composti della terminologia scient. lat. e ital. (come dinosauro, dinoceratidi), nei quali significa «terribile».
dino-²
dino-2 dino-2 [dal gr. δῖνος «rotazione, vortice»]. – Primo elemento di nomi composti della terminologia scient. lat. e ital. (come dinofilo, dinoflagellati), nei quali indica movimento a rotazione o vorticoso, oppure disposizione a vortice...
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