diniegato
s. m. Cittadino straniero che non è stato riconosciuto come rifugiato.
• La soluzione, secondo i firmatari dell’appello ‒ inviato non solo alle Prefetture locali, ma anche allo Sprar e alla Direzione centrale dei servizi per l’immigrazione e l’asilo, gli organi nazionali competenti ‒ è evitare di cacciarli dai centri anche dopo il diniego dell’asilo: «[...] Pensiamo che la proroga dei tempi di accoglienza anche per i diniegati e la concessione di un permesso di soggiorno umanitario (come già fatto nel 2011 a seguito dell’emergenza Nord Africa) sia la soluzione più sensata e meno impattante sul contesto sociale». (Giulia Destefanis, Repubblica, 12 agosto 2015, p. 7, Cronaca) • Gli addetti ai lavori li chiamano «diniegati». Un burocratismo che non spiega appieno il dramma delle migliaia di richiedenti asilo a cui è negata la protezione umanitaria. E solo quest’anno saranno almeno 40 mila. (Nello Scavo, Avvenire, 10 maggio 2016, p. 12, Attualità) • Il Patronato, a Sorisole, ospita sei persone uscite dal progetto e un diniegato, oltre ai 72 richiedenti asilo in convenzione con la Prefettura. (Maddalena Berbenni, Corriere della sera, 13 aprile 2017, Cronaca di Bergamo, p. 3).
- Derivato dal s. m. diniego (o dal v. tr. diniegare, variante di denegare) con l’aggiunta del suffisso -ato.
- Già attestato nell’Unità del 19 giugno 2008, Roma, p. III (Simone Di Stefano).