DINANT (A. T., 44)
Città del Belgio, capoluogo di circondario nella provincia di Namur, situata lungo la riva della Mosa, ai piedi di una roccia calcarea a picco, sulla quale sono le rovine di una vecchia cittadella. Nel 1926 contava 6500 ab. Possiede officine metallurgiche, stabilimenti per la filatura e la tessitura della lana, concerie. Vi soggiornano numerosi stranieri.
La chiesa di Notre Dame, gotica (secoli XIII-XIV), ha vòlte di stile fiammeggiante (sec. XV) e nel portale meridionale sculture interessanti. Niente rimane del Municipio (sec. XVII e XVIII).
Storia. - Nei testi dei secoli VIII, IX e X si fa menzione di Dinant, come di castrum, vicus, portus, emporium. Ancora prima del 985 la maggior parte del vicus Dionantum era proprietà del vescovo di Liegi; ma il conte di Namur, in quanto funzionario del re, vi conservava ancora nella metà del sec. X l'esercizio di certi poteri pubblici. Nel 1070 questi poteri furono affidati al vescovo di Liegi, Teodovino, dall'imperatore Enrico IV.
Dalla fine del sec. XI, ma soprattutto dal sec. XII s'iniziò l'attività commerciale e industriale a Dinant, sotto l'azione della rinascita economica generale in Europa. Quel che formò la ricchezza della borghesia di Dinant, fu l'industria del rame (dinanderies), di cui l'origine è anteriore al sec. XII. Nel sec. XIV e XV gli abitanti di Dinant si recavano in Inghilterra per il loro commercio e, per godere la protezione accordata in questo paese ai mercanti tedeschi, chiesero, fondandosi sulla dipendenza di Liegi dall'Impero, di essere ascritti alla Hansa, cosa che ottennero nel 1344.
La floridezza di Dinant cadde, quando il conte di Charolais, il futuro Carlo il Temerario, la pose a sacco e a fuoco nel 1466, per punirla dell'opposizione alla Borgogna. Strategicamente importante, D. fu spesso teatro di lotte, dalle guerre di Luigi XIV alla guerra mondiale, nella quale fu quasi completamente distrutta.
Come in tutte le città del Medioevo si era formato a Dinant, nel seno della borghesia, un patriziato che teneva nelle sue mani il governo urbano. Ma nel 1255 gli operai della batteria (detti copères, dal germanico Koper "rame") raggruppati in corporazioni (fraternitates) e dopo qualche tempo anche le altre maestranze, domandarono di partecipare al governo. Dopo il torbido dominio del vescovo Adolfo de la Marck (1313-1344) l'ordinamento del 1348 divise il governo della città fra il patriziato, i lavoranti della batteria e le altre maestranze, tutti rappresentati dai giurati in seno al consiglio. Questo regime improntato di moderazione rimase in vigore finché il principe vescovo Massimiliano Enrico di Baviera non lo sostituì col regolamento del 1688, che restituiva a un'oligarchia la formazione del consiglio.
Bibl.: H. Pirenne, Hist. de Belgique, I-V (v. belgio); id., Dinant dans la Hanse Teutonique, in Compte rendu au Congrès d'archéologie et d'histoire, Dinant 1903; id., Histoire de la Constitution de la ville de Dinant au Moyen âge, Gand 1889; J. Schmitz e N. Nieuwland, Documents pour servir à l'histoire de l'invasion allemande dans les provinces de Namur et de Luxembourg, IV, i e ii, Bruxelles e Parigi 1921-1922. Sui monumenti della città, v. Del Marmol, Dinant (art. histoire et généalogie), Dinant 1888; J. Destrée, A propos de l'église collégiale de D. et de son clocher, in L'Émulation, 1923.