DINAMITE (dal gr. δύναμις "potenza, forza")
Denominazione generica di esplosivi a base di nitroglicerina, ottenuti facendo assorbire la nitroglicerina da sostanze capaci di trattenerla allo stato di grande suddivisione o tali da formare con essa un colloide.
Intorno al 1863 Alfredo Nobel impiantò in Svezia due fabbriche di nitroglicerina destinata a essere usata come esplosivo da mina. In seguito però ad alcune catastrofi verificatesi, la fabbricazione venne non solo abbandonata, ma addirittura vietata per disposizione di legge. Il Nobel trovò tuttavia modo, più tardi, di rendere meno pericolosa la nitroglicerina mescolandola a una sostanza assorbente inerte: il kieselgur o terra d'infusori. Era così scoperta la dinamite e valorizzata l'invenzione di A. Sobrero.
Le dinamiti si distinguono in gelatine e pulverulente, a seconda che le sostanze mescolate con la nitroglicerina abbiano o no la proprietà di formare con essa un colloide. Le dinamiti pulverulente si dividono in dinamiti a base inerte e dinamiti a base attiva, secondo che le sostanze mescolate non influiscano o influiscano sul potere esplosivo della nitroglicerina.
In linea generale, per fabbricare la dinamite, la nitroglicerina, neutra o leggermente alcalina, viene mescolata a temperatura intorno ai 40°, ad altre sostanze, in modo da raggiungere l'omogeneità della massa oppure la gelatinizzazione. L'operazione, nei primi tempi effettuata a mano, oggi è compiuta con apposite macchine impastatrici. La massa dell'esplosivo viene poi per lo più suddivisa in cartucce cilindriche, del peso medio da 60 a 200 gr., da macchine costruite in modo da evitare sfregamenti, urti, riscaldamenti. Le cartucce sono poi avviluppate in carta leggermente paraffinata e conservate in magazzini isolati e protetti da terrapieni, mantenuti possibilmente a circa 15°, per evitare congelamenti o essudamenti della nitroglicerina.
Le dinamiti sono usate per lavori minerarî, ferroviarî, portuali e anche per scopi militari. Un larghissimo impiego esse hanno avuto, in particolare, nelle miniere contenenti gas infiammabili, sotto l'osservanza di speciali norme intese a controllare la temperatura della fiamma e la carica massima dell'esplosivo (dinamite di sicurezza) così da ottenere che esse non accendano un determinato volume di aria contenente gas infiammabili.
Le dinamiti vengono fatte esplodere usando capsule detonanti generalmente a base di fulminato di mercurio, le quali a loro volta esplodono per azione di micce. All'uopo, esse si forzano nel foro di mina con sabbia, terra grassa, eventualmente acqua.
Dinamiti pulverulente. - a) a base inerte. - La dinamite n. 1, la prima a essere fabbricata, è composta di nitroglicerina parti 75, kieselgur parti 25, temp. = 3160°, forza = 6580. Le dinamiti n. 2 e n. 3 sono rispettivamente al 50% e al 30% di nitroglicerina, con aggiunta talvolta di poca terra colorata per avere una colorazione uniforme, o di carbonato di calcio, sodio, magnesio, per aumentarne la stabilità chimica. ,Il kieselgur può essere sostituito da tripolo, mica, miscugli di silice e allumina, ecc.
b) a base attiva. - Contengono basi inerti in unione a farine vegetali, solfati, carbonati, nitrati, clorati, ecc. Generalmente i solfati e i carbonati prendono parte alla reazione esplosiva abbassando la temperatura di esplosione, e rendono così possibile l'impiego della dinamite nelle miniere con gas infiammabili. Fra le dinamiti di questo tipo possiamo citare la Wetterdinamite alla soda, la Boricina, la Ardeer, le Grisoutite, ecc.
I nitrati prendono invece parte attiva alla reazione esplosiva, aumentando la potenza della dinamite e abbassandone il punto di congelamento così da rendere più difficile l'essudamento della nitroglicerina. I nitrati usati sono quelli di potassio, sodio, ammonio e bario: quelli di potassio e bario sono meno igroscopici degli altri due, ma il nitrato di sodio è più economico e quello di ammonio ha la proprietà di diminuire la temperatura di esplosione e perciò viene utilizzato nella preparazione delle dinamiti antigrisou come l'Ammoniakkrut, la Bellite, la Wogler, ecc. La prima dinamite a base di nitrati è dovuta al Nobel (nitroglicerina 52, nitrato di potassio 30,5, carbonato di sodio 1,5, farina vegetale 16). In seguito si prepararono la Carbonite (v.), la Kohlencarbonite, la Wetterdinamite, la Vigorite, la Phoenix, la Nobel's Ardeer, la Petralite, ecc.
Le dinamiti contenenti clorati (il Nitrolkrut, le Gotham, ecc.) hanno avuto limitata applicazione, perché, sebbene più potenti, sono però poco sicure nella fabbricazione e nell'uso.
Gelatine esplosive e dinamiti plastiche. - Alfredo Nobel nel 1875, dopo aver scoperto che il cotone collodio (nitrocellulosa a basso titolo di azoto solubile in alcool ed etere) si scioglie nella nitroglicerina (sospensione colloidale), ottenne, mescolando 93 parti di nitroglicerina con 7 parti di cotone collodio, la prima gelatina esplosiva, che in gran parte sostituì nell'uso le dinamiti pulverulente. La gelatina esplosiva Nobel a temp. - 3550°, forza = 10.000, è molto meno sensibile all'urto e allo strofinio della dinamite al kieselgur, non è igroscopica, può rimanere nell'acqua senza deteriorarsi, e quindi adibirsi a lavori subacquei. Il suo punto di congelamento è inferiore a quello delle dinamiti inerti, e può abbassarsi fino al disotto di − 20° con l'aggiunta di sostanze convenienti (dinitrotoluolo, acetine). La fabbricazione è analoga a quella delle dinamiti pulverulenti.
Nella composizione delle dinamiti-gelatine la percentuale di collodio adoperato a gelatinizzare la nitroglicerina è sempre minore di quella usata nella gomma esplosiva pura. Una formula molto usata è la seguente: nitroglicerina 59 parti, cotone collodio 3, nitrato sodico 30, farina vegetale e cellulosa 6,5, ocra e carbonato 1,5. In altre formule la percentuale di gelatina esplosiva è abbassata a 42 (40% di nitroglicerina e 2% di cotone collodio). Alcune formule con nitrato di potassa in luogo di nitrato sodico, sotto il nome di gelignite, sono largamente usate in Inghilterra. Per uso militare le gelatine esplosive vengono addizionate talvolta di un po' di canfora o altri ingredienti, così da renderle meno sensibili.
Nelle dinamiti plastiche è anche adoperato il nitrato di ammonio, che permette di ottenere esplosivi molto potenti con percentuali ridotte di gelatina esplosiva. L'esplosivo rimane però leggermente igroscopico e le cartucce vanno quindi protette dall'umidità con una buona paraffinatura.
Dinamiti particolarmente resistenti al gelo si ottengono usando, insieme alla nitroglicerina, dinitrotoluoli. Recentemente si è esteso anche l'uso del nitroglicolo.