digesto
Latinismo, participio del latino digerere. In Pd XVII 132 la voce tua... / vital nodrimento / lascerà poi, quando sarà digesta, nell'ambito della metafora che si sviluppa dal primo gusto per l'intera terzina, ha il significato più comune di " digerito ", " assimilato ", e va quindi interpretato come " ben ponderato ". Vale " elaborato ", in Pg XXV 43 Sangue perfetto... / Ancor digesto, scende ov'è più bello / tacer che dire (su cui si veda F. D'Ovidio, Studi sulla D.C., Caserta 1931, II 329 ss.), e Cv II I 10; e figurato, ma con un ulteriore spostamento del significato dall'operazione digestiva all'effetto della modificazione della struttura significa, in senso soggettivo, " particolareggiato ", " arricchito in ogni sua parte ". In Pd XXV 94 e 'l tuo fratello assai vie più digesta / ... questa revelazion ci manifesta (" Isaia favella per figura, e santo Giovanni in quello luogo favella piano e chiaro ", Ottimo); in senso finale, vale " ben disposto ", come in Pd X 55 Cor di mortai non fu mai sì digesto / a divozione, " cioè sì disposto: imperò che lo cibo digesto si dice disposto al notrimento del corpo, e così digesto si dice lo cuore umano quando è disposto... a donazione a Dio " (Buti). In questo e nei tre versi successivi il Momigliano vide lo " stile iperbolico ed evasivo dei momenti di entusiasmo stanco "