DIGA (XII, p. 803; App. II, 1, p. 780)
È sempre vivamente attuale l'utilità della regolazione dei corsi d'acqua per svariato genere di impieghi di questa (produzione di energia, irrigazione, alimentazione potabile), per cui la realizzazione di laghi artificiali e quindi la costruzione delle grandi dighe procede incessantemente.
Si affrontano a tal fine problemi sempre più vasti e assai spesso costruttivamente delicati, anche con opere sempre più elaborate dal punto di vista strutturale, in ogni caso con materiali più studiati e migliorati nelle loro qualità, con organizzazioni esecutive sempre più meccanizzate ed economiche, con tendenza soprattutto alla massima eliminazione del lavoro di mano d'opera non specializzata.
Mentre nei paesi ove le risorse idriche disponibili sono ancor vaste la tendenza è verso la massima possibile concentrazione della regolazione in serbatoi della maggior capacità, che richiedono la costruzione di opere di grande altezza e di grande volume, nei paesi ove i corsi d'acqua sono già ampiamente sfruttati si nota piuttosto un infittimento di serbatoi anche di modesta capacità con d. anche di mole relativamente limitata ma che spesso richiedono soluzioni di problemi di morfologia e geologia assai delicati. Nel primo caso prevalgono opere di grande massa anche non troppo raffinate nelle loro forme strutturali, nel secondo, per ragioni economiche, prevalgono i tipi più elaborati e le soluzioni più ardite.
I tipi fondamentali delle strutture permangono gli stessi introdotti nei primi decennî del secolo, ma per alcuni con evoluzioni sensibili, per altri con diversità compositive, di impiego e di trattamento dei materiali.
I varî tipi hanno avuto negli anni recenti impieghi più o meno rilevanti a seconda delle diverse condizioni geo-morfologiche e delle diversità da paese a paese dei fattori economici incidenti nella esecuzione.
Nel gruppo delle d. murarie il materiale ormai esclusivamente impiegato è il calcestruzzo di cemento di consistenza asciutta, posto in opera con vibrazione; abbandonata completamente la muratura ordinaria per l'alto impiego di mano d'opera che richiede, la lentezza esecutiva, la scarsa impermeabilità di cui è dotata. Abbandonato pure completamente il calcestruzzo colato per i gravi difetti di qualità, specialmente di resistenza alle azioni del gelo, dimostratisi nelle opere con esso precedentemente eseguite. In Germania si ricorre di frequente, in opere in genere di modesta mole, le più frequenti in quei territorî, a calcestruzzi ciclopici, cioè costituiti da calcestruzzo ordinario ma con pietrame immerso, provvedendo alla costipazione con apparecchi vibranti di grande mole ed elevate potenze.
Nel gruppo delle d. di materiali sciolti sempre più ricorre l'impiego di terre di ampio campo granulometrico (fino a 250÷300 mm) e di caratteristiche geotecniche più varie, poste in opera a secco e costipate meccanicamente. Abbandonati completamente i sistemi di posa in opera idraulico e semidraulico da un lato per gli scarsi risultati tecnici ottenuti nelle opere già con essi eseguite, dall'altro per la disponibilità attuale di potentissimi ed economici mezzi meccanici di escavazione e di trasporto. Frequente anche l'impiego di pietrame, quasi sempre associato a terre in opere strutturalmente del tipo misto, posto in opera lavato e costipato con getti d'acqua ovvero costipato meccanicamente con potenti e pesanti vibro-costipatori. Abbandonata completamente la muratura a secco per l'elevato impiego di mano d'opera che richiede.
Relativamente ai tipi strutturali, è tuttora in uso il classico tipo a gravità, che nelle sue concezioni e forme generali non ha avuto recentemente progresso od evoluzione. A fronte di esso, ragioni tecniche ed economiche portano però spesso a preferire i tipi ad arco o ad arco-gravità o le strutture di materiali sciolti. Per i vantaggi di semplicità costruttiva o per i timori delle offese belliche il tipo a gravità è stato peraltro adottato in anni anche recenti, per talune opere di grande altezza e di notevole volume.
Grande sviluppo in Europa ha avuto il tipo a gravità alleggerita, costituito in genere da elementi singoli a profilo triangolare, tra loro distaccati nel corpo ed allargati verso monte fino a contatto reciproco. Il tipo si suddivide in più varietà, diverse per forme di dettaglio non essendosi raggiunte basi tecniche ed economiche per una uniformizzazione del tipo; e le forme di dettaglio appaiono differenti soprattutto perché suggerite da diversità di condizioni geo-morfologiche di fondazione, ma anche per diversità stilistica dei progettisti. Sembra peraltro che le altezze massime che il tipo ha raggiunto siano prossime al limite, imposto soprattutto da questioni di carattere termico.
Nessuna opera di notevole importanza è stata recentemente realizzata con il tipo ad archi multipli, essendosi già nei decennî passati raggiunti i limiti delle possibilità compatibili con la sicurezza, e non essendo risultate di piena soddisfazione tutte le opere di tal tipo. Ai precedenti entusiasmi è subentrata una meditata cautela che ha fatto praticamente abbandonare il ricorso a tale tipo.
Largo sviluppo ha assunto invece il tipo ad arco-gravità (pur non sempre nettamente differenziato nelle classifiche da quello ad arco) con impieghi in situazioni che in anni precedenti sarebbero state risolte con il tipo a gravità semplice e conseguentemente con assai più vasto impiego di materiale e assai maggior costo.
Amplissima la diffusione e il progresso in altezza e in volume delle strutture di terra, dovuti agli sviluppi della conoscenza delle caratteristiche tecniche di questo materiale ed alla attuale disponibilità di potenti ed economici mezzi meccanici di cavatura, trasporto e posa in opera del materiale. Il tipo è ormai in uso non solo correlativamente a terreni di impostazione aventi scarsa resistenza ed alta deformabilità ma anche su terreni di fondazione di ottima qualità, a ragione del vantaggio economico rispetto alle strutture murarie, almeno le più massicce (a gravità semplice). Abbandonato il tipo omogeneo, è ormai normale quello a zone, costituito di una parte centrale (nucleo), ad asse verticale od inclinato, di terra impermeabile limosa, limo-argillosa, limo-sabbiosa, e di parti a monte e a valle (semicorpi) di materiali sabbio-ghiaiosi-ciottolosi, permeabili, di alto angolo di attrito. La zonatura è spesso più complessa e più varia, e risponde caso per caso alla convenienza di impiegare i più varî materiali a disposizione economicamente, nelle condizioni e nella posizione nella sezione più conveniente per la stabilità. In particolare: è comune l'impiego di filtri fra nucleo e semicorpi (a monte e a valle) e talora, in fondazione della metà di valle, di tappeti cioè prolungamenti del nucleo lungo la fondazione a monte. La protezione del paramento di monte dall'azione erosiva delle onde è affidata il più di frequente a rivestimenti di pietrame talora alla rinfusa, talora regolarmente assestato, meno frequentemente a lastre o blocchi regolari di calcestruzzo.
Assai spesso tale tipo di struttura è fondato su terreno largamente permeabile (alluvioni fluviali) e si provvede allo sbarramento entro esso con diaframmi di calcestruzzo o di miscele plastiche (limi argillosi con aggiunte di cemento e di bentonite) gettati in opera entro stretti cavi eseguiti con mezzi meccanici e con procedimenti speciali per il sostegno delle pareti, e ancora, anche in opere di grande importanza, mediante iniezioni di miscele di limi, cemento, argilla o bentonite.
Importanti applicazioni ha pure avuto il tipo di pietrame alla rinfusa, ma ormai quasi sempre con elemento di impermeabilità costituito da un nucleo di terra (verticale o inclinato): abbandonati i nuclei rigidi (di calcestruzzo) e limitate le applicazioni di manti articolati di lastre di calcestruzzo. Il pietrame è di solito lavato e assestato in opera con getti di acqua che lo liberano anche dagli elementi di piccola pezzatura, ovvero, talora, costipato meccanicamente con potenti vibro-costipatori.
Abbandonato appare ormai, come già accennato, il tipo di muratura a secco.
Sia per le d. di terra sia per quelle di pietrame hanno avuto alcuni impieghi, ma finora per opere di non grande mole, i manti impermeabili di calcestruzzo bituminoso.
Qualche applicazione ha avuto in Italia un tipo di struttura che può essere considerata prossima a quella di pietrame, costituita da un insieme di blocchi di calcestruzzo gettati in sito in elementi distinti che, con alcune disposizioni complementari, risulta notevolmente deformabile e quindi adatto a terreni di scarse qualità meccaniche. La tenuta è affidata ad un manto di acciaio disposto sul paramento a monte.
Gli studî teorici strutturali hanno costantemente preceduto, indirizzato e sostenuto lo sviluppo e le applicazioni dei varî tipi. Negli anni più recenti la ricerca teorica ha particolarmente avuto per oggetto le d. ad arco e ad arco-gravità. Un notevole sussidio queste hanno trovato nella sperimentazione su modelli a cui ormai comunemente si ricorre per tutte le strutture murarie più elaborate e più ardite. Parimenti si è andata sempre più sviluppando e affinando l'osservazione sulle opere a mezzo di strumenti di diverse specie (collimatori, fili a piombo, estensimetri, clinometri, termometri), e le indagini preliminari sulle rocce di fondazione non solo nei riguardi petrografici e tettonici (con i metodi classici dei cunicoli, pozzi e sondaggi di indagine), ma ancora, relativamente alle caratteristiche meccaniche ed in particolare alle qualità elastiche in sito, con misure dirette locali di deformazioni conseguenti a sforzi applicati e con misure elastiche globali con metodi geosismici.
Grandissimo progresso ha segnato il trattamento delle rocce di fondazione, sia nei riguardi della permeabilità con il metodo classico delle iniezioni, sempre più elaborato e perfezionato, sia relativamente alle qualità meccaniche, con ampî interventi di consolidamento mediante iniezioni e armature metalliche introdotte all'interno nei fori di iniezione.
Lo studio del calcestruzzo relativamente alle sue caratteristiche meccaniche e fisiche e alla difesa dagli attacchi chimici e dal gelo è costantemente proseguito, in laboratorî specializzati sempre più diffusi.
Sono stati portati a risultati largamente soddisfacenti i problemi: della riduzione dell'acqua d'impasto (da cui consegue aumento di resistenza e miglioramenti generali di qualità a parità di cemento) mediante la costipazione con vibrazione a mezzo di apparecchi di adeguata potenza e frequenza e con l'aggiunta di particolari sostanze plastificanti; della resistenza chimica del calcestruzzo agli attacchi delle acque, con l'uso di cementi speciali (ferrici, pozzolanici, d'alto forno) e con il miglioramento della impermeabilità; della difesa dal gelo, particolarmente con l'aggiunta di speciali sostanze aeranti; del minimo riscaldamento durante la presa, con l'uso di cementi speciali a basso calore, con il raffreddamento negli impianti di preparazione dei componenti del calcestruzzo, con il raffreddamento dei getti mediante circolazione d'acqua fredda in tubi annegati nei getti.
I problemi tecnici ed economici di preparazione e posa in opera delle grandi masse di calcestruzzo richieste dalla grandezza delle opere, con le rapidità imposte dalla importanza economica della più pronta possibile entrata in esercizio, con la bontà ed uniformità tecnica del prodotto atta ad assicurare costantemente le qualità richieste, con il minimo impiego di legante, sono stati risolti con impianti sempre più elaborati, potenti e automatizzati, con regolazioni e controlli delle composizioni e delle varie operazioni sempre più completi.
In progresso continuo la conoscenza dei caratteri meccanici ed idraulici delle terre, grazie alla sperimentazione in ormai numerosi laboratorî geotecnici.
È ormai regola costante per le d. di terra lo studio geotecnico preliminare dei materiali caso per caso, ed esso costituisce il capitolo determinante e prevalente di ogni progetto delle opere in parola, così come il continuo controllo durante la esecuzione costituisce il fondamento per la regolazione delle varie operazioni di costruzione.
Nelle grandi d. gli scaricatori di piena di superficie costituiscono complemento di grande importanza tecnica ed economica dell'opera principale. Le soluzioni sono pur sempre quelle classiche (tracimazione della d. e sfioratore indipendente laterale con canale di fuga all'aperto o in galleria) ma con sempre miglior elaborazione di tipi e dettagli con l'ausilio di ampie sperimentazioni su modelli.
Per le d. a gravità tracimabili è entrato in largo uso lo sfioratore a vena lanciata a distanza (detto a "salto di ski"); per opere ricadenti in terreni di qualità cattive o mediocri (e quindi prevalentemente per d. di terra) sono di frequente uso sfioratori laterali a calice (tipo "morning glory" e derivati) seguiti da pozzi verticali e gallerie orizzontali.
Principali opere costruite. - In via preliminare si deve avvertire che i dati geometricì caratteristici delle d. (altezze, lunghezze, raggi) presentano qualche differenza nelle diverse descrizioni che delle opere sono state pubblicate, per diversità di criterî assunti dai diversi autori relativamente alla valutazione delle grandezze stesse. In quanto possibile qui si sono assunti dati ufficiali (pubblicati per l'Italia e gli Stati Uniti). Anche i criterî di suddivisione dei tipi variano da nazione a nazione e talora da autore ad autore: ciò si verifica specialmente nella suddivisione delle dighe arcuate in tipo ad arco e tipo ad arco-gravità, e di quelle di materiali sciolti in tipi di terra, di pietrame, misti.
Dighe costruite in Italia. - Al 30 giugno 1958 risultavano in Italia costruite e ufficialmente collaudate 291 d. (di altezza superiore a 10 m o creanti serbatoi con capacità superiore a 100.000 m3); in costruzione o eseguite ma non ufficialmente collaudate 70 d. con un totale di 361 e un incremento rispetto al 1950 di 126 opere. Sul totale, 13 d. superano l'altezza di 100 m.
La massima altezza delle d. a gravità, raggiunta nel 1939 con la d. di Balze di S. Lucia sul fiume Salto, di 108 m, non è stata successivamente superata. L'unica importante opera recente di tale tipo è la d. di Campo Moro nel bacino dell'Adda, dell'altezza di m 96. In particolare sono mancati notevoli esempî di d. di muratura ordinaria successivi alla diga di Castello (m 78) dell'anno 1942.
Il tipo a gravità alleggerita è stato largamente impiegato: superando la massima altezza precedente di m 95,7 della d. di S. Giacomo di Fraele (1947), con la diga di Ancipa sul fiume Simeto (Sicilia) si è raggiunta l'altezza di m 111,5 (1954); il volume è di 330.000 m3. Altre notevoli recenti opere dello stesso tipo morfologico sono la d. del Sabbione di m 63,6 e di Malga Bissina di m 82,5 del volume di 450.000 m3. Di diverso tipo morfologico è la d. del Giovaretto di m 81; ancora di diverso tipo la d. del Brugneto di m 81, della Fedaia di m 64,90, di Casoli di m 54 e di Sos Canales di m 51,50.
Numerose e tutte recenti le d. ad arco di altezza superiore a 100 m: la d. di S. Giustina (1950) sul fiume Noce (Adige) a semplice curvatura, alta m 152,5, spessa alla bbse m 16,50, con sviluppo di coronamento di m 124,20 e volume di 112.000 m3; del Lumiei (1952) sul torr. Lumiei (Tagliamento) a doppia curvatura, alta m 136,10, spessa alla base m 16,50, con sviluppo di coronamento di m 138,30, del volume di 100.000 m3; di Specchieri (1958), alta m 154; di Val Noana, alta m 126 e di sviluppo al coronamento di 145 m; e infine del Vajont (1960) sul torr. Vajont (Piave) a doppia curvatura, tracimabile, dell'altezza di m 268, di spessore alla base 18 m, sviluppo in cresta 185 m e volume 360.000 m3, che è la più alta del tipo e fra le più alte in genere del mondo.
Alla d. di Pieve di Cadore (f. Piave), la prima del tipo ad arco-gravità costruita in Italia (1950), dell'altezza totale 112 m (di cui m 61 di tampone chiudente una stretta forra sulla destra della sezione di sbarramento e m 51 relativi alla struttura arcuata vera e propria), di 410 m di sviluppo di coronamento, hanno fatto seguito altre importanti opere: Val Gallina (Piave), di m 92,37 e Fiastrone (Chienti), di m 87 nel 1953; Forte Buso (1955) sul f. Travignolo, alta 110 m e con 321 m di sviluppo di coronamento; Nuraghe Arrubbio (1957) sul Flumendosa (Sardegna), alta 115 m con 315 m di sviluppo di coronamento; Pian Telessio (1958) nella valle della Dora Baltea, di m 80 di altezza e m 521 di sviluppo di coronamento, di 380.000 m3 di volume; Beauregard (1958) nella valle d'Aosta, con 132 m di altezza e 368 m di sviluppo di coronamento; Cancano II (Adda), con 136 m di altezza e 442 m di sviluppo di coronamento (1958), del volume di 154.000 m3; Frera (Adda), alta 137 m e con sviluppo di coronamento di 315 m (1960), del volume di 430.000 m3; Val di Lei, al confine italo-svizzero, la prima opera di carattere internazionale sui nostri confini, di m 143 di altezza e di 690 m di sviluppo di coronamento, del volume di 862.000 m3.
Le d. di terra non hanno avuto in Italia esempî di grande mole tra l'altro perché ostacolate per molto tempo da disposizioni regolamentari. Opere peraltro notevoli, attualmente in costruzione, sono la d. di Bomba sul Sangro dell'altezza di m 57,50 e la diga di Occhito sul fiume Fortore dell'altezza di m 60,40. La prima ha un volume di 4.050.000 m3, larghezza alla base di m 402, larghezza al coronamento di m 681. È costituita da un nucleo centrale di terra miscelata artificialmente, leggermente inclinato e da due semicorpi in materiale alluvionale. Poggia su un materasso alluvionale; lo schermo di tenuta in esso è stato costituito a mezzo di iniezioni di argilla e cemento. Le opere di scarico che devono provvedere a smaltire la portata massima prevista di 2000 m3/sec sono costituite da due sfioratori a calice con labbro di 25 m di diametro e pozzi e gallerie di 6,50 m di diametro, nonché da uno scarico intermedio ed uno di fondo, in galleria.
La d. di Occhito ha un volume di 3.000.000 m3 e larghezza in sommità di 11 m e alla base di m 334,50. È costituita da un nucleo inclinato di terra naturale e di semicorpi di materiale alluvionale. Poggia anch'essa su un materasso alluvionale di circa 20 m e lo schermo di tenuta in esso è costituito da diaframma di calcestruzzo di 60÷80 cm di spessore che termina superiormente in una galleria di controllo inserita nel nucleo. Le opere di scarico provvederanno a smaltire la portata massima di 2750 m3/sec (oltre la laminazione dell'onda di piena per un volume di 42,2 milioni di m3) e sono costituite da uno sfioratore sviluppato sulla spalla destra, per m 110 a soglia libera e per m 38,10 munito di paratoie automatiche, seguito da uno scivolo superficiale, nonché da una galleria di scarico di fondo di m 8,50 di diametro. Tale opera forma un serbatoio di 333 milioni di m3 di cui 258,8 utili (per irrigazione), 40 di capacità morta (interrimento) e 42,2 di regolazione di piene.
Dopo la d. del Gela (Sicilia) terminata nel 1954, alta m 41, non si sono avuti in Italia altri esempî importanti delle strutture di muratura a secco. È invece in costruzione un'opera di pietrame alla rinfusa costipato meccanicamente, la d. sul Cuga (Sardegna), dell'altezza di m 52,50.
Fra le d. del tipo speciale sono da segnalare due strutture a blocchi con paramento metallico, entrambe in Sicilia, l'una di Fanaco sul Platani di m 66 di altezza, l'altra di Pozzillo sul Salso (Simeto) di m 55 di altezza.
Un esempio importante di d. di tipo misto a gravità alleggerita e terra è attualmente in costruzione sul Tevere presso Corbara; ha l'altezza massima di m 48 e lo sviluppo in cresta di m 634 e formerà un serbatoio di 207 milioni di m3. È costituita: da 10 elementi a gravità alleggerita (contrafforti) di 18 m di larghezza ciascuno; da 13 elementi speciali di transizione; da 5 elementi a gravità massiccia a ciglio tracimante, muniti di paratoie e scivolo a salto di ski, da una struttura di terra in sinistra della altezza massima di m 33,50 dotata di diaframma di fondazione di calcestruzzo. Sei elementi di calcestruzzo sono attraversati da altrettanti cunicoli per lo scarico di fondo. Il volume della parte dell'opera di calcestruzzo è di 240.000 m3 e quello della parte di terra è di 460.000 m3. La potenzialità di scarico di piena raggiunge la portata di 2100 m3/sec.
Importanti sbarramenti di fiumi di pianura sono stati anche recentemente realizzati: in particolare sul Tevere, sul Ticino, sul Volturno, sull'Adige. È in corso di costruzione il maggiore del gruppo, quello sul Po ad Isola Serafina, costituito da 11 luci di 30 m di larghezza ciascuna, fondato su sabbia più o meno mescolata con ghiaia.
Lagni artificiali italiani. - Il lago artificiale di maggiore capacità dei territorî italiani resta tuttora il lago Omodeo, di 402,7 milioni di m3, formato dalla d. di S. Chiara d'Ula (Sardegna, bacino del f. Tirso) a vòlte multiple, alta m o2,90, realizzata nel 1923. Seguirà a questo, dopo il compimento della d. di Occhito già citata, il lago omonimo della capacità di 333 milioni di m3, per uso irriguo. Seguono quelli di Monte su Rei (Sardegna, bacino del Flumendosa) con 326 milioni di m3 e quello di Nuraghe Arrubbio (Sardegna, bacino del Flumendosa) con 292 milioni di m3, realizzati con le due omonime dighe già citate. Questi due laghi essendo congiunti da una galleria formano un complesso unico di 618 milioni di m3 che ha per fine principale la irrigazione e secondaria la produzione di energia elettrica.
Il quarto lago per capacità è quello formato dalla d. di Balze S. Lucia (f. Salto, bacino del Tevere) di 278 milioni di m3. Anche esso è in parallelo con altro lago, quello formato dalla d. di Posticciola (f. Turano, bacino del Tevere) di 163 milioni di m3, costituendo un complesso di 441 milioni di m3 ad uso idroelettrico. Entrambe le d. sono del tipo a gravità, dell'altezza rispettivamente di m 108 e m 80 e sono state realizzate nel 1938-39.
Il quinto lago è quello formato dalla d. di Oschiri (Sardegna, f. Coghinas) della capacità di 254,6 milioni di m3, per uso idroelettrico. La diga che risale al 1926 è del tipo a gravità, alta m 58. Notevoli ancora il lago di Val di Lei realizzato con la diga già citata, di 197 milioni di m3; il lago di S. Giustina (Adige) di 182,8 milioni di m3, realizzato con la. diga ad arco già ricordata; il lago di Campotosto nel bacino del f. Vomano di 149 milioni di m3 realizzato con tre dighe di modesta altezza, due a gravità ed una di terra (1955); il lago di Pozzillo di 130,2 milioni di m3 realizzato con la d. omonima già citata; il lago di S. Valentino (Adige) di 120,7 milioni di m3 realizzato con una diga di terra; il lago della diga di Cancano II del volume di 120 milioni di m3; il lago di Cecita (Crati) di 108,2 milioni di m3 formato dalla diga omonima, ad arco gravità di 55 m di altezza e il lago di S. Giuliano (Bradano) di 107 milioni di m3 ottenuto da una diga a gravità di 45 m di altezza.
Dighe costruite in Europa. - Le d. di maggior importanza costruite in Francia negli anni più recenti interessano i bacini idrografici della Dordogna (Massiccio Centrale), dell'Isère e della Durance (Alpi). Nel bacino della Dordogna alla diga di Marèges costruita nel 1935 seguivano nel 1948 la d. de l'Aigle, nel 1949 la diga di Marcillac sull'affluente Doustre nel 1950 la d. di Treignac sull'affluente Vézère, nel 1951 la d. di Chanstang sull'asta principale e di Enchanet sull'affluente Maronne, nel 1952 la diga di Bort, nel 1957 la d. di Argentat entrambe sull'asta principale e nel 1958 la diga di Hautefage sull'affluente Maronne. Più importanti fra esse le d. di Chanstang e la d. di Bort. La prima, del tipo ad arco-gravità, alta 85 m e lunga in cresta 350 m, forma una ritenuta di 180 milioni di m3. Ha la centrale idroelettrica immediatamente al suo piede e uno scaricatore di piena del tipo a salto di ski che si sviluppa dalla cresta della diga fin sopra al tetto della centrale idroelettrica, ripetendo uno schema già adottato nella diga de l'Aigle (altezza m 95). Il volume dell'opera, compresa la centrale, è di 360.000 m3.
La diga di Bort che forma un invaso di 477 milioni di m3 è ancora del tipo ad arco-gravità; ha 120 m di altezza e 360 m di sviluppo in cresta; lo spessore dí 8 m in sommità e 80 alla base e volume di 700.000 m3. Ha ancora la centrale idroelettrica al piede e lo scaricatore di piena a salto di ski per la portata di 1200 m3/sec. Ha la particolarità del paramento a valle profilato a gradoni ed è anche assai nota per l'impiego di cemento di loppe preparato in cantiere per macinazione per via umida.
Nel bacino dell'Isère la d. della Girotte costruita nel 1948, del tipo a vòlte multiple, di 50 m di altezza con invaso di 50 milioni di m3, alla altitudine di 1750 m, è stata seguita dalla d. di Tignes (1952) e dalla d. di Roseland in corso di ultimazione. La d. di Tignes, all'altitudine di 1700 m, è del tipo ad arco-gravità, alta 180 m (di cui 20 m al disotto del terreno naturale) e del volume di 630.000 m3; forma un invaso di 230 milioni di m3. La d. di Roseland è una struttura mista a volta e a gravità alleggerita, ardita soluzione di un problema particolare posto dalla morfologia della stretta. Questa è infatti costituita da una profonda incisione a V zoppa, con il lato destro più basso, seguito da un largo ripiano a debole pendenza. Il problema è stato risolto sbarrando la gola con una volta inclinata e il pianoro e parte della spalla sinistra con una diga a gravità alleggerita i cui contrafforti più centrali si appoggiano sulla volta. L'opera forma un invaso di 187 milioni di m3 a quota massima 1557.
Sulla bassa Dordogna, 2 km a valle della confluenza dell'Ubaye, è recentissimamente terminata la costruzione della d. di Serre-Pongon (i lavori ebbero inizio nel 1955), che forma un serbatoio di 1200 milioni di m3 di cui 700 utili. La particolarità della stretta è il materasso alluvionale della eccezionale profondità di 100÷110 m; che costituisce il fondo della valle, che è poi racchiusa fra due spalle rocciose. La struttura ha 120 m di altezza, 600 m di lunghezza al coronamento, 650 m di spessore alla base e un volume di 14 milioni di m3. Ha un nucleo verticale di terra argillosa spesso 55 m alla base e del volume di 2 milioni di m3. I semicorpi a monte ed a valle sono costituiti da alluvioni fluviali costipate. Di particolare interesse è il diaframma verticale nelle alluvioni di fondazione eseguito mediante iniezioni di miscele di argilla e cemento di loppe. Esso ha richiesto 17 km di perforazioni e sono state impiegate 11.000 t di cemento e 63.000 t di argilla.
È in costruzione sul f. Drac la d. di Monteynard, ad arco di 135 m di altezza, spessore variabile da 5 m in sommità a 54 m alla base, del volume di 455.000 m3, formante un serbatoio di 240 milioni di m3 di cui 150 utili, con centrale incorporata e sovrapposto sfioratore a salto di ski.
Il crollo della d. di Malpasset, che sbarrava il torr. Reyran nel dipartimento del Var (Alpi Marittime francesi), avvenuto nella notte del 2 dicembre 1959, ha costituito una grave sciagura che ha colpito particolarmente la cittadina di Fréjus; molto numerose le vittime e altissimi i danni ad opere pubbliche e proprietà private. La d. del tipo ad arco, dell'altezza di m 66,50, raggio m 105, assai sottile (spessore in cresta m 1,50 e alla base m 7), era impostata su una formazione di gneiss. Il crollo, avvenuto al primo riempimento, ha provocato la vuotatura rapidissima del serbatoio la cui capacità assommava a 47 milioni di m3 (di cui 25 utili). La causa del crollo è da far risalire solo a difetti nella roccia di imposta sulla spalla sinistra. E l'unica d. ad arco di cui, in tutti i tempi e in tutte le regioni, si è avuto il crollo.
Di cinque grandi opere di primaria importanza si è arricchita recentemente la Svizzera: le d. Grande Dixence, di Mauvoisin, di Zeuzier, di Zevreila, di Göschenenalp. La Grande Dixence (i cui lavori hanno avuto inizio nel 1950), su un affluente di sinistra del Rodano alpino, è una struttura a gravità massiccia prevista per l'altezza di 281 m da costruirsi i cinque fasi successive. In prima fase l'altezza è limitata a 178 m. Avrà la larghezza finale in cresta di 22 m e alla base di 218 m, lunghezza in coronamento 700 m (in prima fase rispettivamente 15 m, 140 m, 450 m) e il volume di 5,8 milioni di m3 (in prima fase 1,73 milioni di m3). Il paramento a monte è verticale nella parte superiore mentre in quella inferiore è inclinato a strapiombo del 3%; quello a valle è inclinato in una parte superiore del 68% e inferiormente dell'81%. Il paramento a valle della struttura di prima fase è gradonato per la opportuna connessione dell'ampliamento successivo. Nel lago verrà sommersa una precedente d. del tipo a gravità alleggerita dell'altezza di 81 m, costruita nel 1935. Il volume del serbatoio sarà, a d. ultimata, di 400 milioni di m3, con quota di massima ritenuta 2364. In prima fase l'invaso è di 100 milioni di m3 con quota massima 2261. La d. di Mauvoisin, pure su un affluente sinistro del Rodano alpino, è una struttura ad arco a doppia curvatura dell'altezza di m 237, spessore alla base m 55 e in coronamento m 14, sviluppo in cresta 535 m e volume 2,1 milioni m3. Ha un invvaso utile di 177 milioni di m3 con quota di massima ritenuta 1960. La d. di Zeuzier su un affluente di destra del Rodano alpino è una struttura ad arco dell'altezza di m 160, spessore alla base m 26 e in coronamento m 7, sviluppo in cresta m 256 e volume 330.000 m3. Il serbatoio formato ha la capacità di 50 milioni di m3 con livello massimo a quota 1770. La d. di Zevreila, nel bacino del Reno, è una struttura ad arco-gravità di 151 m di altezza, di 475 m di lunghezza in sommità e 650.000 m3 di volume, costruita nel 1958. La d. di Göschenenalp su un affluente della Reuss è una struttura di terra dell'altezza di 134 m (sul punto più depresso a valle l'altezza raggiunge 155 m), lunghezza in cresta di 540 m, spessore al coronamento di 11 m e alla base di 700 m, volume 9 milioni di m3. Si inserisce fra due spalle rocciose e su un fondo morenico; il nucleo impermeabile, ad asse verticale, prolungato entro la morena di fondazione fino alla roccia di base, è costituito con miscela artificiale di ghiaie, sabbie, limo ed argilla. L'opera forma un serbatoio di 75 milioni di m3 con quota massima 1792.
Nel Portogallo, sul Rio Zezere sono state costruite tra l'altro le d. di Castelo do Bode (1950) e di Cabril (1953), la prima della altezza di 115 m e la seconda di 135 m, formanti serbatoi rispettivamente di 1070 e 600 milioni di m3. La d. di Castelo do Bode è una struttura ad arco-gravità (raggio costante del paramento a monte 150 m) con centrale al piede e sfioratore laterale incorporato, del volume di 430.000 m3. La d. di Cabril è una struttura ad arco (raggio in coronamento 155 m) e di 360.000 m3. Il Portogallo ha anche una delle d. più alte del mondo di pietrame, la d. di Paradela, di 112 m d'altezza.
Altre d. notevoli del periodo 1951-1955 sono la d. Venda Nuova, ad arco-gravità, di 97 m di altezza e 220.000 m3 di volume, la diga Salamonde, ad arco, di 75 m di altezza e 93.000 m3 di volume, la d. Canicada, ad arco, di 76 m di altezza e 80.000 m3 di volume, la d. Boucã, ad arco, di 60 m di altezza e 35.000 m3 di volume. Interessanti opere recenti sono ancora la d. di Picote sul Rio Duero, ad arco, dell'altezza di m 100, sviluppo in cresta m 93,50, massimo spessore in fondazione m 17,50. La struttura è sfiorante attraverso quattro luci di sommità di 20 m di larghezza, munite di paratoie. È accostata alla struttura principale, a valle, una doppia serie di speroni con sommità allargata fino a contatto formanti superficie superiore inclinata e all'estremo inferiore curva, che costituisce lo scivolo di fuga delle acque dello sfioratore superficiale. Analogamente è da segnalare la d. di Miranda pure sul Rio Duero, a gravità alleggerita; di 80 m di altezza, sviluppo in cresta 263 m, sfiorante attraverso quattro luci munite di paratoie.
Opere notevolissime sono state costruite nella Spagna. Sono da ricordare le d.: Grandas de Salime di 134 m di altezza e 650.000 m3 di volume (1956), Escales di 120 m di altezza e 382.000 m3 di volume, Salime di 119 m di altezza (1953), Generalisimo di 104 m di altezza e 386.000 m3 di volume (1949), tutte a gravità; Canelles, di 151 m di altezza e 306.000 m3 di volume, Cohilla di 116 m di altezza (1950), San Esteban di 116 m di altezza e 458.000 m3 di volume, tutte ad arco.
In Svezia sono attualmente in costruzione due importanti opere di materiali sciolti. La prima di esse, la d. di Trängslet, di pietrame, ha la altezza massima di 120 m, larghezza alla base 550 m e al coronamento di 10 m, inclinazioni dei paramenti 1 : 2,5 a monte e 1 : 1,25 a valle, lunghezza in coronamento 850 m, volume 7,2 milioni di m3, con nucleo in terra, inclinato. La seconda, la d. di Messaure, mista di terra e pietrame, ha l'altezza di 101 m, lunghezza in coronamento 1900 m, volume 10,5 milioni di m3, con nucleo verticale.
Fra le altre nazioni europee opere notevoli spettano all'Austria ed alla Turchia. Nella prima sono sorte la diga Limberg (Kaprun) di 120 m di altezza, volume 447.000 m3, ad arco (1951), la Mooserboden Drossen (Est) e Mooser (Ovest), la prima ad arco di 112 m di altezza e 336.000 m3 di volume (1955), la seconda a gravità di 102 m di altezza e 639.000 m3 di volume (1955), la Margaritzen Moll (Nord), ad arco di 92 m di altezza (1953). Nella Turchia sono sorte fra il 1954 e il 1955 due d. a gravità entrambe di 110 m di altezza (Sakarya e Sariyar), l'una di 535.000 e l'altra di 558.000 m3 di volume.
Dighe in America. - Gli S. U. A. (compresi l'Alasca, Hawai e Porto Rico) avevano nel 1958 oltre 2800 d. di altezza superiore a 15 m. Del tipo a gravità, nel 1925 la più alta era la Lower Baker con 142 m di altezza, superata nel 1942 dalla Grand Coulee di 168 m e nel 1945 dalla Shasta di 184 m. Questa è poi superata dalla d. Oraville (in costruzione nel 1958) con 223 m, la maggiore altezza anche fra tutti i tipi di d. degli S. U. A. Del tipo ad arco, nel 1930 la più alta era la Diablo con 119 m di altezza, superata nel 1949 dalla Ross di 165 m e nel 1953 dalla Hungry Horse di 172 m. Questa è poi superata dalla Glen Canyon di 214 m (in costruzione nel 1958). Altra notevole opera sarà la Donnells di 148 m di altezza.
Del tipo ad arco-gravità la più alta resta tuttora la diga Hoover finita di costruire nel 1936, di 221 m di altezza, che in via assoluta è superata solo dalla Oraville già citata. Dello stesso tipo era in costruzione nel 1958 la Gorge High di 87 m di altezza, superata però nel tipo oltre che dalla Hoover sopra accennata dalla Owyhee di 127 m costruita nel 1932 e dalla Arrowrock di 107 m costruita nel lontano 1915. Nel tipo di terra si rileva un forte progresso delle altezze. Dagli 87 m della San Gabriel n. 1 del 1937 si è passati nel 1940 ai 90 m della Windsor, nel 1943 ai 94 m della Green Mountain, nel 1950 ai 139 m della Anderson Ranch. Questa è poi superata dalla Swift, in costruzione nel 1958, di 156 m di altezza. Altre opere notevoli la Gramby di 91 m (1950), la Yale di 99 m (1953), la Lucky Peak di 104 m (1956), la Beardsley di 98 m, la Abiquin di 99 m, la Hills Creak di 103 m, la Navajo di 117 m, queste ultime in costruzione nel 1958.
Del tipo di pietrame la più alta nel 1931 era la Salt Spring con 100 m; veniva superata nel 1949 dalla Mud Mountain con 130 m e lo sarà ancora dalla Cougar di 133 m, in costruzione. Altre opere notevoli del tipo: in costruzione la Courtright con 95 m e la Brownlee con 120 m.
Nel tipo misto terra-pietrame si è passati dagli 82 m della El Capitan del 1934 ai 97 m della Vatanga nel 1949, fra le quali si inseriva nel 1951 la South Holston con 87 m, ai 101 m della Cherry Valley nel 1956, che sarà superata larghissimamente dalla Trinity, in costruzione, con 164 m.
Del tipo misto gravità-terra la maggiore altezza resta tuttora quella di 80 m raggiunta nel 1930 con la d. Wymon. Di poco inferiore peraltro: la The Dallas di 79 m, del 1957; la Lookout Point di 79 m, del 1955; la Wolf Creek pure di 79 m, del 1952; e la Table Rock di 77 m, in costruzione nel 1958.
Nessun progresso di altezza nel tipo ad archi multipli; la diga Bartlett (1939) di 88 m e Alder (1944) di 101 m non sono più state superate.
Relativamente al volume delle opere, per quelle a gravità la Grand Coulee di 8,1 milioni di m3, del 1942, sarà superata dalla Oreville in costruzione nel 1958, di 10,7 milioni di m3 ed è seguita dalla Folsom (1955) di 6,9 milioni di m3 che peraltro ha superato la Shasta (1945) che è di 6,7 milioni di m3. Nel tipo ad arco con la Glen Canyon in costruzione si raggiungerà il volume di 3,9 milioni di m3. Nel tipo ad arco-gravità il maggior volume è tuttora quello della diga Hoover di 3,36 milioni di m3.
Delle d. di terra quella di maggior volume resta la Fort Peck (1940) con 96 milioni di m3. Notevolissime peraltro la Fort Randall (1956) di 40,5 milioni di m3 e la Oahe di 61,9 milioni di m3, la Garrison di 50,9 milioni di m3 e la Navajo di 20,7 milioni di m3, in costruzione. Del tipo di pietrame da segnalare la Brownlee di 4,6 milioni di m3 e la Cougar di 9,3 milioni di m3, entrambe in costruzione. Nel tipo misto terra-pietrame nel 1948 il maggior volume spettava alla Konopalis di 11,2 milioni di m3; esso verrà superato dalla Trinity, in costruzione, di 25,2 milioni di m3 e dalla Tuttle Creek di 15,3 milioni di m3, in costruzione. Notevole anche la Cherry Valley di 5,4 milioni di m3 terminata nel 1956. Nel tipo misto gravità-terra dai 5,5 milioni di m3 della John Martin del 1948 si passava nel 1952 a 8,8 milioni di m3 della Wolf Creek e 10,2 milioni di m3 della Harlan County. Altre opere notevoli la Lookout Point (1955) di 6,6 milioni di m3 e la The Dallas (1957) di 3,9 milioni di m3.
Nei riguardi del volume dei serbatoi, il maggior valore è tuttora quello del Lago Mead formato dalla diga Hoover (1936) di 36.792 milioni di m3; fra esso e quello che immediatamente lo seguiva nel 1940, di 23.930 milioni di m3, formato dalla diga Fort Peck, si andranno ad inserire i valori dei serbatoi formati da tre dighe in costruzione: Glen Canyon (34.587 milioni di m3), Oahe (29.110 milioni di m3), Garrison (28.371 milioni di m3).
Degli altri territorî del Nord America sono da ricordare le dighe Capilano di 99 m di altezza, ad arco (1954) e Kenney di 97 m di altezza e 2,8 milioni di m3 di volume di scogliera (1952) nel Canada, la diga Cardenas (El Palmito) di 92 m di altezza e 5,4 milioni di m3 di volume (1948) nel Messico.
Dighe in Asia. - Nei territorî asiatici la maggiore attività costruttiva nel recente periodo si riscontra nel Giappone. Sono da ricordare per questa nazione fra le d. a gravità: Kurobe n. 4, alta 180 m, del volume di 2,1 milioni di m3 (1956); Okutadami, alta 155 m, del volume di 1,5 milioni di m3 (1950); Sakuma, alta 150 m, del volume di 979.000 m3 (1956); Ogoki, alta 149 m, del volume di 1,6 milioni di m3 (1957); Togokura, alta 154 m, del volume di 1,9 milioni di m3 (1957); Skimokotari, alta 128 m, del volume di 803.000 m3 (1957); Yakuwa, alta 120 m, del volume di 696.000 m3 (1957); Ikari, alta 108 m, del volume di 501.000 m3 (1956); Arimine, alta 107 m, del volume di 696.000 m3 (1956); Kamikotari, alta 106 m, del volume di 665.000 m3 (1958). Delle recenti d. giapponesi ad arco sono da ricordare: Kamishiiba, alta 117 m, del volume di 311.000 m3 (1954); Yagisawa, alta 114 m, del volume di 596.000 m3 (1957). Infine è stata costruita nella stessa nazione una d. di pietrame (Miboro) dell'altezza di 130 m e del volume di 7 milioni di m3 (1956).
Nelle Filippine è stata costruita la d. di terra e pietrame di Ambuklao, di 128 m di altezza e 6,1 milioni di m3 di volume.
Nell'India è sorta la d. di Bhakra, a gravità, dell'altezza di 207 m e volume 3,9 milioni di m3, formante un serbatoio di 9,1 milioni di m3; nell'Iran la diga di Karadj, a gravità, di 149 m di altezza (1954); nell'Afganistan la d. di Kajakai di 98 m di altezza (1953) mista di terra e pietrame del volume di 3,3 milioni di m3.
Dighe in Africa. - In Africa (Rhodesia) è stata eseguita, fra il 1956 e il 1959, la d. di Kariba sul fiume Zambesi, del tipo arco-gravità, dell'altezza massima di 126 m, del volume di 1 milione di m3. Forma l'enorme invaso di 170.000 milioni di m3. Altra d. notevole in Africa quella di Bin el Ouidane nel Marocco, ad arco, di 132 m di altezza, formante un lago di 1308 milioni di m3 (1953).
Dighe in Australia. - In Australia è stata costruita la d. Warrogamba, a gravità, di 128 m di altezza, 1,1 milioni m3 di volume, formante un lago di 2072 milioni di m3 (1957).
Altri paesi. - Di non grande rilievo l'attività costruttiva nel campo delle dighe nei paesi non sopra ricordati, salvo nei paesi dell'Est europeo e nella Cina comunista, relativamente ai quali peraltro pervengono solo notizie incomplete. Vedi tav. f. t.
Bibl.: Le caratteristiche fondamentali ufficiali delle dighe italiane e statunitensi sono date rispettivamente in: Gli sbarramenti (dighe e traverse) costruiti e in costruzione in Italia al 30 giugno 1958, in Giornale del Genio Civile, n. 7-8, 1958; Register of Dams in the United States, New York 1958. Per le caratteristiche delle d. di altre Nazioni si può consultare il tentativo di Una statistica mondiale delle dighe, di R. A. Sutherland, in Proc. ASCE, n. 335 e 699 (Power Division) e riprodotto in Energia Elettrica, n. 7, 1958. Impossibile dare una bibliografia delle descrizioni dettagliate delle singole opere per la sua grande ampiezza. I periodici che danno più frequentemente notizie in argomento sono: Energia Elettrica (Italia); Génie Civil (Francia); Bulletin Technique de la Suisse Romande e Wasser und Energiewirtschaft (Svizzera); Proc. ASCE (Power Division), Civil Engineering, Engineering News-Record (S.U.A.).