difterite
Malattia infettiva acuta, contagiosa, determinata da un bacillo (bacillo di Löffler), scoperto da E. Klebs (1883) e coltivato per primo da F.A.J. Löffler (1884), che penetra nelle prime vie aeree, o attecchisce direttamente sulle mucose. La d. ha carattere endemico con possibilità di esacerbazioni epidemiche. Prima dell’introduzione del vaccino colpiva circa il 10% della popolazione infantile. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità i casi notificati nel mondo al 2005 erano 8229. I casi mortali segnalati riguardano in maggioranza bambini al di sotto dei cinque anni di età. La sintomatologia è dominata da una caratteristica angina (con tonsille arrossate, tumefatte, ricoperte da pseudomembrane), da febbre, adenopatia laterocervicale, stato tossico. Se le pseudomembrane si formano nella laringe, si ha il crup. In altri casi il bacillo si localizza sulle mucose della bocca, naso, orecchio, occhio, genitali, ecc. La diagnosi è confermata coltivando il batterio prelevato con un tampone sterile. L’incubazione dura generalmente dai 2 ai 7 giorni; frequenti le complicazioni: broncopolmonite, nefrite, miocardite, paralisi del velopendulo, degli arti, ecc.; la cura si basa sull’uso di siero antitossico specifico (siero antidifterico) ad alte dosi e di antibiotici; la profilassi sulla vaccinazione. In caso di malattia sono obbligatori denuncia e isolamento (fino a completa e ripetuta negatività delle ricerche microbiologiche).