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differenziale economico

di Laura Pagani - Dizionario di Economia e Finanza (2012)
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differenziale economico

Laura Pagani

Differenza retributiva misurata in termini percentuali tra gruppi di lavoratori, per es. di diverso genere o etnia o occupati in distinti settori, occupazioni, aree geografiche. Nel modello concorrenziale, tutti i lavoratori ricevono la stessa retribuzione (legge del prezzo unico). In caso contrario, l’eccesso di offerta di lavoro sulle imprese che pagano salari più elevati e l’eccesso di domanda da parte di quelle che danno salari più bassi porterebbero a una convergenza delle retribuzioni. Differenze salariali in un mercato del lavoro perfettamente competitivo sono spiegabili con la teoria dei d. compensativi, che tiene conto dell’eterogeneità dei lavoratori e dei posti di lavoro: i primi differiscono nella produttività; i secondi nei benefici non salariali (cosiddette job amenities) accordati. I posti di lavoro sono quindi caratterizzati da una combinazione di salario e job amenities e queste ultime hanno un ruolo fondamentale nella determinazione del salario. L’idea, inizialmente proposta da A. Smith (➔) nel 1776, è che i lavoratori devono essere compensati per le caratteristiche non monetarie del posto di lavoro attraverso d. compensativi. Per attirare lavoratori, le imprese che offrono condizioni lavorative sgradevoli devono bilanciarle con un livello salariale più elevato, mentre quelle che propongono condizioni migliori possono offrire salari più bassi. Se tutti i lavoratori concordano sul livello di gradevolezza delle caratteristiche dei posti di lavoro, quelle migliori sono associate a livelli salariali più bassi. In altri termini, in mercati del lavoro competitivi non sono i salari a essere uguali, quanto piuttosto l’insieme dei vantaggi e degli svantaggi (monetari e non) che caratterizzano un dato posto di lavoro. La relazione osservata tra salari e caratteristiche del posto di lavoro è chiamata funzione del salario edonico. Se il mercato del lavoro non è competitivo, i d. e. sono dovuti a distorsioni nel suo funzionamento, per es. discriminazione (➔), per cui lavoratori con caratteristiche identiche che svolgono la medesima occupazione sono pagati in modo diverso. In altri casi, d. salariali tra lavoratori impiegati in imprese o settori vari possono essere legati al pagamento di salari di efficienza (➔ disoccupazione ; salario): se per es. in aziende di grosse dimensioni o in determinati settori è più difficile monitorare l’impegno dei lavoratori, il salario pagato può essere più alto per ottenere un’efficienza maggiore da parte degli occupati. A partire dagli anni 1980, in molti Paesi occidentali si è allargato il d. e. per livello di istruzione, in parte per motivi competitivi (aumento della domanda di lavoro qualificato a causa del progresso tecnico skill-biased e riduzione della domanda di lavoro poco qualificato per l’intensificazione della concorrenza internazionale), in parte per la riduzione del ruolo di istituzioni quali il salario minimo o il sindacato.

Vocabolario
differenziale
differenziale agg. e s. m. [der. di differenza]. – 1. agg. a. Delle differenze, che tien conto delle differenze, che stabilisce o intende stabilire una differenza: pretendere, ottenere, concedere un trattamento d.; pedagogia d., che distingue...
differenzialista
differenzialista agg. Che tiene conto delle differenze di identità tra le diverse culture e civiltà. ◆ Il razzismo «classico», che si diffonde nel XIX secolo, nega l’umanità del gruppo rifiutato, attribuendogli un’altra «razza». Questo...
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