DIETA (basso lat. dieta, da dies, igiorno, il corso di una giornata", ted. Tag)
Designazione attribuita dapprima alle assemblee di alcuni popoli germanici (Franchi, Longobardi), diventata da Carlomagno in poi tipica per le assemblee nel Sacro Romano Impero.
Nelle diete si deliberava intorno ai più gravi interessi nazionali: la guerra e la pace, le leggi, le querele dei sudditi e, sino alla Bolla d'oro, le elezioni regie. L'originaria partecipazione di tutti i liberi alle assemblee (diete) nazionali dei popoli germanici andò sempre più attenuandosi, sia per la troppa vastità degli stati, sia per il rallentarsi nella massa dell'interessamento alla cosa pubblica. Col dissolversi poi della società nel feudalismo, la composizione delle diete si restrinse ai grandi e piccoli feudatarî e all'alto clero. Alla primitiva consuetudine di convocare l'assemblea primaverile in marzo (Campi di marzo), fu in età carolingia sostituita presso i Franchi la convocazione in maggio (Campi di maggio). Questa assemblea primaverile aveva carattere eminentemente militare, partecipandovi, con i grandi ecclesiastici e laici, i liberi atti alle armi; mentre quella autunnale, costituita solo dai grandi, aveva carattere politico e giudiziario. L'assemblea longobarda, da principio convocata irregolarmente per le questioni più gravi, da Liutprando in poi fu normalmente tenuta quasi ogni anno in primavera. Il luogo delle diete variava, di volta in volta, a seconda della residenza del sovrano, delle direzioni delle guerre da intraprendersi, delle esigenze locali, o anche dalla maggiore o minore facilità di adunata e di vettovagliamento. Nel regno d'Italia il luogo preferito fu per lungo tempo Pavia, residenza del re, e qualche volta la corte regia di Olona, a poca distanza da Pavia. Con l'inizio del sec. XI, sede ordinaria delle diete imperiali diventò in Italia la pianura di Roncaglia, naturalmente atta a soddisfare le esigenze di spazio aperto, di facilità di comunicazioni e di vettovagliamento e che offriva comodo e facile accesso alle rappresentanze dei comuni, che, proprio allora, cominciavano a partecipare numerose alle assemblee imperiali.
Delle diete più antiche sono di notevole importanza quella di Aquisgrana (802), in cui Carlomagno definì quali fossero i doveri dell'imperatore, e quella di Ratisbona (805), nella quale Carlo divise l'impero fra i suoi tre figli. Ma le diete che hanno particolare rilievo sono quelle in cui si svolsero i dibattiti tra papato e impero, e tra impero e comuni, e, più tardi, le grandi imprese della Riforma. Nella dieta di Worms (1122) si concluse il concordato nella prima lotta tra il papato e l'impero; nella dieta di Roncaglia (1158) si definirono i diritti spettanti all'impero nei rapporti dei comuni e del papato e se ne consacrò l'intangibilità; nella dieta di Norimberga (1356) si approvò la Bolla d'oro, che definitivamente stabiliva il numero degli elettori concorrenti alla nomina dell'imperatore, e regolava la trasmissione dei privilegi e diritti dei quali erano investiti. Non meno celebri le diete di Worms (1521), di Norimberga (1523-24), di Spira (1526-29), di Augusta (1530 e 1548), di Ratisbona (1541-46 e 1557), che rappresentano le varie tappe dell'espansione della Riforma. Col 1663 la dieta diviene permanente in Ratisbona, mutando cosl il suo primitivo carattere; i principi dell'Impero non vi assistono più di persona, ma si fanno rappresentare da ambasciatori. Già dall'inizio del sec. XVIII scema l'importanza delle diete, che naturalmente cessano con la fine anche ufficiale del Sacro Romano Impero, agli albori dell'ottocento.
Bibl.: Reichastsgstakten, 1ª s. (1376-1439), voll. 13, Monaco 1867-1913; 2ª s. (1520-1524), voll. 4, Monaco 1893-1905; F. Schupfer, Istituzioni politiche Longobarde, Firenze 1863; N. D. Fustel de Coulanges, La monarchie franque, Parigi 1891; A. Heusler, Deut. Verfassungsgeschichte, Lipsia 1905; G. Bryce, Il Sacro Romano Impero, trad. Balzani, 14ª ed., Milano 1886; A. Solmi, Le diete imperiali di Roncaglia e la navig. del Po presso Piacenza, in Arch. stor. per la prov. parm., X (1910); id., Pavia e le Assemblee del regno nell'età feudale, in St. econ. giur. dell'univ. di Pavia II (1913).
Le diete austriache. - Portavano il nome di dieta (ted. Landtag) le assemblee dei deputati dei regni e paesi rappresentati al Consiglio dell'Impero (Reichsrat) austriaco, veri e proprî parlamenti provinciali con funzione e sfera d'attività ben distinte.
Le basi giuridiche delle diete erano le 15 ordinanze provinciali e le ordinanze per le elezioni dietali, che furono pubblicate come allegati alla patente di febbraio del 1861; in numero di 15, sebbene fossero 16 le provincie più la città immediata dell'Impero, Trieste, perché tanto per Trieste quanto per Gorizia, Gradisca e l'Istria valevano un'unica ordinanza provinciale e un'unica ordinanza per le elezioni dietali. Tali ordinanze subirono più tardi varie modificazion i.
Le diete consistevano di un certo numero di membri eletti e di membri di diritto. I primi erano eletti da tre classi di votanti:1. dai grandi proprietarî fondiarî o dai maggiori censiti per la Dalmazia, dove il grande possesso non esisteva; 2. dalle città, mercati, camere d'industria e di commercio; 3. dai comuni rurali. Erano membri di diritto i principi-vescovi, i vescovi e i rettori delle università. Le funzioni di dieta per Trieste (città e territorio) erano assegnate al Consiglio municipale.
La Croazia-Slavonia, la quale col compromesso austro-ungarico del 1867 era entrata con l'Ungheria in un rapporto di unione reale ineguale, aveva la sua dieta basata sull'ordinanza dietale del 1870, modificata in parte nel 1881 e 1883. Contava 90 deputati eletti e un certo numero di membri di diritto, prelati e magnati maggiorenni. Due anni dopo l'annessione della Bosnia-Erzegovina, il 20 febbraio 1910, l'imperatore concedeva alle due nuove provincie una costituzione, che prevedeva la convocazione di una dieta provinciale e questa veniva inaugurata a Serajevo il 15 luglio dello stesso anno.
Le diete delle varie provincie non avevano alcun contatto fra di loro; dipendeva ciascuna direttamente dal governo centrale. L'imperatore fra i membri della dieta nominava il maresciallo o capitano provinciale e il suo sostituto, convocava la Dieta e poteva discioglierla, indicendo nuove elezioni.
Alle diete spettava di esaminare e decidere su tutte le questioni legislative non espressamente riservate al parlamento di Vienna e a quello di Budapest. Loro organo direttivo e amministrativo era la giunta provinciale, una commissione di deputati presieduta dal capitano provinciale.
Ciascuna delle 9 regioni indipendenti che costituiscono l'attuale Repubblica federale austriaca ha una propria dieta che elegge i membri del Consiglio federale (Bundesrat) ed è competente a legiferare su tutte le questioni non esplicitamente riservate al Consiglio nazionale (Nationalrat) e al Consiglio federale (Bundesrat).
La dieta ecclesiastica. - Il nome di Kirchentag, oltre che ad altre riunioni di ecclesiastici, spetta per eccellenza alla Dieta ecclesiastica evangelica tedesca che si riunì per la prima volta a Wittenberg nel 1848. A questa prima seguirono sino al 1872 altre sedici riunioni in diverse città della Germania. Come una reincarnazione della dieta precedente si presentò quella tenuta a Dresda dal 1° al 5 settembre 1919 e successivamente in altre città (fra cui a Norimberga, 26-29 giugno 1930) allo scopo di discutere i problemi che la nuova costituzione politica datasi dalla Germania poneva alle Chiese riformate.
Bibl.: W. Baur, in Realencyckl. f. prot. Theologie u. Kirche, 3ª ed., X, Lipsia 1901, s.v. Kirchentag; D. Hinderer, in Die Religion in Gesch. und Gegenwart, III, Tubinga 1929, s.v.