VALERI, Diego (App. I, p. 1106)
Poeta, morto a Roma il 27 novembre 1976. La critica più recente ha avvertito, al di là dell'apparente facilità dei suoi versi, una vocazione autentica, che si rivela soprattutto a partire da Tempo che muore (1942), in cui emerge l'inconfondibile malinconia valeriana. Dopo La sera (1963), scrive Città materna (1944) e Taccuino svizzero (1947), ma un approdo assai significativo è costituito dalla raccolta Terzo tempo (1950) in cui, oltre a immagini cosmiche, V. rappresenta volti femminili atteggiati a gioia o dolore intesi come sentimenti misteriosi; simboli o, comunque, nostalgia per un passato meraviglioso ma perduto. Profili femminili sono anche in Metamorfosi dell'angelo, apparso quasi contemporaneamente a Jeux des mots (1956), elaboratissimi madrigali in lingua francese, e ne Il flauto a due canne (a cui fu assegnato, nel 1959, il premio Etna-Taormina). È evidente, nel registro "sentimentale" della poesia valeriana, la lezione di alcuni grandi poeti ottocenteschi, da Leopardi a Verlaine a Rilke: lezione che V. svolge in modo personale, ricercando nelle raffinatezze lessicali (non disgiunte però da espressioni quotidiane) e nella cura dei ritmi metrici e della rima, un linguaggio poetico idoneo a esprimere quell'incantevole leggerezza, musicalità e persino sensualità in cui, per V., consiste il fascino della poesia. Dopo I nuovi giorni del 1962 (anno in cui appare anche una sua raccolta di Poesie), La sera, già cit., e Poesie piccole (1965), vanno segnalate le raccolte Amico dei pittori (1967, anno in cui il poeta è premiato col "Viareggio") e Verità di uno (1970). Nel 1975, dopo alcune piccole raccolte numerate e la pubblicazione delle prose di Giardinetto (1974), appare Calle del vento, che segna una tappa fondamentale nell'itinerario poetico valeriano. Infine in Poesie inedite o "come" (plaquette apparsa postuma, 1978), oltre agl'immancabili colori e immagini del paesaggio veneziano, predomina l'intuizione dell'eterno e il sentimento, tipicamente valeriano, della caducità delle cose. Il suo specifico interesse per la letteratura francese (disciplina professata per molti anni come docente universitario) si riflette in buona parte nella sua attività saggistica. Ricordiamo in particolare: Saggi e note di letteratura francese moderna (1941); Il simbolismo francese da Nerval a De Régnier (1954) e Da Racine a Picasso. Nuovi studi francesi (1956). Di V. - che si è anche rivelato un esperto traduttore dal francese e dal tedesco (specialmente di testi lirici) e che ha composto anche un lavoro teatrale, Soregina (ult. rist. 1967) - vanno segnalati almeno i seguenti volumi o saggi (dei quali alcuni sulla letteratura italiana): Il sentimento della natura in D'Annunzio (1939); La poesia di Clemente Rebora (1961); Tempo e poesia (1964); Conversazioni italiane (1968); La prima commedia di Carlo Goldoni (1968); Invito al Veneto (1977), apparso postumo.
Bibl.: O. Macrì, in Caratteri e figure della poesia italiana contemporanea, Firenze 1956; A. Bocelli, in Il mondo, 19 marzo 1957; A. Zanzotto, in La fiera letteraria, 3 marzo 1957; E. Montale, in Corriere della sera, 29 dic. 1959; G. Pampaloni, in L'approdo letterario, ott.-dic. 1959; M. Forti, in Corriere della sera, 15 ag. 1965; E. Falqui, in Un po' di poesia, Firenze 1968; C. Bo, in L'Europeo, 17 dic. 1970; A. Bocelli, in La Stampa, 9 ott. 1970; L. Baldacci, in L'approdo letterario, 14 apr. 1972; id., in Il gazzettino, 2 ott. 1975; A. Zanzotto, in Corriere della sera, 14 marzo 1976; C. Bo, ibid., 3 apr. 1977; V. Branca, ibid., 27 nov. 1977; Autori vari, Omaggi a Diego Valeri, a cura di U. Fasolo, Firenze 1979.