DE VIVO, Diego
Nacque a Sarno (Salerno) l'8 genn. 1822. Trascorse gran parte della giovinezza nella casa d'uno zio che provvedeva alla sua educazione ed entrò poi nel locale seminario per desiderio della famiglia da cui tuttavia, dopo duri contrasti, ottenne il consenso di trasferirsi a Napoli per studiare architettura. Si arruolò poi, nell'esercito borbonico, abbandonando gli studi, non potendo più contare sull'appoggio finanziario della famiglia; vi militò tra il 1847 e il '48, ricoprendo, tra l'altro, l'incarico di istruttore di educazione fisica.
Nell'aprile 1849 decise di intraprendere la carriera di agente librario, dedicandosi alla diffusione di una nuova pubblicazione mensile che ebbe larga fortuna ricavandone un guadagno che gli permise di condurre una vita agiata. Trasferitosi a Torino, iniziò a frequentare i teatri d'opera, rimanendo affascinato dal mondo teatrale e musicale. Frattanto la sua coscienza politica era maturata e per le sue simpatie repubblicane fu arrestato nel dicembre del 1854; espulso dal governo piemontese, si imbarcò per New York, ove giunse il 4 marzo 1855.
L'innato talento e soprattutto lo spirito d'iniziativa gli furono di grande aiuto nei primi tempi del suo soggiorno americano. Attraverso la comunità italiana gli fu facile entrare in contatto con l'ambiente operistico americano e, conosciuto il cantante A. Brignoli, primo tenore della compagnia di Max Maretzek, ne divenne il segretario privato. Nel gennaio del 1857 al seguito del Brignoli si recò a Filadelfia, dove incontrò Aurora White, figlia di un commerciante del luogo, che nel maggio dello stesso anno diventò sua moglie e da cui ebbe due figlie. Per interessamento di C. Albites, marito della primadonna Marietta Gazzaniga, poté intraprendere la carriera di impresario teatrale. Nel 1860 infatti, dopo il fallimento della compagnia d'opera di M. Strakosch e B. Ulman, gli venne affidato l'incarico di organizzare una tournée per la Gazzaniga; il successo ottenuto gli permise di continuare questa nuova attività che portò avanti praticamente sino alla fine della sua vita. Nel 1864 era ormai a capo di una importante compagnia d'opera, la Grand Italian Opera Company, di cui facevano parte nomi tra i più noti del teatro lirico internazionale. Poco dopo divenne impresario della Cortesi Opera Company, quindi si associò con Jacob Grau, con il quale organizzò il debutto della cantante americana Clara Louise Kellog. Nel maggio 1868 ottenne un contratto con il celebre soprano scozzese E. Parepa Rosa e, formata una compagnia di canto con un repertorio di sette opere, il D. girò per tutti gli Stati Uniti, spingendosi fino a Cheyenne, Salt Lake City, Chicago, e giunse a San Francisco dove difficilmente arrivavano compagnie teatrali. La stagione si chiuse nel giugno del 1869 con enorme successo, che si rinnovò nella stagione successiva, nonostante alcune difficoltà di carattere economico che si fecero più pressanti durante la stagione del 1871 al Fourteenth Street Theater di S. Francisco. La fortuna del D. doveva però risollevarsi alla fine del 1871, quando divenne impresario del tenore tedesco Th. Wachtel e quindi, nel 1872, della Kellogg and State's Opera Company.
Da questo momento l'attività del D. non conobbe soste; fu infatti impresario di famosi cantanti come l'ungherese Ilma Di Murska, di Carlotta Patti (con la quale fece una tournée in Australia nel 1882), del violoncellista Gaetano Braga, di Teresa Carreno, della Aimée Opera Bouffe Company, della Montague English Opera Company e della Pappenheim German Opera Company. L'ultima tournée che riuscì a organizzare fu nel 1889 con Emma Albani, il famoso soprano canadese.
Negli ultimi anni le iniziative del D. si rivelarono un fallimento dal punto di vista finanziario; ormai invecchiato e divenuto estraneo agli ambienti del nuovo impresariato, non godeva più credito e le sue idee vennero ritenute senili utopie. Morì a New York l'11 ag. 1898 in stato di totale povertà.
Definito subito dopo la morte il più grande impresario di teatro operistico dei suoi tempi, il D. svolse un ruolo molto importante nella diffusione dell'opera lirica presso il pubblico americano, soprattutto in considerazione del fatto che il periodo in cui operò fu particolarmente difficile per l'affermazione del teatro musicale, spesso legato alle capacità d'iniziativa degli impresari, abili tanto nel creare che nel disfare compagnie di cantanti. Figura di primo piano per onestà, intraprendenza e senso del teatro, fu forse il primo di una dinastia di impresari d'origine italiana che contribuirono all'affermazione del teatro musicale in America, riuscendo a imporre un repertorio assai vario e impegnativo presso il pubblico dei maggiori centri musicali statunitensi.
Il D. ripercorse la sua carriera impresariale in una serie di articoli pubblicati nell'edizione domenicale del New York Sun quasi ogni settimana dal 6 sett. 1896 al 23 ag. 1897 e in seguito raccolti in una monografia conservata nella Boston Public Library.
Fonti e Bibl.: Necr., in New York Times, 12 ag. 1898; Musical Record, 1º sett. 1898;notizie in Musical America, 9 marzo 1918;C. Lahee, Grand Opera in America, New York s.d., pp. 163-175;G. E. Schiavo, Italian-American history, I, New York 1947, pp. 315 s.