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VALERA, Diego de

di Salvatore Battaglia - Enciclopedia Italiana (1937)
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VALERA, Diego de

Salvatore Battaglia

Scrittore spagnolo, nato a Cuenca nel 14I2, morto poco dopo il maggio del 1486. Partecipò direttamente, con le armi alla mano, alla vita politica della sua terra; dapprima paggio di Juan II e del principe Enrico, combatté a Higueruela (1431) a Huelma (1435), dove fu armato cavaliere; nel 1437 si recò in Francia e in Boemia, dimostrandosi valoroso soldato; dal re Juan II ebbe molti incarichi, nei quali egli portò, oltre a una salda esperienza politica, una vigorosa coerenza spirituale, in nome della quale combatté inesorabilmente Álvaro de Luna, contribuendo efficacemente alla sua caduta. Dopo la morte del suo re si ritirò dalla politica, specie durante il regno di Enrico IV; ma ritornò con Isabella, in funzione di suo maggiordomo, e in seguito come cronista di Ferdinando V, al quale diede validi consigli, incoraggiandolo anche alla conquista di Granata.

Il V. è figura tipica del Quattrocento spagnolo: è il cavaliere-letterato, che nella vita della corte misura le sue qualità intellettuali e concepisce la cultura come coscienza e affinamento della realtà politico-storica; egli porta nella pratica la lucidità e il dominio spirituale dello scrittore umanista" e trasferisce nella sua attività letteraria gl'interessi concreti e vivi dell'acuta esperienza mondana. Forse il frutto migliore di questa sua sensibilità che guarda ai fatti e si serve di un linguaggio aderentissimo, è costituito dalle Epístolas enviadas a diversas personas, nelle quali si dispiega il suo senso attento e asciutto del reale. Fra le sue cronache ebbe singolare fortuna la Corónica de España (Siviglia 1482) dedicata alla regina Isabella: la sua diffusione è dovuta al fatto che rappresentava la prima "cronaca generale" che vedesse la stampa. Il V. accompagnò la sua attività politica con numerosi scritti d'ordine cavalleresco e di carattere morale: Tratado de los linajes nobles de España; Tratado de las armas o de los rieptos é desafíos, codice cavalleresco di portata europea; Ceremonia de Príncipes; Preeminencias y cargos de los Oficiales de armas; Doctrinal de Príncipes; Espejo de verdadera nobleza, ecc.

Ediz. e bibl.: Epístolas (con altri cinque trattati), Madrid 1878; altre pagine nella Bibl. aut. esp., LXX. Si veda: M. Menéndez y Pelayo, Antología de poetas liricos, V, pp. ccxxvi-cclvi; G. Cirot, Les histoires générales d'Espagne entre Alphonse X et Philippe II (1284-1556), Bordeaux 1905, p. 40 segg.; Lucas de Torre, D. de V., Madrid 1914.

Vedi anche
cortigiano Figura della corte del Rinascimento, il cortigiano (gentiluomo esperto di lettere, diritto, armi e diplomazia) costituiva un consigliere e un collaboratore prezioso per il principe, della cui casa era infatti ospite. A tale figura e alle sue caratteristiche il letterato B. Castiglione, nel 1528, dedicò ... Bordeaux Città della Francia sud-occidentale (229.500 ab. nel 2005), capoluogo del dipartimento della Gironde. È situata sul fiume Garonna, presso l’apertura dell’estuario della Gironda, a 96 km dall’Oceano Atlantico. Unica grande città lungo la bassa Garonna, vanta un notevole movimento commerciale e grandi ... letteratura In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano ... moralità moralità Forma drammatica, diffusasi in Francia nel 15° sec., intessuta di figure allegoriche, a scopo di edificazione; drammi analoghi furono composti in inglese e in latino. Assunse anche carattere di satira, e il nome si estese a opere drammatiche che si staccavano dal teatro sacro per confondersi ...
Vocabolario
diègo
diego diègo s. m. [forse dal nome proprio di persona] (pl. -ghi). – Nome region. (Italia centr.) del pettirosso.
valerico
valerico valèrico agg. [tratto da valer(ian)ico]. – Acido v., lo stesso che acido valerianico.
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