Rat, Diego de la
Conte di Caserta, maniscalco di re Roberto d'Angiò e suo camerario. Per oltre un decennio fu protagonista della vita militare fiorentina e toscana in genere.
Intervenne una prima volta nella città, segnalandosi nella repressione delle lotte intestine del comune, quando giunse a Firenze (1305) al seguito di re Roberto, allora duca di Calabria, come capo effettivo dei cavalieri catalani inviati da Napoli. Per oltre un decennio quindi restò al servizio dei Fiorentini come capitano generale e comandante dei mercenari inviati alla lega guelfa distinguendosi per la sua crudeltà e avidità. Partecipò alla lotta contro Enrico VII quale comandante delle truppe fiorentine, e subì la sconfitta dell'Incisa (12 settembre 1312) da cui derivò un duro colpo al suo prestigio: mantenne quindi solo il comando dei mercenari catalani finché non fu fatto prigioniero nella battaglia di Montecatini (29 agosto 1315). In seguito fu vicario del re Roberto in Romagna (1316-1317) finché il 21 agosto del 1317 fu sostituito nel vicariato da Alfonso de Vagillo.
Per quanto legato al mondo dantesco, R. non è menzionato esplicitamente dal poeta; si è tuttavia pensato che in R. possa identificarsi il Polifemo che impedisce l'andata di D. a Bologna (Eg IV 75 ss.). Questa tesi, sostenuta dal Torraca, è basata soprattutto sulla fama di crudeltà di R., fama che doveva essere ben nota sia a D. (Titiro) che al suo amico Fiduccio de' Milotti (Alfesibeo); la tesi porterebbe la datazione dell'egloga al 1316-1317, epoca in cui il personaggio in questione aveva il vicariato di Romagna, ma ciò contrasta con gli elementi cronologici estraibili dall'egloga stessa.
Altro collegamento fra D. e R. è stato visto dal Del Lungo nel sonetto Lassar vo' lo trovare di Becchina di Cecco Angiolieri, facente parte della corrispondenza D. - Cecco, e in cui si parla di un " mariscalco "; in questo caso la datazione del sonetto sarebbe intorno al 1305, e ciò contrasta con la cronologia delle rime dell'Angiolieri, per cui anche questa identificazione è stata ritenuta poco probabile.
Bibl. - Davidsohn, Storia III 409-855 passim; IV I 408-411; O. Zenatti, D. e Firenze, Firenze 1902 (cfr. recens. di F. Torraca, in " Bull. " X [1903] 121-177, part. pp. 174-175).