ANZIEU, Didier
Psicoanalista francese, nato a Melun l'8 luglio 1923. Presidente della Società francese di psicoterapia di gruppo (1975-78), è attualmente presidente della Association Psychanalytique de France.
Laureatosi in Filosofia alla Sorbona con una tesi su B. Pascal, segue i corsi di psicologia animale di P. Guillame. Si specializza in psicologia occupandosi in particolare, sotto la guida di E. Kestemberg e M. Manod, di psicologia clinica, approfondendo alcune problematiche relative allo psicodramma e all'uso delle tecniche proiettive (Les méthodes projectives, 1960; trad. it., 1967). Divenuto assistente di D. Lagache, inizia l'analisi didattica con J. Lacan (1949-53), che lo lascerà molto critico. Iniziata con G. Favez una seconda analisi, è ammesso come allievo alla Société Psychanalytique de Paris.
Studioso attento della storia e della costituzione del sapere psicoanalitico, rielabora la sua tesi di dottorato nell'opera L'auto-analyse de Freud et la découverte de la psychanalyse (1959, 19752; trad. it., 1975) che conoscerà notevole diffusione e fortuna. Da questo momento A. rimane legato alle intricate vicende del movimento psicoanalitico francese schierandosi sempre su posizioni ''ortodosse''. Nel 1963, dopo la scissione della SPP e la costituzione del Groupe d'études de la Psychanalyse, che riunisce i seguaci di Lacan, si fa promotore, assieme a Berge, La Favez-Boutonnier, Lagache, Laplanche, Pontalis e altri, del French study group, che, trasformatosi in Association Psychanalytique de France, otterrà (1965), l'affiliazione all'IPA (International Psychanalitic Association).
In forte polemica con Lacan, A. identifica nell'interpretazione lo strumento analitico per eccellenza e nel rispetto del setting e della regola dell'astinenza il nucleo del trattamento psicanalitico. Ciò, al tempo stesso, lo porta a sostenere l'impossibilità di un "ritorno permanente a Freud" e la necessità di riconoscere l'esistenza non di una ma piuttosto di diverse teorie psicoanalitiche, "per rispondere alle esigenze di un determinato tipo di paziente, di un determinato analista, di uno specifico momento della cura".
Una posizione, in qualche modo eclettica, che si riflette anche nella sua attività di professore di Psicologia clinica all'università di Nanterre, di direttore del dipartimento di Psicologia e Scienze dell'educazione, di promotore, nel 1969, di un progetto di legge per la normalizzazione dello statuto di psicologo. Tale approccio da un lato gli permette peraltro di approfondire la riflessione psicoanalitica sul ''corpo reale'' e dall'altro lo porta a riprendere nello studio del gruppo, considerato strumento sia di formazione che terapeutico, il vecchio interesse per lo psicodramma analitico (cfr. Le psychodrame analytique chez l'enfant et l'adolescent, 1978; trad. it., 1979). La sua attenzione per i fenomeni di gruppo (in particolare La dynamique des groupes restreints, 1968, in collaborazione con Y. Martin; trad. it., 1990: testo che ha conosciuto fino al 1985 una serie di revisioni e riedizioni) lo porta a fondare, assieme ad A. Béjarano, Y. Martin, H. Missenard, J.-B. Pontalis e altri, il CEFFRAP (Cercle d'Etudes Français pour la Formation et la Recherche Active en Psychologie) ed elaborare una prima teoria esplicativa dei fenomeni di gruppo (in particolare, Le groupe et l'incoscient, 1975 e 19812; trad. it., 1979; Le travail psychanalytique dans les groupes, in collaborazione con A. Béjarano, R. Kaes, H. Missenard, J.-B. Pontalis, 1972; trad. it., 1975). Per A. il gruppo può essere identificato nella concettualizzazione di ''oggetto-gruppo'', in quanto oggetto parziale scisso, e nella descrizione delle diverse costellazioni di gruppo, basate ciascuna su un tipo di relazione collettiva nei confronti di un comune oggetto fantasmatico: le fantasmatiche del gruppo-seno, gruppo-bocca, gruppo persecutore-seduttore, gruppo narcisistico paradossale, ecc.
Con il testo Le Moi-Peau (1985; trad. it., 1988) A. sostiene l'importanza, soprattutto nel caso di personalità narcisistiche o al limite di psicosi, di prendere in considerazione le funzioni di contenitore dell'Io-pelle, in quanto "sacco contenente l'insieme delle parti del Sé", sottolineando la corrispondenza sistematica tra funzioni biologiche della pelle e psicologiche dell'Io, e identificando nelle funzioni di supporto, contenimento, para-eccitazione e individuazione quelle essenziali dell'Io-pelle. In analogia con questi concetti A. postula l'esistenza, nel gruppo, di una ''pelle comune'' che rende possibile ai membri di sperimentare l'esistenza di un ''Sé gruppale'' (Le travail psychanalytique dans les groupes, vol. 2: Les voies de l'élaboration, 1968; Les enveloppes psychiques, in collaborazione con D. Mouzel, 1987).