Rodi, dichiarazione di
Denominazione informale delle risoluzioni prese al termine di due distinte conferenze tenutesi a Rodi.
Testo firmato il 3 dicembre 1988 a Rodi, in occasione del Consiglio europeo, nel quale venne stabilito l’impegno da parte degli Stati dell’Europa occidentale ad avviare relazioni economiche e commerciali e a promuovere la cooperazione congiunta in ambito scientifico e tecnologico con i Paesi aderenti al COMECON (➔), in conseguenza dell’avvenuto riconoscimento politico della Comunità economica europea da parte di questi ultimi.
Documento adottato dai ministri degli Affari esteri e della Difesa (56 tra ministri e sottosegretari) degli Stati membri della UEO (➔) nel corso degli incontri tenutisi a Rodi l’11 e il 12 maggio 1998. La UEO (cui erano associati anche diversi Paesi del blocco orientale ex comunista), pur costituendo l’organo militare comunitario di riferimento, aveva in realtà compiuto poche missioni dal momento della sua costituzione, e l’obiettivo degli incontri era quello di ridefinirne le funzioni, dando maggiore concretezza al suo operato. La dichiarazione, in particolare, contemplava il ruolo dell’UEO nella gestione della sicurezza e della difesa comunitaria definendo le modalità di collaborazione con la Commissione europea (➔) nella realizzazione della PESC (Politica Estera e di Sicurezza Comune; ➔ politiche comunitarie). Il documento precisava anche i rapporti con la NATO (➔), individuando, nell’ambito di un accordo quadro, i termini di collaborazione nelle situazioni di crisi. Prevedeva inoltre per il presidente del Comitato dei delegati militari della UEO la possibilità di prendere parte alle riunioni del Comitato militare della NATO.