DIATESI (gr. διάϑεδις "disposizione")
Indica non la disposizione generica ad ammalare, bensì una forma particolarmente diffusa della disposizione (v.), precisata dall'aggiunta d'un qualificativo, indicante la speciale capacità reattiva dell'organismo intero a determinati stimoli. Così sono state distinte le diatesi essudativa, linfatica, eosinofilica, artritica, urica, emorragica, ecc., per indicare la tendenza dell'organismo a reagire a stimoli lievi, rispettivamente con fatti essudativi della cute e delle mucose, con tumefazione delle ghiandole linfatiche e iperproduzione di linfociti, con un'intensa formazione di leucociti eosinofili e via dicendo. Le diatesi rappresentano stati morbosi potenziali, in quanto che stimoli fisiologici (per es., gli alimenti, la luce solare, ecc.) sono sufficienti a suscitare nell'individuo diatesico reazioni abnormi o addirittura patologiche. Per conseguenza il concetto di diatesi rientra in quello più largo di costituzione (v.) e precisamente di costituzione anormale così grave, che anche gli stimoli esterni ordinarî possono far germogliare, sul terreno diatesico, speciali forme di malattia. Alcuni patologi hanno voluto restringere il concetto di diatesi alle tendenze morbose ereditarie, escludendo dalle diatesi le tendenze morbose acquisite. In pratica però riesce molto arduo ed è spesso del tutto impossibile separare le une dalle altre disposizioni, che del resto sono inscindibili anche dal punto di vista teorico. Infatti, pur riconoscendo come essenziale delle diatesi il loro carattere di spontaneità, di fatalità, vorremmo dire, non si può concepire il realizzarsi delle tendenze ereditarie diatesiche senza l'intervento di cause che risiedono al di fuori del nostro organismo. Nell'applicazione pratica del concetto di diatesi avviene spesso, come nota N. Pende, che si parli di diatesi quando siamo già in piena malattia diatesica, il che non deve arrecare meraviglia, ove si consideri che noi giudichiamo della diatesi allorquando assistiamo allo sviluppo delle reazioni morbose specifiche d'un determinato terreno diatesico: di solito, in altre parole, la diatesi è riconoscibile solo quando è già diventata uno stato morboso in atto.
Un carattere importante delle reazioni morbose diatesiche è che esse possono assumere forme variabili, non solo da individuo a individuo, ma anche in uno stesso individuo in varî periodi della vita o nei varî apparati. Questa variabilità, di cui fra poco daremo esempî, non impedisce però di riconoscere nella diatesi il fondamento comune a tutte queste sindromi cliniche. Volendo ora analizzare le singole forme di diatesi precedentemente enumerate, dobbiamo anzitutto notare come sia difficile stabilire confini fra diatesi linfatica, artritica ed essudativa, sia dal punto di vista dei segni con cui esse si rendono manifeste, sia dal punto di vista genetico: tanto che alcuni autori tendono a identificarle.
La diatesi artritica si può rivelare subito dopo la nascita, essendo la precocità di comparsa degli equivalenti in ragione diretta (a parità d'altre condizioni) della gravità della tara patologica ereditaria. Essa si sviluppa nelle varie tappe della vita individuale, dando luogo a manifestazioni molteplici, tra le quali nell'età giovanile predominano le crisi improvvise, parossistiche (per es., corizza, asma, emicrania, ecc.); mentre più tardi entrano in scena affezioni più gravi di carattere continuo (gotta, diabete, litiasi, obesità). Tutte queste manifestazioni e altre pure caratteristiche dell'artritismo (quali le dermatosi pruriginose e desquamative croniche o recidivanti) dimostrano fra di loro un intimo legame genetico nella tendenza che hanno al ripetersi, succedendosi le une alle altre, oppure alternandosi nel medesimo individuo o manifestandosi in via ereditaria nei membri d'una stessa famiglia.
Per diatesi essudativa s'intende una disposizione ad abnormi essudazioni da parte della cute o delle mucose. I principali sintomi di questa diatesi, che predilige l'età infantile (v. sotto), sono i seguenti: a carico dell'apparato cutaneo, forme d'intertrigine, nonostante la piu accurata nettezza del corpo, crosta lattea, ecc.; a carico delle mucose si nota la cosiddetta lingua geografica, la tendenza a catarri ostinati delle vie respiratorie, accompagnati spesso da accessi asmatici, corizza, angine, laringiti pseudodifteritiche con tumefazione delle tonsille e delle ghiandole linfatiche regionali; si ha inoltre la tendenza a vulvite, balanite, blefarite, cistite, ecc.
La diatesi linfatica è caratterizzata da una speciale pastosità e succulenza della pelle, che va soggetta a screpolarsi; facilità alla stasi e a essudazioni linfatiche nella cute stessa, donde una specie di turgore infiammatorio cronico specialmente di certe regioni in cui la cute è più delicata e più soggetta ai traumi, come le labbra, le pinne nasali, i padiglioni degli orecchi, le estremità delle dita, i margini delle palpebre. Analoga stasi linfatica e tendenza essudativa, unita a iperplasia di follicoli e di ghiandole linfatiche, si nota nelle mucose: di qui tumefazioni e ipertrofie adenoidi, visibili nella mucosa naso-faringea e sulla lingua, ipertrofia delle tonsille. Le ghiandole linfatiche sono ingrossate e palpabili nelle varie regioni, massimamente ai lati del collo e nella regione inguinale. La vulnerabilità della cute in questi soggetti e la speciale permeabilità di essa, facilitando la penetrazione in profondità dei germi piogeni e del bacillo di Koch, rendono facili le infiammazioni acute e croniche delle ghiandole e la suppurazione delle medesime, specie nelle regioni cervicali, donde il noto quadro della scrofola.
La denominazione di diatesi essudativa-linfatica fu proposta nel 1905 da Czerny per indicare uno stato costituzionale e le manifestazioni cliniche di esso, proprie dell'infanzia, fino allora confuse con il linfatismo e la scrofolosi. La dimostrazione data dalla più precisa osservazione clinica, e soprattutto dalle indagini biologiche, che la scrofolosi altri non è che una forma di tubercolosi attenuata, probabilmente da bacillo della tubercolosi bovina, permise di raggruppare meglio una serie di manifestazioni morbose che s'iniziano nei primi mesi di vita, essenzialmente dipendenti da fenomeni essudativi a carico della cute e delle mucose.
La diatesi essudativa viene dai varî autori estesa a tutta la puerizia, o limitata alla prima infanzia, a seconda che alle manifestazioni di essa s'uniscono soltanto fenomeni infiammatorî catarrali della cute e delle mucose o anche manifestazioni a carico delle ghiandole linfatiche periferiche del sistema linfatico, delle fosse nasali e del retrobocca, turbe respiratorie e intestinali e perfino cardiache. È ammissibile che, se pure non sia possibile una netta delimitazione fra lo stato timico linfatico di Paltauf e la costituzione linfatica dei più antichi ricercatori, convenga ritenere come fondamentale carattere della diatesi essudativa la speciale labilità della cute e delle mucose a cause minime esogene ed endogene che si verifica in un certo determinato gruppo di bambini nel primo biennio di vita. Si tratta di lattanti e di bambini nel secondo anno di vita i quali a relativamente minimi errori alimentari o a relativamente minime irritazioni endogene o esogene termiche o microbiche agenti sulla cute e sulle mucose, reagiscono con fenomeni infiammatorî (arrossamento, tumefazione, secrezione abnorme) della cute e delle mucose stesse, laddove altri lattanti e infanti, dello stesso peso e sviluppo corporeo, ugualmente alimentati, non rispondono alla stessa causa irritativa con manifestazione morbosa alcuna.
Questo stato costituzionale è ereditario certamente e sembra che l'ereditarietà sia soprattutto materna. Ben di rado si riesce a stabilire un'ereditarietà omologa per la manchevole anamnesi dei primi anni di vita dei genitori: l'avere sofferto essi di crosta lattea nell'età dell'allattamento o nei primi anni è una constatazione che viene però abbastanza spesso accertata da un'indagine minuta: come riesce positiva la constatazione nei genitori di frequenti orticarie e facilità a corizze, a catarri bronchiali, e nelle famiglie (ascendenti e collaterali) di obesità. È verosimile che l'artritismo negli ascendenti (gotta, artrite, diabete) e le neuropatie, se possono rappresentare una turba ereditaria generica, non rappresentino il substratum vero della diatesi essudativo-linfatica, in quanto nei figli di affetti da artritismo noi vediamo per es. una ben diversa forma di eczema, la forma secca, desquamativa di lunga durata, scarsamente influenzabile dal trattamento dietetico e terapeutico, ben diversa dalla crosta lattea o lattime che è manifestazione classica della diatesi essudativa.
I bambini affetti da diatesi essudativa, anche se allattati al seno e con la massima regolarità, appaiono sino dai primi mesi della vita pallidi, flosci, se pure apparentemente grassi: la curva del peso, a funzioni digestive normali, è irregolare: presenta arresti e diminuzioni saltuarie non spiegabili con errori alimentari e turbe digestive. Nonostante che questi bambini siano tenuti puliti, presentano arrossamento ed escoriazioni della cute, intertrigine in corrispondenza della regione anale o genitale, delle regioni retroauricolari, delle ascelle, delle pieghe del collo, meno frequentemente delle pieghe del gomito e del poplite. Tale desquamazione cutanea con essudazione del derma sottostante, di colore rosso vivo, appare sempre e soltanto nei tratti sopraindicati, ciò che fa pensare a una labilità locale e presenta migliorie e recrudescenze senza cause apprezzabili. Seguono, verso il terzo-quarto mese di vita, un eczema squamoso con stratificazioni aderenti, grigio-brumastre, sul vertice del cranio, in vicinanza della fontanella anteriore, con seborrea (eczema seborroico), al quale segue un eczema umido con superficie cutanea desquamata e formazione di croste giallastre, per essiccamento, che s'inizia sul vertice del cranio e s'estende alla fronte, alle guance, più raramente al mento, mentre il resto del volto rimane pallido. Tali alterazioni cutanee determinano prurito violento, un bisogno di grattarsi fino al sangue e conseguentemente irrequietudine, insonnia, pianto continuo, rifiuto del cibo. Le manifestazioni a carico delle mucose sono sempre più lievi: desquamazione della lingua, lingua geografica, catarro nasale e congiuntivale (transitorio). In un certo numero di affetti da diatesi essudativa invece dell'intertrigine, dell'eczema seborroico e crosta lattea si ha nel secondo semestre di vita una manifestazione cutanea costituita da infiltrazioni cutanee nodulari, gialle, dure, disseminate, che si risolvono senza lasciare traccia di cicatrice e si riproducono in altri punti della cute, accompagnate da intenso prurito, e talora da pomfi a tipo orticariale. È il cosiddetto lichen strophulus o lichen orticato (impropriamente detto prurigo). È facile intendere come le sopraddette lesioni cutanee e mucose rappresentino facilmente il punto di partenza d'altre e più gravi manifestazioni morbose, per l'azione meccanica del grattamento e per infezioni secondarie, favorite probabilmente dallo speciale stato anormale delle zone cutanee e mucose ammalate, le quali verrebbero a costituire un più favorevole punto d'infezione ed eventualmente suppurazioni delle ghiandole satelliti, angine, otiti, diffusione del processo infiammatorio ai bronchi, ecc. Caratteristica è la gravità di questi processi infiammatorî secondarî. Una bronchite lieve in lattanti affetti da diatesi essudativa dà rapidamente luogo a una forma diffusa, capillare, soffocativa; le turbe digestive dovute all'inquietudine, all'anoressia, all'ingestione delle secrezioni mucose delle prime vie respiratorie, dànno luogo a diarree ostinate, portando rapidamente al decadimento dello stato generale, a pallore, ecc.
L'essenza e la patogenesi della diatesi essudativa-linfatica sono ancora allo stato d'ipotesi. Un substrato anatomico non è noto. Si pensa a una anomalia del ricambio, specie del ricambio dei grassi. Secondo Czernv l'assimilazione loro è in limiti bassissimi, assai inferiore al normale. Se così è, si comprende come l'alimentazione innaturale (artificiale) del lattante aggravi le condizioni e faciliti l'esplosione delle manifestazioni diatesiche; l'assunzione di grassi eterologhi aumenterà la deficienza del ricambio. Recenti studî che attribuiscono a deficienza pancreatica la comparsa della crosta lattea starebbero ad avvalorare il concetto sopra esposto. L'alimentazione artificiale non sarebbe una causa diretta, bensì un aggravante di uno stato costituzionale congenito.
In tale senso si spiegano i successi terapeutici che s'ottengono limitando l'alimentazione lattea al minimo compatibile col fabbisogno di sostanze proteiche, e somministrando con una certa precocità farine diastasate. Il Cattaneo ha tratto grandi vantaggi dalla somministrazione di preparati iodici che somministra in dosi appropriate fino dai primissimi mesi di vita e dalle cure termali con acque iodoclorurate sodiche (tipo Salsomaggiore) in forma di brevi bagni, o meglio, di polverizzazioni secche a giorni bi- o trialterni.
Particolare menzione merita lo stato timico-linfatico, consistente in una grave malattia della costituzione la quale, sebbene strettamente legata al linfatismo, deve tuttavia tenersi da questo nettamente distinta. Alcuni patologi hanno richiamata l'attenzione su casi di morte subitanea per sincope, verificatasi in bambini o in adulti apparentemente sani, nei quali alla necroscopia venne ritrovata come unica lesione l'ipertrofia del timo. La morte sarebbe dovuta in tali casi a una speciale vulnerabilità del cuore. Nello stato timico-linfatico si ha pure milza ingrossata, con follicoli assai appariscenti, eccessivo sviluppo di tutto il sistema linfoide, spesso anche ipoplasia dell'aorta. Altre diatesi meno importanti che si riannodano alla diatesi artitrica sono: la diatesi eosinofilica, caratterizzata da un forte aumento di numero dei globuli bianchi eosinofili nel sangue, manifestazione satellite delle intossicazioni di origine proteica, delle crisi anafilattiche, ecc.; la diatesi urica (tendenza alla gotta), ecc. Occorre poi ricordare la diatesi neuropatica, rappresentata da uno stato d'eccezionale irritabilità nervosa, con facili esaurimenti, una condizione di debolezza irritabile delle funzioni d'innervazione. Il suo frequente associarsi con la diatesi artritica ha portato al concetto del neuro-artritismo.
Accenniamo infine alla diatesi emorragica, caratterizzata da una speciale disposizione dell'organismo a soffrire di emorragie, sia che queste si producano in modo apparentemente spontaneo, sia che avvengano in seguito a lacerazioni traumatiche, tavolta minime, dei vasi. Tale disposizione si rivela ora nel corso di altre malattie: così nelle infezioni (setticemie, vaiolo); nella cirrosi epatica; nell'avvelenamento per fosforo; nelle anemie gravi, semplici e perniciose; nelle leucemie, pseudo-leucemie, ecc.: ora invece si rivela come uno stato apparentemente primitivo, il cui sintoma principale è l'emorragia. Così l'emofilia, lo scorbuto, le porpore, l'emoglobinuria parossistica, il morbo di Barlow, ecc.