DIANA di Poitiers
Primogenita di Giovanni di Poitiers, conte di SaintVallier, nacque nel 1499 e appena sedicenne sposò Luigi II di Brezé, gran siniscalco di Normandia, al quale diede due figlie. Rimasta vedova nel 1533, riuscì a cattivarsi l'animo del secondogenito di Francesco I, Enrico, che alla morte del fratello maggiore divenne, nel 1536, delfino di Francia, e lo dominò finché visse, benché più vecchia di lui di dieci anni. Salito al trono nel 1547 Enrico, la favorita, che otteneva nel 1548 il ducato del Valentinois, dominò a corte e nella vita politica, pur mantenendosi, formalmente, in ottimi rapporti con la legittima consorte del re, Caterina de' Medici. Nella vita politica, ella operava in stretto accordo con il connestabile di Montmorency (che aveva protetto i suoi amori col delfino), con il maresciallo di Saint-André e il cardinale Carlo di Guisa, fratello del duca d'Aumale, cui D., sempre sollecita per sé e per i suoi, maritò la seconda figliola. Volle dirigere personalmente la lotta nel Poitou contro i seguaci della Riforma, dando luogo a cruente persecuzioni. Queste e altre preoccupazioni non le fecero però mai trascurare la propria bellezza, sulla quale vegliò gelosamente, mentre per distrarre il suo regale amante organizzava balli, tornei, partite di caccia. Amò l'arte e protesse gli artisti, che costruirono per lei il sontuoso castello di Anet e ornarono quello di Chenonceau. Jean Goujon ne ritrasse le forme scultoree nella famosa Diana cacciatrice, ora al Louvre; Du Bellay, Ronsard, Pelletier la celebrarono nei loro canti, e il severo de Thou le rese omaggio nella sua storia. Alla morte di Enrico II (1559), Caterina de' Medici, prendendo finalmente la sua rivincita, dopo aver taciuto per lunghi anni, la scacciò dalla corte, non senza averla prima costretta a restituire le gioie della corona e il castello di Chenonceau. D. si ritirò allora nella sua residenza di Anet, dove trascorse gli ultimi anni e dove morì nel 1566.
Bibl.: J. B. Capefigue, D. de P., Parigi 1860; G. Guiffrey, Lettres inédites de D. de P., Parigi 1865; J. Hay, Madame D. de P., Londra 1900.