diamagnetismo
diamagnetismo [Comp. del pref. dia-, con signif. avversativo, e magnetismo] [EMG] Il modo di magnetizzarsi delle sostanze, dette sostanze diamagnetiche, le cui molecole non hanno un momento magnetico proprio; tali sostanze acquistano una debole magnetizzazione, proporzionale all'intensità del campo magnetizzante (e non dipendente anche dalla temperatura) e diretta antiparallelamente rispetto a questo (di qui la denomin.), come dire che hanno una suscettività magnetica di piccolo valore (meno di 10-4 SI), costante in senso stretto e negativa, e quindi permeabilità relativa minore dell'unità e permeabilità assoluta minore di quella del vuoto. Tutte le sostanze sono naturalmente diamagnetiche, ma in quelle paramagnetiche, e soprattutto ferri- e ferromagnetiche, le cui molecole hanno un momento magnetico proprio, il d.è sopraffatto dalla magnetizzazione, concorde con il campo magnetizzante, dovuta all'orientamento delle molecole o di loro aggregazioni (domini). La sostanza più fortemente diamagnetica è il bismuto; seguono l'oro, il mercurio, ecc.. Tutti i gas nobili sono diamagnetici; così pure gli altri gas, a eccezione di alcuni tra cui l'ossigeno, che è fortemente paramagnetico. Per gli aspetti macroscopici del d. e per i valori della suscettività di alcune sostanze diamagnetiche, v. magnetostatica nella materia: III 588 d, mentre per la teoria di esso v. diamagnetismo. ◆ [EMG] D. degli elettroni liberi: v. diamagnetismo: II 115 f. ◆ [EMG] D. negli isolanti: v. solidi, proprietà magnetiche dei: V 369 f. ◆ [EMG] D. nei metalli: v. solidi, proprietà magnetiche dei: V 370 e.