diaframma
diaframma [Der. del lat. diaphragma, dal gr. diáphragma, der. di diaphrág✄numi "separare" e quindi "che divide un ambiente in parti"] [ACS] L'organo di un trasduttore elettroacustico la cui funzione è, a seconda dei casi, di raccogliere oppure di generare suoni. ◆ [CHF] Dispositivo, parete o setto, che separa due compartimenti in cui sono contenuti liquidi diversi e avente la funzione di limitare la libera diffusione da un compartimento all'altro di una qualche specie ionica presente in uno di essi. ◆ [MTR] [MCF] Nell'idrometria, dispositivo per misurare la portata di una corrente fluida in una condotta in pressione; è costituito da una lamina di bronzo o di acciaio inossidabile (generalm. circolare), provvista di un foro circolare concentrico con la condotta, di diametro non superiore a 1/10 del diametro di essa; crea una strozzatura nella vena fluida e una conseguente differenza di pressione tra le sezioni a monte e a valle, il cui valore costituisce una misura della portata; a tal fine, il d. è dotato di due opportune camere anulari per la comunicazione con un manometro differenziale. ◆ [OTT] D. di apertura e di campo: v. oltre: D. ottico. ◆ [OTT] D. ottico: schermo opaco con un foro centrale, per lo più circolare, disposto normalmente all'asse di uno strumento e con il centro sull'asse medesimo, che ha la funzione di eliminare, in maggiore o minore misura, i raggi marginali e quindi di ridurre opportunamente l'apertura del sistema. In generale, in ogni strumento vi è più di un d. e da tali funzionano naturalmente anche i contorni di tutte le lenti. Un d. può trovarsi davanti allo strumento (cioè verso l'oggetto) oppure dietro (cioè verso l'immagine) o tra due parti di esso. Se un d. D si trova davanti allo strumento, schematizzato (fig. 1) in una lente L, di tutti i raggi uscenti da un punto P, per es. dello spazio-oggetti e che per semplicità conviene pensare sull'asse ottico a della lente, esso lascia passare soltanto i raggi compresi nel cono avente il vertice in P e per base il foro AB del d.; se il d. è situato fra due parti dello strumento, schematizzato (fig. 2) nell'insieme delle due lenti L' e L'', per la deviazione che la lente L' antistante al d. fa subire ai raggi che l'attraversano, i raggi di fatto utilizzati vengono a essere non più quelli del cono di vertice P e base AB, ma quelli del cono che, avendo ancora il vertice in P, ha però per base l'immagine A'B' di AB data da L' (d. virtuale), di guisa che le cose vanno come se, non essendoci L', fosse A'B' il d. effettivo. Un discorso analogo può farsi per punti appartenenti allo spazio-immagini. Se nello strumento vi è più di un d., per determinare l'effettiva limitazione che ciascuno di essi impone ai raggi uscenti da P, di ciascuno va determinata l'immagine fornita da quella parte del sistema che gli sta dinnanzi. Se, com'è abitualmente, i fori dei vari diaframmi sono circolari, ciascuna di queste immagini è un cerchio e di questi cerchi conta in definitiva, ai fini della limitazione del fascio, quello che è visto da P sotto l'angolo minore. Esso ha il nome di pupilla di incidenza o d'ingresso e il d. a esso corrisp. si chiama d. di apertura, in quanto esso determina l'apertura del sistema verso lo spazio-oggetti; ha viceversa il nome di pupilla di emergenza o di uscita, l'immagine della pupilla d'ingresso data dalla parte del sistema che si trova dietro a essa e limitante il cono dei raggi che vanno a formare l'immagine di P. Il d., poi, la cui immagine è vista sotto il minimo angolo dal centro della pupilla d'incidenza ha il nome di d. di campo; l'angolo in questione misura il campo del sistema. Talora, come avviene nelle macchine fotografiche, si usano d. ad apertura variabile; il più usato è il tipo detto a iride, così chiamato in quanto la sua funzione è analoga a quella che nell'occhio svolge l'iride; è costituito da un certo numero di sottili lamelle metalliche di forma falcata le quali a un'estremità sono imperniate equidistanti su un anello fisso e all'estremità opposta sono vincolate a glifo in un altro anello girevole, rotando il quale varia il diametro del circolo che le lamelle circoscrivono; in genere fa un tutt'uno con il dispositivo che regola l'esposizione, costituendo ciò che si chiama un otturatore (←) centrale. D., funzionalmente e costruttivamente simili a quelli ottici, sono usati in vari dispositivi e apparecchi per limitare opportunamente l'ampiezza di fasci di raggi X, microonde, elettroni, protoni, neutroni, ecc. ◆ [ELT] D. per guida d'onda: piastra, di forma e materiale opportuni, che si comporta, nella guida d'onda, come un filtro. ◆ [ELT] D. risonante: d. per guida d'onda che per una certa frequenza non presenta impedenza reattiva.